tag:blogger.com,1999:blog-40085991749387391202024-03-05T20:48:39.231-08:00HandwrittenLibri,Cinema,Musica,Arte&CulturaMisaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.comBlogger16125tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-49590188938594957042011-10-02T04:05:00.000-07:002011-10-02T04:06:08.788-07:00•Recensione: OSCAR WILDE - Il Ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjndi8gj-FqUIFoTq7PNf6Sbcm5tnD7FBbiYFlvM05U8AeOleeOXRBE1WdFb6zqValB15qfmKlBaNVRzX6cUqms86QNFQ_38hL4aEyGqcZpeR6YvylrjbPvAuN911vcg-xz2BxZVxsN-k/s1600/BANNER.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjndi8gj-FqUIFoTq7PNf6Sbcm5tnD7FBbiYFlvM05U8AeOleeOXRBE1WdFb6zqValB15qfmKlBaNVRzX6cUqms86QNFQ_38hL4aEyGqcZpeR6YvylrjbPvAuN911vcg-xz2BxZVxsN-k/s1600/BANNER.png" /></a></div>
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<b><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Ritratto di un dolore</span></i></b></div>
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<br /></div>
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«<i>Come il ritratto di un dolore<br />
un viso senza cuore.</i>»<br />
<b><i>Hamlet</i> - William Shakespeare<br />
</b><br />
<b><br /></b><br />
<i>Cosa veramente guadagna un uomo se conquista la vita eterna ma perde la propria anima?</i><br />
A partire dalla nascita, ad ogni individuo viene concesso di vivere la propria esistenza nella maniera che più gli aggrada: qualche forza superiore gli dona la facoltà del<b> libero arbitrio</b>, che lo porta ad agire per tutta la vita secondo i principi dettati dalla propria coscienza o dal proprio istinto, per poi arrivare a sfociare nella più o meno prematura <b>morte</b>, <b>il momento in cui è costretto a pagare il prezzo delle azioni commesse</b>.<br />
In generale, la vita è troppo breve per preoccuparsi di ogni singola scelta e farsi carico di tutti gli sbagli, eppure <b>un solo madornale errore può determinare uno scotto straordinariamente oneroso</b>; infatti, anche se la mente può riuscire ad ignorare ciò che si è commesso, la coscienza, al contrario, non dimentica nulla.<br />
Ma, a volte, nonostante ci si prodighi per agire nella giusta direzione, <b>non si può fare a meno di cedere alle tentazioni</b>. In fondo, secondo il proverbio, <i>la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni</i>.<br />
<br />
Come ci ricorda <b><u>Oscar Wilde</u></b> nella sua straordinaria opera, in alcuni momenti <b>la passione per il peccato arriva a dominare a tal punto una persona che ogni fibra, ogni cellula del suo corpo e ogni neurone del suo cervello sembrano votati ad essa</b>. Uomini e donne arrivano a compromettere a tal punto la propria volontà, tanto da dirigersi deliberamente, quasi senza avvedersene, verso una terrificante fine. Sono stregati, automi racchiusi in un involucro di carne, privi di qualsiasi libertà di scegliere: la loro coscienza è languida e agonizzante, attiva al solo scopo di «<i>conferire alla rivolta il suo fascino e alla disobbedienza il suo incanto</i>».<br />
Quando quella vibrante stella del mattino, quel sublime spirito dagli occhi lucenti di nome Dorian Gray, precipitò come un angelo ribelle dal cielo notturno, era molto lontano anche solo dall'immaginare come questo fosse il tremendo destino che gli spettava.<br />
<br />
«<i><b>Un sogno di forma in giorni di pensiero</b></i>», questo è il modo in cui <b><u>Basil Hallward</u></b> descrive <b><u>Dorian Gray</u></b> all'amico <b><u>Henry Wotton</u></b>, per la prima volta, al cospetto del suo ritratto non ancora terminato. Lord Wotton non può fare a meno di rimanere incantato dalle sublimi fattezze del giovane rappresentato, un Adone fatto di avorio e di petali di rosa, un Narciso nel fulgore della propria grazia, una creatura bellissima e pura, qualcosa di sovrannaturale, al limite dell'essenza umana. «<i>Il tuo giovane e misterioso amico, il cui nome non mi hai mai rivelato, ma il cui ritratto mi affascina davvero, [...] dovrebbe essere sempre qui d'inverno, quando non abbiamo fiori da ammirare, e anche d'estate, quando desideriamo qualcosa che rinfreschi la nostra intelligenza.</i>»<br />
Come dargli torto. Nel viso e nella presenza di Dorian Gray dimoravano tutto il candore dell'innocenza, con la sua purezza illibata, e la passione di una giovinezza non ancora compromessa: possedeva la bellezza conservata per noi dai marmi greci, <b>come se fosse rimasto incontaminato dal mondo e dalle brutture che l'esistenza può recare con sè</b>.<br />
<br />
Eppure la vita di Dorian Gray non era sempre stata semplice, anzi, l<b>a storia della sua nascita possedeva la stessa suggestione di una strana favola d'amore</b>: una donna bellissima rovinata da una folle passione, un crimine orribile, un'agonia solitaria e poi un figlio nato dal dolore; ed, ancora, la madre portata via dalla morte e il bambino lasciato nelle grinfie di un vecchio, un tiranno privo tanto carità quanto d'amore.<br />
Tutto questo, secondo Lord Henry, contribuiva ad inquadrare il giovane e a renderlo più perfetto; d'altronde, dietro la venuta al mondo di una tale creatura, doveva esserci qualche cosa di veramente tragico: «<i>l'universo deve travagliare perchè un fiorellino possa nascere</i>».<br />
<br />
Nonostante tutto, Dorian Gray, all'età di diciassette anni, era un ragazzo delizioso e Lord Henry era convinto di poter fare di lui un tipo veramente meraviglioso; poteva essere plasmato a proprio piacimento e la giuste mani potevano renderlo un titano o condannarlo alla miserabile esistenza di un giocattolo. Che peccato che una tale bellezza fosse destinata a svanire!<br />
<br />
Con l'avanzare degli anni e della storia, il giovane sembrerà destinato ad affascinare qualunque persona verrà posta dal destino sul suo passaggio: molti arriveranno a vedere in lui <b>l'incarnazione del tipo umano da tutti sognato, coniugante in sé stesso sia la cultura dello studioso che la passione dell'uomo di mondo</b>.<br />
Dorian Gray arriverà ad appartenere a quella schiera di individui perennemente votati alla grazia e tenterà di rendersi perfetto adorando la bellezza; si rivelerà un <b><u>esteta</u></b> e, in quanto tale, <b>assumerà come principio regolatore della propria vita</b> -e, di conseguenza, della coscienza- <b>non i valori morali</b>, il bene o il male, il giusto o l'ingiusto, <b>ma esclusivamente il bello</b>.<br />
Vivrà costantemente la propria vita alla ricerca delle sensazioni più rare e squisite, circondandosi di qualsiasi tesoro prezioso in grado di adattarsi alla sua bellezza, diventando un collezionista di quadri, stoffe, gioielli, strumenti musicali e libri antichi. Proverà orrore per la volgarità e la banalità che molto spesso accompagneranno il popolo dei salotti che si ritroverà a frequentare e, per questo, si auto-collocherà aldilà della morale comune, in una sfera di assoluta eccezionalità rispetto agli uomini da lui ritenuti mediocri. <b>Ogni atto della propria vita arriverà a sublimarsi da materiale ad artistico ed Arte e Vita finiranno per compenetrarsi a vicenda</b>, fino a migliorarsi, a perfezionarsi e, in ultima istanza, a confondersi totalmente.<br />
Il <b><u>simbolo</u></b> di tutto ciò: un quadro, un<i> ritratto</i> per la precisione.<br />
Il <b><i><u>quid pluris</u></i></b>: <i>Lord Henry Watton</i>.<br />
Lo <b><u>strumento</u></b>: il pittore <i>Basil Hallward</i>.<br />
<br />
A partire dal primo incontro fra il pittore e l'esteta, la personalità di quest'ultimo inizierà ad esercitare una straordinaria influenza sul primo. <b>Dorian Gray rappresenterà per il giovane artista un modo alternativo di guardare la vita e una nuova originalità artistica</b>, che si manifesterà a Basil improvvisamente, come una folgorazione, alla stregua di un silenzioso spirito dei boschi profondi che, quasi senza avvedersene, arriva a rivelarsi alla luce del sole, stregando chiunque abbia l'ardore di posare lo sguardo su di esso.<br />
<br />
Dominato nell'anima, nella mente e nelle azioni, Basil arriverà ad adorare il suo giovane modello, «<i>l'incarnazione visibile di quell'ideale invisibile la cui memoria perseguita molti artisti come un sogno squisito</i>» e, giungerà a considerarlo l'ombra in vesti umane di un'idea di platonica memoria, probabile archetipo di qualche altra forma ancora più perfetta.<br />
Ma in un'adorazione di tale portata vi è un pericolo, che trova il proprio nido ideale sia nella paura di perdere l'oggetto idolatrato come anche in quella di mantenerlo. Ed è qui che entrerà in scena <b>Lord Henry Wotton, l'input e il suggello della dannazione del giovane Dorian</b>.<br />
<br />
Per Henry Wotton vivisezionare era un'attitudine naturale e la vita umana era, in fondo, l'unica cosa degna di essere investigata, nella sua essenza fatta di piacere e dolore, di peccato e redenzione. Per questo, trovandosi di fronte a un corpo incontaminato e a un'anima verginale come quella di Dorian Gray, non fu in grado di resistere alla tremenda eccitazione di esercitarvi la propria influenza, di proiettare la propria personalità dentro quella forma graziosa e di osservare l'effetto che faceva.<br />
Convogliare la propria natura in un'altra era un'arte sottile e maliziosa che Henry Wotton sembrava non aver alcuna difficoltà ad esercitare.<br />
<br />
Con poche parole, Lord Henry, nei riflessi di un pomeriggio di primavera, sconvolse e trasformò per sempre lo spirito di Dorian Gray; gli consigliò di far fruttare la sua giovinezza con ogni mezzo, lo ammonì di non dilapidare l'oro dei suoi giorni stando ad ascoltare i noiosi, o cercando di rimediare a un fallimento senza speranza, o regalando la sua vita agli ignoranti, ai dozzinali, ai volgari. <b>Nulla doveva perdersi di quella creatura sublime, che doveva essere assurta allo status di simbolo vivente, quello di un nuovo Edonismo</b>: il mondo doveva appartenere a quel ragazzo, anche solo per una stagione!<br />
Ma per Dorian Gray il tempo stringeva: i palpati appassionati dei suoi diciassette anni, in un decennio si sarebbero convertiti in membra indebolite e in sensi logori; quell'indole gioiosa avrebbe assunto la pateticità di uno spirito fantoccio, troppo spaventato dal tempo anche solo per dedicarsi alla memoria delle vecchie passioni. Ed allora sarebbe finito tutto:<b> al mondo vi era posto unicamente per la bellezza e per la giovinezza</b>.<br />
<br />
Per Dorian Gray l'adorazione dei sensi era stata fino a quel momento qualcosa di astratto e pertanto subdolo, allettante ma ignobile. Dorian non aveva mai compreso che la vera natura delle passioni conduce al piacere e al bello e, improvvisamente, le parole di Henry Wotton lo allarmarono e gli fecero percepire l'urgenza di creare una nuova spiritualità, con l'istinto della bellezza come tratto distintivo, in grado di riscattare l'umanità intera, resa animalesca e primitiva dalle sofferenze e dalle privazioni. <b>L'unico scopo di questa nuova dottrina doveva essere l'esperienza stessa e non il suo frutto</b>, dolce o amaro a secondo dei casi; <b>l'uomo doveva abbandonare l'ascetismo e concentrarsi sui singoli momenti della vita, perchè</b>, come aveva profetizzato Lord Henry, <b>questa in un'attimo sarebbe potuta svanire</b>, lasciando il suo posto solo ad una parvenza di esistenza.<br />
Ecco che agli occhi del lettore, in questa presa di coscienza, si concretizza la <b><u>seduzione di uno spirito puro</u></b> e la sua<b> <u>iniziazione diabolica</u></b>, in cui un maestro cinico e mortale, Henry Wotton, trascina Dorian sulla via della perdizione, facendone il suo discepolo e la sua vittima.<br />
<br />
Lord Henry minò direttamente al cuore dell'innocenza di Dorian Gray e instillò nel giovane un folle desiderio di conoscenza: il pericolo arrivò a deliziarlo, conducendolo alla convinzione che ogni aspetto della vita, per venire appreso, doveva essere sperimentato direttamente sulla pelle. Il sentimento della propria bellezza gli sovvenne come una rivelazione, quando gli era rimasto sconosciuto fino ad allora: ora poteva vedere in maniera palpabile l'ombra della propria avvenenza e trarre da essa profitto, con tutte le conseguenze del caso.<br />
<br />
Il passaggio dall'ignara ingenuità dell'infanzia alla maliziosa consapevolezza di essere diverso dai propri simili, segnò per Dorian Gray l'inizio di una nuova esistenza, dominata da quella <b><u>fatalità</u> che sembra accompagnare ogni distinzione fisica ed intellettuale</b> e che pare perseguitare senza tregua tutti i grandi protagonisti della Storia dell'uomo. «<i>Noi tutti soffriremmo per quello che gli dèi ci hanno dato. Soffriremo terribilmente.</i>»<br />
<br />
<b>Al cospetto del suo ritratto, Dorian Gray è in grado di percepire l'ineluttabilità di una sorte incombete e in esso decide di rimettere il segreto della propria vita</b>. Il suo stesso volto dipinto arriva ad osservarlo con crudeltà, quasi per deriderlo, il bel viso perfetto e immutabile, il sorriso appena accennato, i capelli per sempre lucenti, gli occhi vividi e scintillanti. Un incredibile senso di disperazione accompagna questa nuova terrificante presa di coscienza, fino al punto di assumere i contorni di una logorante compassione per sè stesso: tempo qualche anno e l'oro dei suoi capelli si sarebbe inaridito nel grigio della vecchiaia, gli occhi avrebbero perso qualsiasi lucentezza e il rosa delle sue guance si sarebbe avvizzito in un pallore mortale.<br />
Incatenato al ticchettante scorrere del tempo, ogni mattina Dorian Gray si sarebbe seduto davanti al quadro, meravigliandosi e innamorandosi della propria bellezza improntata su una tela, mentre uno specchio gli avrebbe mostrato il vero sè stesso condannato ad assumere le sembianze una creatura spregevole, tanto mostruosa da meritare di essere nascosta dalla luce del sole e lasciata morire chiusa a chiave in una stanza.<br />
<br />
Così il folle desiderio di sottrarsi al dolore di una giovinezza destinata ad estinguersi per sempre, arriverà ad abbandonare il suo fautore per impregnarsi nella pittura, intrecciandosi con ogni singola sfumatura delle tempere, capovolgendo il destino come solo il più bieco patto col demonio sarebbe in grado di fare. Per sempre splendido, per sempre ammirato, Dorian Gray avrebbe riconosciuto nel quadro il più magico degli specchi: seguendo la propria mente nei luoghi più segreti, <b>il ritratto, che per primo gli aveva rivelato la bellezza del suo corpo, ora gli avrebbe svelato la sua anima</b>.<br />
<br />
Quando per il Dorian Gray dipinto sarebbe venuto l'inverno, il suo alter ego di carne avrebbe recato con sè una primavera eterna; quando il sangue sarebbe defluito dal viso del quadro, portandosi via l'incanto della giovinezza, il vero Dorian Gray avrebbe mantenuto qualsiasi fiore della sua bellezza; forte e invincibile come un dio greco, e, soprattutto, immortale.<br />
<i>Il dado era tratto</i>: giovinezza eterna, passione infinita, piaceri segreti, gioie sfrenate e vizi ancor più sfrenati, ora erano a lui concessi: il ritratto avrebbe portato il peso della sua vergogna;<i> </i><b>ad ogni peccato commesso, una macchia indelebile avrebbe deturpato il sé stesso dipinto e questo, mutato o no, sarebbe stato per lui l'emblema visibile della coscienza.</b><br />
<br />
Da qui ha inizio il <b><u>degrado vertiginoso</u></b> di Dorian Gray, sempre più innamorato della bellezza e sempre più interessato alla rovina della propria anima: tanto più conosceva e tanto più desiderava conoscere.<br />
In questo vortice di perdizione, il lettore accompagnerà Dorian in ogni suo passo, dai salotti sfavillanti ai più sordidi quartieri di una grigia mostruosa Londra, in una girandola di uomini e donne spregevoli, vizi travolgenti, splendidi peccati e morti innocenti.<br />
<br />
E' la <b>Londra del XIX secolo</b>, la Londra del lusso più opulento e della miseria più sfrenata, la Londra delle fumerie d'oppio, dove si poteva comprare l'oblio, e dei bugigattoli dell'orrore, dove la vergogna dei peccati trascorsi poteva essere cancellata con la follia di nuovi peccati. In questa realtà marcescente si muove sinuosa la splendida figura di Dorian Gray, portando con sè la propria vita senza anima e il peso di una coscienza ripugnate, coperta da un panneggio, rinchiusa nel buio di una stanza polverosa.<br />
<br />
Non vi sarà redenzione: come ci ricorda Oscar Wilde, nella prefazione all'Opera, «<i><b>ogni eccesso, così come ogni rinunzia, reca il proprio castigo</b></i>». Lord Henry Wotton, spettatore della commedia, ne rimarrà ferito più profondamente che se ne avesse preso parte; il pittore Basil Hallward, fautore di vanità e idolatria, morirà per mano stessa dell'oggetto da lui venerato; Dorian Gray, che abbandonò lo spirito per il piacere, assassinando la propria coscienza, ucciderà anche sé stesso.<br />
<br />
<i>Il Ritratto di Dorian Gray</i> è un'Opera meravigliosa: con squisite perifrasi dal suono delicato, tutti i peccati del mondo passano in rassegna, in una sfilata terrificante e silenziosa. Lo stile è quello inconfondibile e curiosamente prezioso di Wilde, contemporaneamente vivido e oscuro, intriso tanto di grazia quanto di disperazione. <b>La vita dei sensi, tramite la sua penna, diventa filosofia mistica ed è difficile comprendere se ciò che si legge sia frutto delle fantasie estatiche di un qualche santo o delle confessioni morbose di un peccatore</b>. Pagine intrise dell'odore dolciastro dell'oppio e del delicato profumo delle rose, pagine monotone e musicali, uno spartito fatto di nenie ancestrali e ritornelli elaborati, pagine che parlano di amore e ombre, di fantasticherie e di malattie sognanti.<br />
<br />
Oscar Wilde mette tutto sé stesso in questa opera e al lettore non resta che adagiarsi ed osservare rapito l'eccezionale ferrea logica delle passioni, la variopinta e commossa vita dell'intelletto e seguire entrambi, in un vortice di eventi, fino a giungere nel punto in cui tutto si ritrova, si riunisce e svanisce.<br />
<br />
«<i>Dicono che i grandi eventi dell'umanità si svolgono nello spirito.</i><br />
<i> Ed è nello spirito,solo nello spirito, che si commettono i grandi peccati dell'umanità.</i>»</div>
Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-7458203745339065692011-08-19T05:26:00.000-07:002011-08-19T05:27:16.299-07:00•Recensione: ITALO SVEVO - La Coscienza di Zeno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7ck4_NvFiVuRu0hZnlC1TPLBWXi-4eqcYnvWAfXCpoQiasHal58Ir92Xcmsmh6Wl2ZGatsu2OZagYvkvTAMg4nCN21ElgzugmKTU6qE-jDLlz5IXucHNaNJNtMe3nxDZfCzSLR2Gfp4k/s1600/BANNERONE.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7ck4_NvFiVuRu0hZnlC1TPLBWXi-4eqcYnvWAfXCpoQiasHal58Ir92Xcmsmh6Wl2ZGatsu2OZagYvkvTAMg4nCN21ElgzugmKTU6qE-jDLlz5IXucHNaNJNtMe3nxDZfCzSLR2Gfp4k/s1600/BANNERONE.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;"><b><i>L'incoscienza di Zeno Cosini</i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">«<i>Già credo che </i><i>in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca </i><i>si finisce coll'inquinarsi. </i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Bisogna muoversi. </i><i>La vita ha dei veleni, </i><i>ma poi anche degli altri veleni che servono di contravveleni.</i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Solo correndo si può sottrarsi ai primi </i><i>e giovarsi degli altri.</i>»</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div>Il primo decennio del XX secolo giocò un ruolo fondamentale nella vita di <b>Aron Hector Schmitz</b>, oggi più comunemente conosciuto con lo pseudonimo di <b><i>Italo Svevo</i></b>. <br />
Alla vigilia della Grande Guerra, oltre al debutto nel mondo industriale, si verificò un altro evento capitale che avrebbe determinato inequivocabilmente la successiva formazione intellettuale e professionale dello scrittore triestino: <b>Svevo conobbe James Joyce</b>. Questi, giovane scrittore esule dall'Irlanda e professore alla Berlitz School di Trieste, tenne per Svevo diverse lezioni d'inglese e ne divenne intimo amico, inaugurando così un rapporto fervido di scambi intellettuali e destinato a durare negli anni a venire. <br />
Joyce sottopose all'attenta analisi dell'amico le proprie poesie e i racconti di <i>Gente di Dublino</i>, mentre Svevo gli chiese a sua volta un parere sui romanzi pubblicati fino ad allora, ottenendone lusinghe e incoraggiamenti a non abbandonare l'attività letteraria. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgIzAXiT2yYSnDokPjvFjwSUUfs2Hgk3nLpMi0M8lf1IQ5wIoGQDpWjcbgXWC631pfZY34KeZQRPJCPfRr8bPL9-IwElqQsXL2zO5NsvccbIDbRCgz2VndXDbK0bsCnVaQML5JNYyAAJs/s1600/IMMA20.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgIzAXiT2yYSnDokPjvFjwSUUfs2Hgk3nLpMi0M8lf1IQ5wIoGQDpWjcbgXWC631pfZY34KeZQRPJCPfRr8bPL9-IwElqQsXL2zO5NsvccbIDbRCgz2VndXDbK0bsCnVaQML5JNYyAAJs/s1600/IMMA20.png" /></a></div>Ulteriore motivo di condivisione e sostegno fra i due intellettuali si presentò alla fine della guerra, nel 1919, quando Italo Svevo, ormai sollevato dalla propria attività commerciale -la sua fabbrica di vernici venne requisita per ordine delle autorità austriache-, pose mano al suo terzo romanzo,<i><b> La Coscienza di Zeno</b></i>. Pubblicato nel<b> 1923</b> l'opera non riuscì tuttavia a riscuotere alcuna risonanza fra i lettori italiani, motivo per cui un esasperato Svevo mandò il proprio scritto a Parigi, per ricavarne un appoggio dall’amico Joyce. Questi ne riconobbe immediatamente lo straordinario valore e adoperò tutti i propri mezzi per portarlo all'attenzione degli intellettuali francesi;<b> fu così che si concretizzò il debutto internazionale di Svevo, destinato a conquistare larga fama in Francia e poi in tutta Europa</b>, ma senza riuscire, nonostante tutto, a scalfire l'aura di diffidenza e di disinteresse formatasi intorno a lui in patria. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixpADdx_fCqrd1YyFtNpS5y0IdiLsK-zqStcNEXr1RMmphhW_ch8TlXk7X6C5MA_sm0QM0H0oUCQnJhonJlj0Aa63veukfRC7k2pSEi7oBS1pgdYLefkoDyraDkNN1EjqukCt63-jyy1o/s1600/IMMA16.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixpADdx_fCqrd1YyFtNpS5y0IdiLsK-zqStcNEXr1RMmphhW_ch8TlXk7X6C5MA_sm0QM0H0oUCQnJhonJlj0Aa63veukfRC7k2pSEi7oBS1pgdYLefkoDyraDkNN1EjqukCt63-jyy1o/s1600/IMMA16.png" /></a></div>Questa indifferenza tutta italiana non era certo una novità per Italo Svevo: <b>anche le precedenti pubblicazioni erano state marcate a fuoco dall'insuccesso più totale. </b><br />
La prima, <b><i>Una Vita</i></b>, fu scritta in una fase arida e opprimente dell'esistenza dell'autore, nella quale Svevo era gravato dal peso di un mortificante lavoro impiegatizio, a cui era costretto a causa delle ristrettezze economiche in cui la propria famiglia versava in seguito a un investimento industriale sbagliato da parte del padre. La pubblicazione passerà sostanzialmente inosservata. <br />
La seconda opera, <b><i>Senilità</i></b>, venne alla luce accompagnata da uno stato d'animo totalmente diverso: Svevo aveva sposato<b> Livia Veneziani</b>, cugina conosciuta al capezzale della madre, e il matrimonio aveva segnato una svolta fondamentale nella sua vita. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHYWNb261E0lXiuU1G6P-MTMtEOT5z3CDLBRhlUsqvxrn9bqem2P4wNB0DzPmwoaAuCe3t-3hNaqILYHhwJTe2feguF0V2nz9Ery31l_KY0dBinAz_VHbB0ZaVTedbfHDoQT2JC9RKShI/s1600/IMMA17.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHYWNb261E0lXiuU1G6P-MTMtEOT5z3CDLBRhlUsqvxrn9bqem2P4wNB0DzPmwoaAuCe3t-3hNaqILYHhwJTe2feguF0V2nz9Ery31l_KY0dBinAz_VHbB0ZaVTedbfHDoQT2JC9RKShI/s1600/IMMA17.png" /></a></div>L'<b>«<u style="font-style: italic;">inetto</u>»</b> Svevo, macerato da infinite insicurezze, trovava finalmente un terreno fertile su cui fondare le proprie radici,<b> raggiungendo così il tanto agognato status di<i> pater familias</i></b>, punto di riferimento per il proprio focolare e dominatore del mondo domestico. La famiglia Veneziani, inoltre, era ottimamente inserita nel mercato internazionale, grazie a una fabbrica di vernici antiruggine per navi, e fu ben felice di accogliere nella propria ditta il nuovo genero. <br />
<b>Svevo si trovò così, improvvisamente, proiettato nel mondo dell'alta borghesia e da intellettuale si tramutò in dirigente d'industria</b>, un uomo d'affari perfettamente a suo agio nel solido mondo del commercio, dove ciò che veramente contava erano il business e il profitto. <b>Progressivamente Svevo abbandonò l'attività letteraria, iniziandola addirittura a guardare come qualche cosa di insidioso, malsano e sospetto</b>, che poteva irrimediabilmente compromettere la sua nuova vita così produttiva; a tale decisione contribuì, senza alcun dubbio, il tremendo insuccesso di <i>Senilità</i>, caduto nel dimenticatoio subito dopo la pubblicazione, ancor più rapidamente che <i>Una Vita</i>. Il "<b><u>Caso Svevo</u></b>" scoppierà solo nel <b>1925</b> e lui, l'autore, colui che successivamente verrà innalzato nella rosa dei più autorevoli rappresentati del Novecento italiano, sarà costretto ad attendere quel momento per ben trent'anni. <br />
<i>Ma cosa aveva determinato la disfatta degli anni precedenti? </i><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhINPrltWfhzT6ezG6AvgZbmHV-AQltDyvRLFiuPToIOg-Se2xl4r4nHVcWXD_xHSLoSlV6vmLWW-WGn3Y0oFZhSwc9PP7d4kGICODDdOxSUdXQev6McXE6v-LuEKItuftCeZ0OBKQJluc/s1600/IMMA18.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhINPrltWfhzT6ezG6AvgZbmHV-AQltDyvRLFiuPToIOg-Se2xl4r4nHVcWXD_xHSLoSlV6vmLWW-WGn3Y0oFZhSwc9PP7d4kGICODDdOxSUdXQev6McXE6v-LuEKItuftCeZ0OBKQJluc/s1600/IMMA18.png" /></a></div><b>La fisionomia letteraria di Italo Svevo apparve fin dal principio ben diversa da quella della maggioranza degli scrittori a lui contemporanei.</b> Come primo elemento discriminante vi erano i natali: Svevo, pur non essendo religioso, era di <b><u>origini israelitiche</u></b> e le radici ebraiche ebbero una notevole influenza sulla sua attitudine culturale complessiva; alcuni critici sostengono che l’ossessione di Svevo nel votare i protagonisti delle proprie opere all’inettitudine più incondizionata, fosse in realtà il risultato della concezione dell’autore stesso riguardo alla condizione dell’uomo ebreo nella civiltà europea dell’epoca. <br />
Non vanno inoltre trascurate le caratteristiche peculiari dell’ambiente in cui Svevo arriverà a formarsi; <b><u>Trieste</u></b>, allora territorio dell’Impero Asburgico, <b>era una città di confine, centro della cultura mitteleuropea, nella quale arriveranno a convergere i nuclei di tre civiltà completamente differenti</b>: quella italiana, quella tedesca e quella slava. Ciò permise all’autore de<i> La Coscienza di Zeno</i> di fare propria una <b>prospettiva intellettuale molto più ampia</b> rispetto a tanti altri scrittori italiani e di presentarsi con uno pseudonimo volto a sottolineare la propria devozione sia alla cultura italiana (<i>Italo</i>) che a quella tedesca (<i>Svevo</i>). <br />
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Trieste, oltre ad essere un crogiuolo di popoli e identità, era anche una città prettamente commerciale ed era proprio alla<b> <u>borghesia imprenditoriale </u></b>che Svevo apparteneva. Ben lontana era la figura tradizionale del letterato italiano, integro e schietto, la cui attività dominante era unicamente la scrittura, che gli consentiva di non occuparsi di nient’altro o quasi; la formazione di Svevo, innanzitutto, non fu rigorosamente umanistica, ma commerciale, e la propria cultura letteraria e filosofica fu determinata da un sentimento puramente autodidatta, caratteristica che condizionò anche la successiva vita professionale. Italo Svevo fu prima impiegato di banca e poi dirigente d’industria, mentre<b> la letteratura non rappresentò per lui altro che un’attività collaterale, esercitata in parallelo alle incombenze quotidiane</b>. Tutto ciò rende Svevo uno scrittore estremamente atipico, soprattutto per la sua epoca, fattore determinante per ciò che andranno a costituire e a rappresentare le sue opere.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOIjj_5IVRkYRcUsSlStF4IFdOeosWGoDtGqGReTDzj2zA9Ig1Iq_eQnuKiuftcgTF80HFg1YxsT3ZbZNn7oVRvn8_kJ93MbpxNqQ1knuDWycHHuuk5zvp3N4YQTFyS_s6Zo0dXqP5fV0/s1600/IMMA1.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOIjj_5IVRkYRcUsSlStF4IFdOeosWGoDtGqGReTDzj2zA9Ig1Iq_eQnuKiuftcgTF80HFg1YxsT3ZbZNn7oVRvn8_kJ93MbpxNqQ1knuDWycHHuuk5zvp3N4YQTFyS_s6Zo0dXqP5fV0/s1600/IMMA1.png" /></a></div><b><i><u>La Coscienza di Zeno</u></i></b> apparve sulla scena editoriale italiana venticinque anni dopo <i>Senilità</i>. <b>Quel quarto di secolo trascorso era stato cruciale non solo nell’evoluzione interiore e letteraria di Italo Svevo, ma aveva portato con sé trasformazioni radicali anche nell’assetto europeo</b>, nella concezione del mondo e nei movimenti culturali. In quei venticinque anni sull’Europa si era abbattuto il cataclisma della Prima Guerra Mondiale, ovvero la chiusura di un’epoca e l’esplosione di nuova era, fatta di avanguardie artistiche e letterarie, tramite le quali iniziavano ad affacciarsi nuove filosofie e teorie, fra cui quella della relatività e la psicanalisi. Questo è il fertile<i> humus</i> culturale dal quale scaturisce<i> La Coscienza di Zeno</i>, pregno di tutti gli elementi di un’epoca, fondato su soluzioni innovative e quasi mai sperimentate prima.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhavhVVP8LJ3afohcqi_wsLapI1FmwmxJvW0n6EIvlOPt5utr5DDopaAituwmjIoHcvLZ1GKI9eDb9ffA1-f5EwRYxbrIyDKWPa1TXGkue2rVzYYBkmXBbEgAjTntzirIcqGSwqfkE5H8s/s1600/IMMA11.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhavhVVP8LJ3afohcqi_wsLapI1FmwmxJvW0n6EIvlOPt5utr5DDopaAituwmjIoHcvLZ1GKI9eDb9ffA1-f5EwRYxbrIyDKWPa1TXGkue2rVzYYBkmXBbEgAjTntzirIcqGSwqfkE5H8s/s1600/IMMA11.png" /></a></div>L’impianto narrativo, innanzitutto: Svevo abbandona il tipico modulo ottocentesco della terza persona, del romanzo narrato da una voce esterna e anonima, per addentrarsi nei meandri dell’<b><u>io narrante</u></b> e della <b><u>confessione autobiografica</u></b>. La “<i>Coscienza</i>” del titolo, infatti, <b>non è altro che un memoriale</b>, quello di<b> <u>Zeno Cosini</u> </b>che scrive su invito del proprio psicanalista, il fantomatico<b> Dottor S</b>. (ritratto di Sigmund Freud o alter ego di Svevo stesso), a scopo terapeutico e per agevolare la cura vera e propria. L’autore costruisce un espediente narrativo, immaginando che sia il Dottor S. stesso a pubblicare il manoscritto del signor Cosini, come vendetta nei confronti del paziente per essersi sottratto alla cura e per aver frodato il medico del frutto dell’analisi. Zeno, infatti, come spiegherà in un breve diario allegato al termine dello scritto, in seguito ai notevoli successi commerciali da lui ottenuti nel corso della guerra, si riterrà completamente guarito dalla “malattia” che lo aveva portato ad avvicinarsi alla psicanalisi. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUQstdQN8wvbOhsZnMlE1F1HocUWXIKtJNav8ThNI4Vs72eQ9kfDL_29oeYQpdu9UUecKJLFMswqIn7_v6XSnI2gYVXKSXWCk-8VYTYy8iDVH5jThOAGysmqzlr8gVbJbNDsyzw43YDgI/s1600/IMMA12.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUQstdQN8wvbOhsZnMlE1F1HocUWXIKtJNav8ThNI4Vs72eQ9kfDL_29oeYQpdu9UUecKJLFMswqIn7_v6XSnI2gYVXKSXWCk-8VYTYy8iDVH5jThOAGysmqzlr8gVbJbNDsyzw43YDgI/s1600/IMMA12.png" /></a></div>La ricostruzione del passato di Zeno si articolerà in sei temi fondamentali, a ciascuno dei quali sarà dedicata una sezione del memoriale, talvolta molto ampia, in quanto ogni segmento arriverà ad abbracciare un’estesa fase della vita del protagonista. Dopo una rancorosa prefazione da parte del Dottor S. stesso e un preambolo in cui Zeno illustrerà i propri inutili tentativi di risalire con la memoria al tempo dell’infanzia, gli argomenti dei capitoli successivi tratteranno la<b> dipendenza dal fumo </b>e gli esperimenti per liberarsene, la tragica<b> morte del padre</b>, la genesi del proprio <b>matrimonio</b>, il <b>rapporto con la moglie Augusta e con l’amante</b>, la giovane e bella Carla ed, infine, la storia della devastante <b>associazione commerciale con il cognato Guido Speier</b>; al termine di tutto, un diario di poche pagine, nel quale Zeno sfogherà il proprio rancore verso lo psicanalista e documenterà i momenti salienti della propria presunta guarigione. <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid_StUPsRdYha-rcE6oyM3K5389DHk-o9vfT5UqdjAOOb582q54thwdYmf2g51BOM-sdmFvZNPwaxfRBYBBxVK9m43ntzMRjhC-iBgZu2AS9w3XA3gcT9IV3nUzgh_9MxOhkVCxJ0KP4M/s1600/IMMA10.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid_StUPsRdYha-rcE6oyM3K5389DHk-o9vfT5UqdjAOOb582q54thwdYmf2g51BOM-sdmFvZNPwaxfRBYBBxVK9m43ntzMRjhC-iBgZu2AS9w3XA3gcT9IV3nUzgh_9MxOhkVCxJ0KP4M/s1600/IMMA10.png" /></a>La narrazione di eventi di tale portata, tuttavia, sarà tutt’altro che lineare: la voce di Zeno guiderà il lettore avanti e indietro nel tempo, in accordo con gli sforzi da lui tentati per ricostruire il proprio passato; eventi contemporanei potranno essere così distribuiti in più capitoli successivi e vi saranno ampi sbalzi temporali fra un pagina e l’altra. <b>In questo modo anche l’uso del tempo si alienerà totalmente dalla tradizione ottocentesca</b>, dove gli eventi si presentavano unicamente in ordine cronologico, <b>e darà origine a quello che gli inglesi successivamente chiameranno “<i>stream of consciousness</i>”</b>, il <b><u>flusso di coscienza</u></b>, che diverrà il principale veicolo di successo per scrittori del calibro di <i>James Joyce</i>, <i>Virginia Woolf</i> e <i>Jack Kerouac</i>. <br />
Il tempo del vissuto, ovvero il passato, si intreccerà intimamente con il tempo del racconto, il presente, nel quale uno Zeno ormai anziano cercherà di raccogliere le fila della propria memoria. <br />
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Attraverso il suo “monologo” il protagonista ricostruirà così innumerevoli aspetti della sua vita passata, componendo ritratti di personaggi da lui conosciuti e commentando i vari accadimenti che lo vedranno partecipare sia in qualità di oggetto che di soggetto. <b>Tuttavia non è al vero e spontaneo germinare dei pensieri a cui il lettore assiste, ma al suo rimaneggiamento</b>: Zeno riordinerà le proprie reminiscenze secondo la loro pertinenza nei confronti dell’argomento trattato, e le metterà per iscritto, fattore altamente discriminante; mettere parole su carta presuppone una rielaborazione logica e perciò non sarà l’io più profondo ad emergere. Zeno, infatti, manipolerà le vicende a suo piacimento, erigendo barriere e censure e distorcendo i punti di vista secondo i suoi fini. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqLBvXoVumNV7elFUFDSF3saVCaV65z2dgkq85DbiH16TjiVOAGnwaQs3XvHtQdplsdrHNNME9Xxa73aRBJniOYhyHH-9rnCdMLDimTEZyV3gG0kBb_SmYNmOb7auRThHj5S7P1BR0fFU/s1600/IMMA3.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqLBvXoVumNV7elFUFDSF3saVCaV65z2dgkq85DbiH16TjiVOAGnwaQs3XvHtQdplsdrHNNME9Xxa73aRBJniOYhyHH-9rnCdMLDimTEZyV3gG0kBb_SmYNmOb7auRThHj5S7P1BR0fFU/s1600/IMMA3.png" /></a></div>L’«inetto» e nevrotico Zeno è chiaramente un narratore inattendibile. Il primo a denunciarlo è il Dottor S. stesso, nella prefazione: «<i>Sembrava tanto curioso di sé stesso! Se sapesse quante sorprese potrebbero risultargli dal commento delle tante verità e bugie ch’egli ha qui accumulate!</i>». <b>L’intero manoscritto si tramuta così in una colossale operazione di autogiustificazione, volta a dimostrare l’innocente ruolo di Zeno in tutte le situazioni narrate</b>, dal rapporto con il padre a quello con la moglie e l’amante, fino ad arrivare all’amicizia-rivalità con Guido Speier; in realtà ciò che Zeno tenta in tutti i modi di celare, emerge prepotentemente da ogni singola pagina: <b>non vi è nulla di ingenuo o onesto, gli impulsi reali del protagonista sono regolarmente ostili e aggressivi, a volte addirittura omicidi</b>. Zeno stesso arriverà ad auto-ingannarsi, mentendo sistematicamente: la negatività dei suoi impulsi profondi genereranno in lui tormento e senso di colpa, per cui sarà l’inconscio stesso ad avviare un’operazione di auto-assoluzione. <br />
<br />
<b>I momenti cruciali della vita di Zeno arriveranno così ad essere governati da inclinazioni subcoscienti</b>, le stesse che lo porteranno a iniziare a fumare di nascosto i sigari del padre e a scegliere come moglie Augusta, nell’attimo immediatamente successivo al rifiuto delle di lei sorelle, diniego sprezzante da parte della bella Ada e giustificabile per la più giovane Alberta. La personalità di Zeno Cosini si rivelerà, quindi, un intreccio indistricabile di motivazioni oscure e di ambiguità senza speranza di risoluzione, spesso totalmente opposte a quelle dichiarate consapevolmente. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTDJ1P_gcozAIQlJGCU2TExhqeUzCGsVf1e3x4JYXyqSOULk8-MZCNvTm2ipGUNyfgw-Ius2Dk8M5jWmUpTCyWJ0sAbUI87c18Z6RqfCErwR31hyphenhyphenwTaIgSqsegFFvOZXENuubYWL2mzww/s1600/IMMA7.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTDJ1P_gcozAIQlJGCU2TExhqeUzCGsVf1e3x4JYXyqSOULk8-MZCNvTm2ipGUNyfgw-Ius2Dk8M5jWmUpTCyWJ0sAbUI87c18Z6RqfCErwR31hyphenhyphenwTaIgSqsegFFvOZXENuubYWL2mzww/s1600/IMMA7.png" /></a></div>Fra gli snodi fondamentali vi sarà il rapporto con il padre, paradossalmente l’origine stessa dell’«inettitudine» del protagonista: <b>Zeno è tale appunto perché non ha alcuna speranza di coincidere o quantomeno avvicinarsi all’immagine paterna</b>, solida e virile, questo a causa sia di ragioni individuali che storiche, prima fra tutte la crisi che l’individuo borghese, a inizio ‘900, si ritroverà a vivere. <br />
Zeno ha un assoluto e imperante bisogno di integrarsi nella società benestante a cui appartiene e pertanto di non sentirsi più “malato” ma “normale”, status raggiungibile solo a patto di arrivare ad incarnare la figura del buon padre di famiglia e dell’affidabile uomo d’affari. <br />
<b>Sarà proprio questa disperata ricerca dell’ordine più banale a portare Zeno a sposare la mediocre Augusta</b> e, al contempo, a proclamarne non solo l’amore, ma anche la più fulgida ammirazione per la sua «<i>perfetta salute</i>». Augusta si rivelerà un’impeccabile sostituta della figura materna, veicolo di benessere stillante la sicurezza e la dolcezza di cui Zeno sovente avrà necessità. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiUEnTzMeDZUhwdGG3C41wsp8Mx3byCIHbClay6KghP9wOTbc1UPWDAtWTO79dYcmQ-_xDmdxu_pUF5L4lBg1wlSvb79v16R5-qZpEbdYRLzVSj1Dde02j4zrOfTzkC4HV0WxCL4oxYgg/s1600/IMMA9.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiUEnTzMeDZUhwdGG3C41wsp8Mx3byCIHbClay6KghP9wOTbc1UPWDAtWTO79dYcmQ-_xDmdxu_pUF5L4lBg1wlSvb79v16R5-qZpEbdYRLzVSj1Dde02j4zrOfTzkC4HV0WxCL4oxYgg/s1600/IMMA9.png" /></a></div>Infine, come in ogni romanzo di Svevo, l’«inetto» si ritroverà ad affrontare la figura del rivale, incarnata nel cognato <b>Guido Speier</b>, la sua esatta antitesi. Guido verrà descritto come colto e affascinante, sicuro di sé stesso, magnifico suonatore di violino (al contrario di Zeno, in grado unicamente di strimpellare melodie terribili) e, fatto ancor più importante,<i> tombeur de femmes</i>; Guido, infatti, riuscirà a conquistare e sposare la bella Ada, sorella di Augusta e primo sogno e desiderio dell’«inetto» rivale. Zeno, inizialmente, manifesterà un’ostilità scoperta nei confronti di Guido e arriverà addirittura a soffocare l’impulso di ucciderlo, trattenendosi dal spingerlo giù da un muretto durante una loro passeggiata notturna. <br />
Successivamente, i sensi di colpa per questi istinti a stento repressi, inaccettabili per la sua coscienza, lo porteranno a seppellire i suoi veri sentimenti sotto una maschera di ostentazione, inscenando un patetico e improbabile affetto fraterno. Anche a distanza di molti anni, al tempo di redigere il suo memoriale, l’anziano Zeno non sarà ancora disposto ad ammettere il suo odio e continuerà a protestare di aver amato Guido Speier più di un fratello. <br />
<br />
Eppure apparirà fin troppo evidente, dalle parole del protagonista stesso, come, nel momento in cui Guido si ritroverà a precipitare in caduta libera verso la rovina più totale, Zeno sarà sì al suo fianco, ma unicamente come spettatore impassibile del suo tragico fallimento. Dopo il suicidio dello Speier, l’inconscio dell’«inetto» arriverà a convincerlo di essere stato un “compagno” magnanimo e affettuoso e proprio nella dedizione ossessiva che Zeno manifesterà nel voler onorare la memoria dell’amico, si evidenzierà tutto il suo odio: <b>il postumo salvataggio del patrimonio di Guido decreterà il vero trionfo di Zeno, rivelando tutta la fragilità di un nemico tutt’altro che onnipotente, pietosa vittima dei suoi stessi errori</b>. L’episodio del funerale, ovvero quando Zeno narrerà di aver preso parte al corteo funebre sbagliato, ne sottolineerà l’ostilità latente, ne rivelerà gli impulsi più profondi e l’euforia che pervaderà il protagonista, nell’attimo successivo alla realizzazione del madornale errore, dimostrerà come<b> l’«inetto» vittorioso avverta tutta la propria forza e la propria “sanità” nei confronti di un antagonista ormai incatenato all’ineluttabilità della morte</b>. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPMGvc8vzvMfic8cn7N-kZhVyevzZyizNGcGXRM17Es-TcwO987A90SHlhNhM8pKWt2IQZHZ8BVj6Bf7IVBcggCsqIgqYVkD7BzwMjGg1UGCibVUyRX69Hfr318S2aIolX8i7qk9kAKDI/s1600/IMMA4.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPMGvc8vzvMfic8cn7N-kZhVyevzZyizNGcGXRM17Es-TcwO987A90SHlhNhM8pKWt2IQZHZ8BVj6Bf7IVBcggCsqIgqYVkD7BzwMjGg1UGCibVUyRX69Hfr318S2aIolX8i7qk9kAKDI/s1600/IMMA4.png" /></a></div>Tuttavia, <i>La Coscienza di Zeno</i> non arriverà a costituire soltanto una spietata operazione di smascheramento, manifesto di falsa moralità e fulgida testimonianza di autoinganno; il fattore più illuminante e ammirevole dell’intera opera di Svevo sarà costituito dal <b><u>mutamento di prospettive</u></b>, <b>che porteranno Zeno stesso ad essere non solo “oggetto” di critica, ma anche “soggetto”</b>. L’«inettitudine» del protagonista si rivelerà quindi un ottimo pretesto per osservare con tutta comodità la presunta “normalità” del prossimo, in particolare quella dei membri della classe borghese in cui Zeno vorrebbe identificarsi<b>; la “malattia” del protagonista fungerà da strumento straniante, ingegnoso dispositivo atto a portare alla luce l’inconsistente “sanità” degli altri</b> che, ad una visione superficiale, sembrano vivere perfettamente soddisfatti, senza mai vacillare nella solidità delle proprie certezze o dei propri principi. <br />
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In questo modo il virile padre di Zeno si trasmuterà in un essere debole e indifeso e il ritratto che ne verrà dipinto sarà quanto mai cattivo e corrosivo. Questi, riluttante persino ad accettare che la terra sia in movimento, dimostrerà tutta la chiusura tipica dei “normali”, cristallizzati nelle proprie convinzioni e gerarchie, in realtà gli autentici veleni che arrivano a consumarli; e così arriverà a realizzarsi il <b><u>paradosso</u></b>, ovvero che <b>saranno i “sani” ad assumere il ruolo di veri “malati”</b>. <br />
Allo stessa maniera la soave bontà di Augusta, a proprio agio solo all’interno del “nido” familiare e sorretta da una cieca fiducia nelle autorità, vere o presunte, apparirà quale espressione della più biasimevole ottusità, che la renderà incapace di valutare e ragionare in maniera critica, cieca a tal punto da essere perfino impossibilitata ad accorgersi dei sistematici tradimenti del marito. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZWwLrfzh82ArJcVQ31qidhuO7G35oRNpymyEYobyUDkHIqxFimecAcdwxtzYq8_W7FvfMTLHuep_vVrUk4P013Bo9Q0qSuCTFR77K4bfsJ71U6vI_pYPBd0J8-JH8GxxtMYGtezj_U34/s1600/IMMA15.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZWwLrfzh82ArJcVQ31qidhuO7G35oRNpymyEYobyUDkHIqxFimecAcdwxtzYq8_W7FvfMTLHuep_vVrUk4P013Bo9Q0qSuCTFR77K4bfsJ71U6vI_pYPBd0J8-JH8GxxtMYGtezj_U34/s1600/IMMA15.png" /></a></div>Augusta costituirà l’emblema della “normalità” borghese, piantata al centro del mondo e irremovibile dalla sua posizione; al contrario, Zeno si rivelerà come un essere fluido, incostante e inafferrabile, caratteristiche che lo condanneranno per sempre a restar fuori da quel mondo “normale” e a valutare la realtà che lo circonda con diffidenza e malessere. <br />
Lo sguardo di Zeno sconvolgerà le gerarchie e renderà ogni identità una facciata, ogni figura una maschera fumosa e indistinta, incerta e ambigua, convertendo la sanità in follia, la forza in malattia. Nel rivoltare le verità e nello stravolgere i fatti, Zeno sarà al contempo cieco e chiaroveggente, costruirà alibi e rivelerà le menzogne più subdole:<b> mistificando la realtà offrirà la giusta chiave per far venire a galla la verità di ciò che lo circonda</b>. <br />
<br />
Davanti a una realtà deformata e deviata a tal punto, non vi è neppure una voce, un narratore onnisciente che riporti l’ordine, che giudichi gli avvenimenti in base a valori determinati e ineluttabili. In questo folle caos si continuerà ad ascoltare solo la coscienza di Zeno, che procederà nella propria narrazione senza alcun punto di riferimento: starà unicamente al lettore stabilire se ciò che è scritto possa essere identificato come «verità» o «bugia» o, molto più probabilmente, tutt’e due le cose insieme.Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-13857009208978307342011-08-07T10:53:00.000-07:002011-08-07T10:53:55.648-07:00•Recensione: ERICH MARIA REMARQUE - Niente di nuovo sul Fronte Occidentale<div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivuMZohPf8T0CNORvB2Aio5GMVVUZjzVKjFUbG2K7_JQvsv7XvrB4tW0KNDfjcgdr3dQNICOtJchzuUJLFY6B0HpcFncrrRhqXTdE6WKLZiOymYHYqazWt8ya4kUrRreCMwTwdbbK4avo/s1600/BANNER.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivuMZohPf8T0CNORvB2Aio5GMVVUZjzVKjFUbG2K7_JQvsv7XvrB4tW0KNDfjcgdr3dQNICOtJchzuUJLFY6B0HpcFncrrRhqXTdE6WKLZiOymYHYqazWt8ya4kUrRreCMwTwdbbK4avo/s1600/BANNER.png" /></a></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;"><i><b>Singing "Amen I, I'm alive"</b></i></span></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><br />
</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;">«<i><b>Questo libro non vuol essere</b></i></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><i><b>nè un atto d'accusa nè una confessione</b>.</i></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><i>Esso non è che il tentativo di raffigurare</i></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><i>una generazione la quale -anche se sfuggì alle granate-</i></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><i><b>venne distrutta dalla guerra.</b></i>»</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><br />
</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><b>Pace a lui. </b></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><b><i>Pace al povero soldato</i></b> che cammina sotto l'immenso cielo, lungo la via che spietata gli si stende dinanzi.</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><b><i>Pace al povero soldato</i></b> con gli scarponi grandi e goffi e con i pantaloni larghi e sformati, che sotto le ampie pieghe celano la gracilità di un fisico imberbe.</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><b><i>Pace al povero soldato</i></b> che troppo presto dimentica, che non è neppure più in grado di essere triste, che non riesce più a commuoversi davanti al vasto cielo notturno.</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;">Se gli deste una carezza, un bacio o uno sguardo benevolo, forse vi guarderebbe stranito, forse non vi capirebbe più; <b>ha ormai il cuore pieno di terra</b>, come le sue scarpe, <b>e ha dimenticato tutto, fuorché la marcia</b>. Sparute sorgono le immagini di tutto ciò ch'egli ha perduto, ma che gli sembrano così lontane, come se non le avesse possedute mai: e fra queste, <i>non sono forse là i suoi vent'anni?</i></div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><br />
</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI-W8WGnPtagvP6vWaG2FYhRkX1LOzhrk5KRB4YwH79EP6nT-AE29Lvu4O_NxN69V0edHvRxP2LPxck0KqXDfcQVqvr_BhNyCwrepA47SMAJKwvsFpfXXMrLTgcKd67bBluBMrYmyQV0I/s1600/IMMA17.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI-W8WGnPtagvP6vWaG2FYhRkX1LOzhrk5KRB4YwH79EP6nT-AE29Lvu4O_NxN69V0edHvRxP2LPxck0KqXDfcQVqvr_BhNyCwrepA47SMAJKwvsFpfXXMrLTgcKd67bBluBMrYmyQV0I/s1600/IMMA17.png" /></a></div><b><i>Erich Maria Remarque</i></b> impiegò unicamente sei settimane per redigere quella che è tutt'ora considerata<b> la più notevole testimonianza della Grande Guerra</b>. Lui stesso visse l'esperienza della trincea, venendo destinato al fronte francese nord-occidentale presso <b>Verdun</b> e fu proprio qui che, nel 1917, visse in prima linea uno dei più terribili combattimenti della Prima Guerra Mondiale, <b>la Battaglia delle Fiandre</b>. La brutalità della guerra segnerà profondamente l'esistenza del giovane Remarque, all'epoca appena diciannovenne, e al contempo determinerà la sua vocazione letteraria: <b>saranno proprio le ferite interiori causategli dalle atrocità belliche che lo spingeranno a scrivere.</b><br />
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</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;">Il <b>romanzo-diario <i>Niente di nuovo sul Fronte Occidentale</i></b> ricostruisce la cronistoria delle battaglie sul fronte francesce e, fin dalla premessa, scritta nel tono di un aforisma, sottolinea come anche i sopravvissuti alla guerra, nonostante conservassero una parvenza di vita, ne fossero usciti terribilmente distrutti e lacerati, irrimediabilmente incrinati nell'animo.<br />
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</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPy-5jYyivzzyJBEcVkn5tYRqVIbmY2EEFa_ZPTSh94CSHKI99ybB7zvWN5Pp0HSMjlJrZqxxIqT8LoyXL7wPB1CeJRoOh0mRdYUJeQx0TyH2JfHDWt9Ql0nvlYJzIuCYHbkbmz3Iy8bo/s1600/IMMA5.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPy-5jYyivzzyJBEcVkn5tYRqVIbmY2EEFa_ZPTSh94CSHKI99ybB7zvWN5Pp0HSMjlJrZqxxIqT8LoyXL7wPB1CeJRoOh0mRdYUJeQx0TyH2JfHDWt9Ql0nvlYJzIuCYHbkbmz3Iy8bo/s1600/IMMA5.png" /></a></div>Tutto prende avvio da un professore di scuola,<b><i> Kantorek</i></b>, e dalla sua propaganda incessante, da lui condotta così alacremente tanto da portare l'intera sua classe -fra cui l'io narrante Paul Bäumer- ad arruolarsi nelle milizie tedesche. L'insistenza di Kantorek arriverà a persuadere perfino il giovane <i><b>Josef Behm</b></i>, un ragazzotto grasso e tranquillo, uno dei pochi che ebbe, almeno inizialmente, la volontà di esercitare una strenua resistenza all'arruolamento, ma che alla fine non fu in grado di tirarsene fuori;<b> era infatti impensabile disertare in un'epoca in cui perfino i genitori avevano la parola "vigliacco" a portata di mano</b>. <b>La maggior parte della gente non aveva la più pallida idea di ciò che stava per accadere</b>, se non i poveri, paradossalmente gli unici ragionevoli, i semplici, che tuttavia stimarono immediatamente la guerra come una disgrazia, mentre i borghesi erano fuori di sé dalla gioia.<br />
Il Fato volle che fu proprio il giovane Josef Behm uno dei primi a cadere, in maniera atroce: colpito agli occhi durante un assalto e lasciato per morto, tentò di trascinarsi a carponi verso la propria trincea, ma venne abbattuto a fucilate prima che uno solo dei suoi compagni potesse avvicinarsi.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuEOHJ4BlqSSPuyZ_-jggVcOCzdcAiIWG0krchyphenhyphenxr75t1ZY8TLerqrl4Ha_HPCTsN03KJhB8dm9T_76sYFacjNZsxCczRxR3k3hUyYhnomirsZuUbqYCWNcHrGI3kbz1i4OdZkGVzjqAY/s1600/IMMA18.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuEOHJ4BlqSSPuyZ_-jggVcOCzdcAiIWG0krchyphenhyphenxr75t1ZY8TLerqrl4Ha_HPCTsN03KJhB8dm9T_76sYFacjNZsxCczRxR3k3hUyYhnomirsZuUbqYCWNcHrGI3kbz1i4OdZkGVzjqAY/s1600/IMMA18.png" /></a></div>Occorre far carico al professor Kantorek di questa inutile e tragica morte? In realtà, in Germania e non solo, di Kantorek ve n'erano a migliaia e disgraziatamente erano tutti convinti di agire per il meglio, irretendo la ragione e improntando la gloria. E in questo sta il loro fallimento e la rovina di una generazione. Come maestri di vita, i professori dovevano essere per i diciottenni chiamati alle armi delle guide indiscusse, ciceroni dell'età virile, con il compito di introdurre ogni giovane anima, anche la più acerba, al mondo del lavoro, al senso civico, alla cultura, al progresso, in poche parole all'avvenire. Ma la morte di Josef Behm madò in frantumi qualsiasi convinzione;<b> il primo fuoco tambureggiante sottolineò tutti gli errori commessi e la prima granata disintegrò la concezione del mondo che qualsiasi professore avesse mai potuto insegnare ai suoi allievi.</b><br />
Mentre i Kantorek continuavano a scrivere e a parlare, gli ospedali rigurgitavano feriti e moribondi; mentre si continuava a esaltare la grandezza dello Stato e l'importanza di servirlo, il terrore della morte serpeggiava negli animi di giovani e vecchi. Nonostante quei fiduciosi e imberbi allievi continuassero ad amare la propria patria e ad avanzare con coraggio ad ogni chiamata,<b> erano ormai in grado di distinguere la verità e di guardarla in faccia</b>. Erano improvvisamente soli e da soli dovevano sbrigarsela, costretti a vivere i propri vent'anni in trincea.</div><div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;"><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSTpyvh_Orpw7HfTcYx3m5Jn5LNVffE4Vls8B0TWJUVdDPPIfQv71CeFtisNOr8SGwI3a7C58vGialEPfpPSlKquMY9iQYSbQy-edRbHvEGt_J0Ef7mCNp0RzPO5AwlIFjbjx5mDobg_E/s1600/IMMA1.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSTpyvh_Orpw7HfTcYx3m5Jn5LNVffE4Vls8B0TWJUVdDPPIfQv71CeFtisNOr8SGwI3a7C58vGialEPfpPSlKquMY9iQYSbQy-edRbHvEGt_J0Ef7mCNp0RzPO5AwlIFjbjx5mDobg_E/s1600/IMMA1.png" /></a>Così giovani non avevano neppure progetti determinati per l'avvenire, niente che potesse riguardare carriera o famiglia; in compenso, erano saturi delle idee indistinte dell'adolescenza, che ammantavano la vita e anche la guerra di un carattere irrealistico e dolcemente romantico.<br />
<b>Le dieci settimane di caserma li trasformarono più profondamente di quello che dieci anni di scuola avrebbero potuto fare.</b> Presto ognuno dovette imparare come un paio di stivali nuovi o un bottone lucido fossero più importanti che non la matematica e come i declami dei propri superiori fossero più perentori di qualsiasi aforisma di Schopenhauer. Prima furono colti da un genuino stupore, che lasciò facilmente il posto all'esasperazione e poi alla più passiva indifferenza, quando ormai ciascuno si rese conto che, in tempo di guerra, ciò che conta davvero non è il pensiero o lo spirito, ma l'istinto e il sistema, e che non vi era più senso di essere liberi se non si era in grado di obbedire allo "scattare".<br />
L'entusiasmo e la buona volontà instillati in questi giovani animi dal professor Kantorek al tempo di arruolarsi, presto si estinse: <b><u>patria era in realtà rinuncia della propria personalità, guerra era unicamente sinonimo di distruzione.</u></b><br />
«<i>Saluto, attenti, passo di parata, presentat'arm, fianco dest', fianco sinist', battere i tacchi, cicchetti e mille piccole torture. Ci eravamo figurati diversamente il nostro compito; sembrava che ci si preparasse all'eroismo come cavalli da circo; ma finimmo coll'abituarci.</i>»<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJlfAhaDwqEFr-ySrJ6qcka2V350aplb0uRWPe6ECGTyIjWSzHLgN-2rWsmAQcS_WxVTcFaGyJveU77Cc3hjXx1Bo_wvr2dPWtmrCN8TBi15cGmtAyP0yHoQ19G8MaVkSASCuJTkisXIQ/s1600/IMMA21.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJlfAhaDwqEFr-ySrJ6qcka2V350aplb0uRWPe6ECGTyIjWSzHLgN-2rWsmAQcS_WxVTcFaGyJveU77Cc3hjXx1Bo_wvr2dPWtmrCN8TBi15cGmtAyP0yHoQ19G8MaVkSASCuJTkisXIQ/s1600/IMMA21.png" /></a></div>Con la più raffinata educazione di caserma, anime ancora candide urlarono di rabbia e i novelli cadetti impararono ad essere spietati, vendicativi, duri e diffidenti, le poche qualità necessarie per andare in guerra. Senza un allenamento del genere, nessun ragazzo poteva sperare di sopravvivere o di conservare la propria sanità mentale: era il modo più efficace di prepararsi a ciò che li attendeva.<br />
Di pari passo, tuttavia, iniziò a svilupparsi<b> un atavico senso di solidarietà</b>, che venne ancor più elevato dal fronte, originando l'unico sublime prodotto di una guerra, il <b><u>cameratismo</u></b>, l'unico strumento in grado di strappare un'anima dall'abisso del più disperato abbandono. E così all'<i><b>homo homini lupus</b></i> della trincea si contrappose, affiancandovisi, l'<b>animale sociale</b> di aristotelica memoria, sublimando nei singoli individui gli estremi dell'umana natura.<br />
<br />
D'altronde, solo il fronte poteva riuscire a generare qualcosa di simile: la vita ai confini della morte si limita all'indispensabile, ritorna alle radici, mentre tutto il superfluo è cloroformizzato. <b>E' proprio nella primitività che si aggrappa la salvezza</b>: una maggiore evoluzione avrebbe condotto alla pazzia, alla diserzione, alla morte o, nel migliore dei casi, a un inutile consumo di energia. Il fronte riduceva quei vent'anni all'essenza di un animale appena pensante, impastandone la sensibilità e rendendo la ragione capace di sopportare l'orrore, le membra di sostenere le mutilazioni e gli occhi di guardare attraverso la polvere, il sangue e il gas mefitico.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLjI8Z3cN5sGtx_YkBohGkj47QVVbYUY94pFGCpaShaW_B8MCivSHANEj9BjPkO3Gx-sjTzTBrLWw7l9KSrlKUcMIBFUTr23huPLfx2ipUYzItsixOGNHtJYI_02zE6w5SHEtloMUSmqQ/s1600/IMMA11.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLjI8Z3cN5sGtx_YkBohGkj47QVVbYUY94pFGCpaShaW_B8MCivSHANEj9BjPkO3Gx-sjTzTBrLWw7l9KSrlKUcMIBFUTr23huPLfx2ipUYzItsixOGNHtJYI_02zE6w5SHEtloMUSmqQ/s1600/IMMA11.png" /></a>Sostando in attesa lungo la linea di fuoco, in quelle stesse posizioni ormai occupate troppe volte, i volti di quei vent'anni non appaino nè più pallidi nè più accesi del consueto, nè contratti nè rilassati. Eppure qualcosa si è attivato: la coscienza della guerra ha sviluppato una sorta di contatto elettrico con il soldato, dotandolo della duttilità dei sensi e della pazienza di attendere la propria morte. <b>Vi è come l'impressione che la terra del fronte stesso emani una sorta di fluido benefico volto a mobilitare i nervi fino alle più remote fibre, sconosciute perfino all'organismo.</b> Ed è così che il fante nella terra trova sostegno e rifugio, vi si aggrappa lungamente e violentemente nell'angoscia mortale del fuoco, come farebbe con un amico, un fratello o un'amante. Nel silenzio di una buca scavata da una granata, il soldato soffoca il suo terrore, sperando di essere risucchiato dal fango stesso, per allontanarsi per sempre dallo spasimo dell'orrore e dagli spettri dell'annientamento.<br />
E nonostante tutto, sul fronte si deve continuare a combattere, fare dietro front, ritornare all'attacco al termine di una ritirata, trascinati avanti da qualcosa che ormai non è più volontà; <b>quei giovani ragazzi non sono più uomini, ma automi privi di pensiero e personalità</b>, follemente selvaggi, furibondi e assetati di sangue, bramosi di uccidere quelli che sono i propri nemici mortali, prima di essere sterminati a loro volta.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTPBlyNtlaLchR2M-TWljThfM9Piw5SqIB9F9qYG-AfPE60dLdqwQXxyYpiVfyjV0TZsAS4jP5RIBTTuuuMifHdLw3EstOE0vnKFMvVApZjlt8haRUaqBXkOro4bYhC1uG4lGAIvRJVCg/s1600/IMMA13.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTPBlyNtlaLchR2M-TWljThfM9Piw5SqIB9F9qYG-AfPE60dLdqwQXxyYpiVfyjV0TZsAS4jP5RIBTTuuuMifHdLw3EstOE0vnKFMvVApZjlt8haRUaqBXkOro4bYhC1uG4lGAIvRJVCg/s1600/IMMA13.png" /></a></div>Eppure se sapessero qualcosa di loro, di coloro che vanno a distruggere, come si chiamano, come vivono, cosa amano e cosa li affligge, probabilmente la furia svanirebbe lasciando il posto a un tremendo turbamento e poi alla compassione. Se si guardassero l'un l'altro negli occhi vedrebbero dietro quei volti apparentemente spietati tutto il dolore della creatura che dietro vi si cela, la tremenda tristezza della vita e la crudeltà umana. <b>Fu unicamente un ordine a rendere l'uomo che si sta depredando della vita un nemico e un altro ordine potrebbe trasformarlo di nuovo, in pochi secondi, in un amico, un alleato. </b><br />
Pochi individui, investiti di onnipotenza, firmarono intorno a un tavolo un foglio scritto, una dichiarazione di guerra che per anni divenne lo scopo supremo di milioni di uomini, mutilandoli, condannandoli o assurgendoli ad eroi; uomini come tanti, come tutti noi potremmo conoscere, ma soprattutto ragazzi, spogliati della propria vita e della propria morale.<br />
<br />
E' quindi con sgomento che osserviamo <b><i>Franz Kemmerich</i></b> morire senza nessuno accanto e lasciare come unica eredità un paio di stivali, oppure il compagno <b><i>Albert Kropp</i></b>, raffinato pensatore e fedele amico, che brama il suicidio per una gamba mutilata. E che lacerante strazio seguire passo a passo le riflessioni, gli stupori e i tremori del giovane <b><i>Paul Bäumer</i></b> -io narrante e alter ego di Remarque stesso-, nella perenne lotta contro i suoi demoni, dentro una buca, al cospetto dell'uomo che ha ucciso, oppure immerso nel terrore di dover rimanere solo al mondo, angoscia che lo porterà a trasportare fino a stremarsi il corpo dell'amico<i><b> Katzinski</b></i>, senza neppure accorgersi della di lui morte.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWkK0cUEjh4hAHaDQZi7osA0XGGR0pI2mvcKPhTNwhZZpTQZZGMehiKSbg-iLM5JgWlI-GyRUnLjCiQSxc9A5reSvZMiaM57pVM-HsHXnlFM-p9rmLVEBaOoE1lEOvl1sGd2E6VKxJhhA/s1600/IMMA20.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWkK0cUEjh4hAHaDQZi7osA0XGGR0pI2mvcKPhTNwhZZpTQZZGMehiKSbg-iLM5JgWlI-GyRUnLjCiQSxc9A5reSvZMiaM57pVM-HsHXnlFM-p9rmLVEBaOoE1lEOvl1sGd2E6VKxJhhA/s1600/IMMA20.png" /></a>Questi sono i vent'anni al tempo di guerra, questa è la <b><u>generazione di ferro</u></b>,<b> bloccata in un presente atroce, ma senza il conforto di un passato o la speranza nel futuro.</b> Non vi è neppure la consolazione degli anziani con mogli, figli e professioni già tanto forti che neppure la guerra è in grado di distruggere. Questi poveri ventenni non hanno altro che i proprio genitori, qualcuno una ragazza, praticamente nulla contando che, nella loro età, l'influenza dei genitori è ridotta al minimo mentre la donna non è ancora dominante.<br />
«<i>All'infuori di questi sentimenti non v'è gran cosa in noi: la nostra vita non andava più in là del nostro entusiasmo e della scuola, e di tutto ciò nulla è rimasto</i>».<br />
<br />
<b>Come sembra assurdo tutto quello che nella storia dell'uomo è stato pensato, scritto o realizzato, se qualcosa del genere è ancora possibile!</b> Come appare tutto falso e inconsistente se la genialità umana non è neppure riuscita a impedire che scorrano tali fiumi di sangue, che esistano prigioni di tortura e che milioni di corpi orribilmente lacerati, che a fatica si definirebbe ancora umani, occupino i letti di migliaia di ospedali. E come è possibile che un giovane di soli vent'anni, non conosca altro della vita se non il terrore, la disperazione, la morte e un infinito abisso di sofferenze.<br />
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La guerra non concede più di essere giovani con la voglia di assaporare la vita a pieni polmoni o di prendere il mondo d'assalto, ma obbliga a sfuggire addirittura da sè stessi:<b> arruolati a diciott'anni, quando appena si inizia ad amare il mondo, per poi essere costretti a sparargli contro.</b> «<i>La prima granata ci ha colpiti al cuore; esclusi ormai dall'attività, dal lavoro, dal progresso, non crediamo più a nulla. Crediamo alla guerra.</i>»<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglwC88Q2grg8oRpn6ET5nc8oWsnEtQRoa5BRbb9atuKzH_o-fWVCN-WgGltZ6a14pPmF1L5hBD_XHreF4I9QiNR1jzHF8s-u2pDnEouA7jPGqhfR7x_Nt3Wqp6mzRyPOEj7LN-6nJMh2M/s1600/IMMA19.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglwC88Q2grg8oRpn6ET5nc8oWsnEtQRoa5BRbb9atuKzH_o-fWVCN-WgGltZ6a14pPmF1L5hBD_XHreF4I9QiNR1jzHF8s-u2pDnEouA7jPGqhfR7x_Nt3Wqp6mzRyPOEj7LN-6nJMh2M/s1600/IMMA19.png" /></a></div>I più atroci orrori vengano rappresentati quasi casualmente dalla scrittura di Remarque, come elementi qualunque di vita quotidiana; tuttavia, gli occasionali momenti di bellezza si distinguono e risplendono sfolgoranti sul turpe sfondo della battaglia. Man mano che il romanzo procede si assiste a una crescita esponenziale dei protagonisti: si induriscono, diventano spietati e sanguinari, per poi trascinare il lettore di fronte alle più fulgide imprese sia di nobiltà che di tragedia, come solo l'uomo comune in guerra è in grado di compiere.<br />
«<i>"Compagno" dico al morto, ma con pacatezza: "<b>oggi a te, domani a me.</b> Ma se scampo, compagno, voglio combattere contro ciò che ci ha rovinati entrambi: che a te ha tolto la vita...e a me? La vita anche a me. Te lo prometto, compagno. <b>Non dovrà accadere mai più.</b>"</i>»<br />
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</div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-70728011427737338302011-07-26T12:11:00.000-07:002011-08-13T09:46:28.017-07:00•Recensione: DAVID NICHOLLS - Un Giorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqZwv0iHmgik3rwUI7mXy8BbptlYFXFg1LOS_OLw2icWVisGS_O0atTt_sp_Ie_NYjzkoO_xlDYgIGSs3koaDnu0blr7ejGPkBHtt5aKFQk576HAgwSRsFjb2Fkz6oA5uxR8Fmy8kPzXY/s1600/BANNER.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqZwv0iHmgik3rwUI7mXy8BbptlYFXFg1LOS_OLw2icWVisGS_O0atTt_sp_Ie_NYjzkoO_xlDYgIGSs3koaDnu0blr7ejGPkBHtt5aKFQk576HAgwSRsFjb2Fkz6oA5uxR8Fmy8kPzXY/s1600/BANNER.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;"><b><i>This could really be a good life</i>.</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">«<i><b>Immaginiamo un giorno a scelta isolato dal contesto della vita</b>.</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><i>Fermati, lettore, e rifletti a lungo sulla lunga catena di vil metallo o oro,</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><i>spine o fiori, che non ti avrebbe mai legato,</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><i>se non fosse stato per la formazione di quel primo anello</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><i>in <b>quel giorno memorabile</b></i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">»</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><b>Charles Dickens</b>, <i>Grandi Speranze</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Li avete notati? Sono<i> ovunque</i>, impossibile non vederli. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Donne e uomini, persone di qualsiasi genere o età, stipati sugli autobus o in metropolitana, nei bar o nei centri commerciali, fra lo sferragliare dei treni e gli sbadigli delle sale d'attesa, tutti chini su un libro, un romanzo con una caratteristica copertina arancione. Con buona probabilità staranno ridacchiando impotenti o, tranquillamente e senza vergogna, staranno asciugandosi una lacrima. <i>Di certo si saranno dimenticati del mondo che li circonda.</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuDFKm7X4FQ7zhnXth7I74IRayrbgpK7X0-omd2jeXljvTjDebYcGlt7LIk9cetmCkbsZgpyck5ugAnyuwgHm1ho3CjQelicONPq1CJhd4CMH5KE6lxzvzCkR4jXEmDmiFu2FcPJodRcg/s1600/IMMA15.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuDFKm7X4FQ7zhnXth7I74IRayrbgpK7X0-omd2jeXljvTjDebYcGlt7LIk9cetmCkbsZgpyck5ugAnyuwgHm1ho3CjQelicONPq1CJhd4CMH5KE6lxzvzCkR4jXEmDmiFu2FcPJodRcg/s1600/IMMA15.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Il libro che li assorbe in maniera così catartica è <i><b>Un Giorno</b></i> di <b>David Nicholls</b>, pubblicato nel lontano giugno 2009, ma che solo ora sembra aver imboccato<b> la traversina del passaparola</b></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">, raggiungendo un successo di dimensioni enormi. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Venuto alla luce in un mondo editoriale in fermento, sgomitando fra il colosso svedese Stieg Larsson e la vampiresca Stephenie Meyer, in poco più di un anno è stato in grado di conquistarsi un posto nelle classifiche, tramutandosi in best-seller e diventando<b> il più venduto romanzo inglese del 2010</b>. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Ancora più sorprendente risulta il successo internazionale: tradotto in ben 31 lingue si aggiudica per tre mesi un posto d'onore sulla bestseller list del New York Times. Riesce a emergere anche oltreoceano e conquista un lettore dopo l'altro a partire dall'editore americano di Nicholls che racconterà di come i suoi colleghi probabilmente lo giudicarono pazzo, vedendolo rinchiuso nel proprio ufficio per un giorno intero con il libro di Nicholls in mano, ridendo ad alta voce un minuto e singhiozzando come un bambino quello dopo.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Ma cosa rende così speciale<i> Un Giorno</i>? Innanzitutto la struttura non è fra le più usuali.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ4u3cg9UNcYECMJ9UZ4EBgA3aWK9k9qf2Ehmly7bEJouhnTiw8VrHkMfbUCc0YqWhuOKtHDpy2DNeHBtfn63x0bIl-dqfrWenYN8rPf9W8oMvh2NX3dLlaIFzPjcuJ8kzpkxnKDw3ZJ0/s1600/IMMA10.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ4u3cg9UNcYECMJ9UZ4EBgA3aWK9k9qf2Ehmly7bEJouhnTiw8VrHkMfbUCc0YqWhuOKtHDpy2DNeHBtfn63x0bIl-dqfrWenYN8rPf9W8oMvh2NX3dLlaIFzPjcuJ8kzpkxnKDw3ZJ0/s1600/IMMA10.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">E' il <b><u>15 Luglio 1988</u></b>, siamo ad Edimburgo e <b>Emma e Dexter</b> sono raggomitolati l'uno accanto all'altra sul letto a una piazza della ragazza, nudi e pieni di belle speranze, a ridere sommessamente e a parlare del futuro e dei propri progetti. E' la loro prima alba da laureati... è la loro prima alba insieme. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><b>Da quella notte, nel 15 Luglio di ogni anno, le vite di Emma e Dexter in qualche modo si incroceranno. </b></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Il 15 Luglio non è una data a caso: è<b> la festa di St. Swithin</b> e<i> St Swithin's Day</i> è la canzone con cui la lacerante voce di Billy Bragg evoca dal 1985 sepolte nostalgie. <i>Un Giorno</i> rivisiterà Emma e Dexter in questa ricorrenza nel corso dei successivi vent'anni, che li vedranno tracciare le proprie vite in parallelo, senza tuttavia allontanarsi mai veramente l'uno dall'altra, mantenendo sempre una connessione indissolubile fra loro, che diverrà ogni volta più scoppiettante ed evidente nei loro momenti di intersezione:<b> Emma e Dexter sono più felici, più divertenti, semplicemente persone migliori quando sono insieme e per questo sono destinati ad amarsi perdutamente</b>.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYOFaCyVs0FiSGNCW387sBxxswNovsB5DCS_lbxffu-q-_9Lq5h4Hov6jQJ-oZV5bpXgM8S3ekVCHV57U4zxHlFgu5sdP_T3vevdkx2aU-Z-Wgg3HPwfJfVY3J6O8ythhb-36CKfTU72g/s1600/IMMA11.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYOFaCyVs0FiSGNCW387sBxxswNovsB5DCS_lbxffu-q-_9Lq5h4Hov6jQJ-oZV5bpXgM8S3ekVCHV57U4zxHlFgu5sdP_T3vevdkx2aU-Z-Wgg3HPwfJfVY3J6O8ythhb-36CKfTU72g/s1600/IMMA11.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">In questo modo due sconosciuti diventeranno una coppia di amici, migliori amici, anche se le loro strade arriveranno a divergere radicalmente. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Il 15 Luglio potrà capitare di vederli a cena, a raccontarsi le miserie e le conquiste dell'anno passato, oppure sul ponte di un traghetto sul Mar Egeo, ad arrostirsi al sole e a leggere; non sarà raro vederli battibeccare, litigare e incriminarsi a vicenda, per poi rincorrersi, lasciare un messaggio a una stupida segreteria telefonica, ubriacarsi, ritrovarsi e fare l'amore fino a diventare adulti. Quello che appare evidente a chiunque, ovvero che Emma e Dexter in fondo sono fatti l'uno per l'altra, è un pensiero ricacciato nelle profondità del cuore di entrambi, perché la verità è che <b>Em e Dex sono troppo innamorati per deludersi</b>.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Grazie a questo stratagemma narrativo, David Nicholls scatta anno dopo anno una serie di splendide fotografie che aprono e chiudono le fasi cruciali della vita di Emma e Dexter, ventenni negli anni ottanta e poi via via quarantenni nel Nuovo Millennio. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">L'idea venne suggerita a Nicholls dalla <i>Tess dei d'Ubervilles</i> di <b>Thomas Hardy</b>, solita a prendere filosoficamente nota di tutte le giornate scolpite da un episodio. <i>Un Giorno</i>, tuttavia, suggerisce che esistono centinaia di momenti che viviamo come memorabili nel corso degli anni, ma a nessuno è veramente dato sapere se la catena delle cause e delle concause che può venirsi a formare cambi davvero qualcosa o ci lasci un margine di arbitrio.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhemyKW_eB1VWgDpCoQBnpgW4i_E-jeOa0EztVdWEtrup9ZHx5ZhpLA-J3uMinM5TAcaSOX653LoeFFWebOs4jn1YvXWX6EZ8xgzqdQ2S1yH9Ibs7iaX_GJ8pidQQ5CopK-9TwYnu3WyH0/s1600/IMMA14.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhemyKW_eB1VWgDpCoQBnpgW4i_E-jeOa0EztVdWEtrup9ZHx5ZhpLA-J3uMinM5TAcaSOX653LoeFFWebOs4jn1YvXWX6EZ8xgzqdQ2S1yH9Ibs7iaX_GJ8pidQQ5CopK-9TwYnu3WyH0/s1600/IMMA14.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><b>La scelta di descrivere una storia d'amore con l'espediente di raccontare vent'anni nello stesso giorno si rivela essere un dispositivo estremamente efficace, in grado di fornire una serie di vivide istantanee di una relazione</b>. Al termine di ogni capitolo il lettore si ritrova a chiedersi cosa accadrà dopo, quando improvvisamente, alla pagina successiva, un anno è già passato e la situazione è completamente stravolta, cambiata in modi sorprendenti, ma estremamente credibili. Infatti la vita è imprevedibile, sempre in bilico fra idillio e disperazione, volubile, incostante e per questo estremamente preziosa. </span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Nicholls affermò di aver voluto creare </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">«<b><i>l'impressione di guardare attraverso un album fotografico</i></b></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">», in modo che i personaggi cambiassero all'apparenza, rimanendo in fondo sempre fedeli a sè stessi. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheJZVILXSRiY_LNlw_q-mmK6T3-TlgrGLgaa90TgDIKPrxGdlZPRtAg25IJCgIO7H-jqzj1FBcVdz063mM_i5YZ2hYumK5I0boZ7Hh6oJkQoyJgRuhM7YN9nkBWikGXJmb8DusneBENCA/s1600/IMMA1.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheJZVILXSRiY_LNlw_q-mmK6T3-TlgrGLgaa90TgDIKPrxGdlZPRtAg25IJCgIO7H-jqzj1FBcVdz063mM_i5YZ2hYumK5I0boZ7Hh6oJkQoyJgRuhM7YN9nkBWikGXJmb8DusneBENCA/s1600/IMMA1.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Tuttavia, ciò che tutt'ora rende <i>Un Giorno</i> un fenomeno editoriale non è il formato, bensì il contenuto, che fa appello alle donne così come agli uomini. I sessi, in generale, hanno abitudini di lettura molto diverse fra loro; senza cadere in stereotipi, vi è un'opinione molto diffusa di come le donne sulla carta stampata preferiscano il romanticismo e gli uomini il divertimento e i lazzi. In <i>Un Giorno</i> si ottengono entrambi: <b>la commedia è travolgente e la storia d'amore colpisce il lettore con un grande <i>wallop</i> emotivo</b>. Anche l'amore, a dirla tutta, è gestito in maniera estramente amichevole e scanzonata: non vi è sentimentalismo becero e neppure uno smodato uso di zuccherosa melassa. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Le azioni vengono lasciate libere di parlare per sè stesse e <b>le emozioni</b>, molto realisticamente, <b>non sono cristallizzate nelle proprie definizioni, ma aggrovigliate in una matassa indistricabile e confusa.</b> E tutto ciò dipende in gran parte dall'estrema e tangibile bellezza dei due personaggi principali. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Dex e Em, Em e Dex. Un dittico degno di passare alla storia, come Liz Taylor e Richard Burton, Fred Astaire e Ginger Rogers, Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTwvmHNTs8ejL1ldWtgALidx__koZriCHkVRTRFhs9FiRLzaXtEHVvCJP22ReMBg4LgKr25xop_6DsB78H-9hpN99rkI1Nq8hBXNIjuJKujcdXFFzKf_OVffeIu-tJd17qyfz1uu6ICFM/s1600/IMMA9.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTwvmHNTs8ejL1ldWtgALidx__koZriCHkVRTRFhs9FiRLzaXtEHVvCJP22ReMBg4LgKr25xop_6DsB78H-9hpN99rkI1Nq8hBXNIjuJKujcdXFFzKf_OVffeIu-tJd17qyfz1uu6ICFM/s1600/IMMA9.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><b>Lui è <u><i>Dexter Mayhew</i></u></b>, il prototipo della<b> nuova razza dell</b><i><b>'homo britannicus</b></i>: bello, ricco, irriverente, megalomane, orgoglioso della propria libidine e della propria virilità. <b>Dexter è tutto quello che una metropoli come la Londra degli anni '80 può desiderare di partorire</b>: un giovane rampante nel fiore dei suoi anni, intimidito e imbarazzato da nulla, amante delle macchine sportive, degli orologi in titanio, dei locali notturni e del sesso sfrenato. Se non fosse per quel ciuffo sbarazzino sugli occhi, il sorriso sfrontato e la parlantina brillante, Dexter apparirebbe solo come l'ennesimo sbruffone insolente che, per qualche fortunata circostanza, ha raggiunto il piccolo schermo e il successo. Ma Dex, in realtà, è molte altre cose prima di essere lo scintillante presentatore dal finto accento <i>cockney</i>. <b>Dexter è, in fondo, un romantico, un ragazzo dall'intelligenza brillante che sovente si trova a ricoprire la parte dell'adorabile imbecille</b>. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAzNtE78v2BGzxMdzPWxd7iVLyd2s1i0pvqAgal_Oz3zh_8A4lLtkpTon7YEC7eiy0_jC9nQxAz7FUmEazfC09NgemPLiss5KehPaUO0vNhhaNR1Kh4TeXl0S-gGUUgDpvn_3_N9FWuLI/s1600/IMMA5.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAzNtE78v2BGzxMdzPWxd7iVLyd2s1i0pvqAgal_Oz3zh_8A4lLtkpTon7YEC7eiy0_jC9nQxAz7FUmEazfC09NgemPLiss5KehPaUO0vNhhaNR1Kh4TeXl0S-gGUUgDpvn_3_N9FWuLI/s1600/IMMA5.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;"><b>Lei è <i><u>Emma Morley</u></i></b>, rampolla del <b>proletariato in ascesa</b>: non è propriamente una vera bellezza, non possiede parentele altolocate o quantomeno benestanti, ha un irritante accento dello Yorkshire e non presta alcuna attenzione alla sua presenza fisica. Ha lasciato il suo paesino natale per trasferirsi ad Edimburgo, dove si è laureata a pieni voti in Lettere e Drammaturgia, non privandosi neppure del dottorato in Pedagogia.<b> Senza dubbio Emma ha una mente davvero brillante, una lingua tagliente e un arsenale inesauribile di risposte sarcastiche e pepate</b>: con un buon taglio di capelli e un vestito nuovo sembrerebbe davvero targata per il successo. Purtroppo tutto questo non le impedisce di rovinarsi i suoi anni migliori, lavorando in un ristorante messicano di infimo livello, e di dividere l'appartamento con una detestabile coinquilina, Tilly Killick, che non manca mai di farle trovare i suoi gargantueschi reggiseni a mollo nel lavandino della cucina oppure un pezzo di formaggio smozzicato nel frigorifero. </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;">E' opinione comune -anche di Dexter- che Emma, in fondo, lo faccia apposta a vivere male, quasi a volersi cucire addosso un'aura da poetessa maledetta, in modo da assecondare la propria vena creativa: infatti il sogno di Emma è quello di scrivere e non sarà raro vederla cimentarsi nella stesura di poesie, sonetti, pièce teatrali, romanzi, saggi e sceneggiature televisive impegnate. </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;">Eppure Emma Morley, a dispetto delle apparenze, è quanto di più lontano dal prototipo di <i>nerdy</i> che Londra ha da offrire: <b>Emma, in realtà, è sveglia, intellettuale, indipendente e, pure lei, intimamente romantica. </b>Tuttavia è anche estremamente, eccessivamente, consapevole: Emma, a differenza di Dexter, sa bene che maneggiare i sentimenti è come camminare sui carboni ardenti. </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPx2uC0EKDcvSLyWsrutkz3Z__lJvH4MPpfzwQHLBPBPo3rrpG_Q8tBQo9CTDESyMhUqdIBByeKtBobkXO9ZHDtv2ci9sd9TDRgN8yh4t0neV2sk6Gp4-e5XNNOGOQyDCZVRGI0jWlA18/s1600/IMMA12.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPx2uC0EKDcvSLyWsrutkz3Z__lJvH4MPpfzwQHLBPBPo3rrpG_Q8tBQo9CTDESyMhUqdIBByeKtBobkXO9ZHDtv2ci9sd9TDRgN8yh4t0neV2sk6Gp4-e5XNNOGOQyDCZVRGI0jWlA18/s1600/IMMA12.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;">Il primo incontro fra Em e Dex, come amano chiamarsi fin dal principio, ha un ché di surreale. Lei, osservando la pelle abbronzata di lui in controluce, non può a fare a meno di definirlo "fascinoso"; lui, guardandosi intorno nella stanza di lei, si rende conto di come ogni particolare ostenti una visione implacabile della vita, come un manifesto per giovani promesse e Emma, per giunta, sembra non aver alcuna vergogna a sbattergli la verità in faccia.</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Premesse interessanti, ma entrambi, dopo la prima notte insieme, <b>concordano nel ritenere come il loro sia un amore troppo difficile per due ventenni con ancora il latte sulle labbra</b>, così lo lasciano sfumare fra chiacchiere e caffè. Prima occorre pensare al futuro. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Così arrivano i viaggi intorno al mondo di Dexter e lo snervante lavoro al <i>Loco Caliente</i> di Emma, i successi e le delusioni che ogni vita può offrire, fidanzate borghesi e uomini dall'umorismo terrificante, pastiglie di ecstasy, vodka all'arancia e lacrime amare. Lui alle prese con il proprio exploit televisivo da meteora e lei con i problematici adolescenti di una scuola di periferia.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><b>Questi sono Emma e Dexter</b>: due indimenticabili protagonisti, decadenti e terribilmente reali, capace di far rimbombare le proprie commozioni all'interno della pancia e del cuore del lettore, sentimenti talmente profondi da sentirne la mancanza appena girata l'ultima commovente pagina.</span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-nSsWVxyyx779_RAoLN2AQCIiVA2-cYjQc6i4Jq8stYvjstmvXwgfp9gKR-71Wyl64NE6pjDCEuCneW1362Uihg8uLk7ET_sUMrR2v2XDbgSfTT4fqjzhXAHQUQfZFkzEUuXPBoyRLRM/s1600/IMMA2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-nSsWVxyyx779_RAoLN2AQCIiVA2-cYjQc6i4Jq8stYvjstmvXwgfp9gKR-71Wyl64NE6pjDCEuCneW1362Uihg8uLk7ET_sUMrR2v2XDbgSfTT4fqjzhXAHQUQfZFkzEUuXPBoyRLRM/s1600/IMMA2.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">La narrativa non sempre assomiglia alla vita; nei romanzi, molto spesso, tutti si prendono perlopiù sul serio, a partire dall'autore. <i>Un Giorno</i>, invece,<b> si presenta con una garbata e stuzzicante dose di ironia, srotolando in un battibaleno vent'anni di vicende, per costruire una sola storia: quella di un amore sempre rinviato</b>.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Eppure non si tratta di un romanzo rosa, la cui funzione è apertamente afrodisiaca, capace di appagare l'indefinita tensione erotica femminile tra equivoci, interruzioni e ostacoli, ma che, alla fine della fiera, è in grado di fornire al lettore abbondanti dosi di desiderio e possesso. Niente di tutto questo è <i>Un Giorno</i>. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Amore c'è, sesso anche, elementi fondamentali nella chimica inconfutabile instauratasi fra Emma e Dexter, come in quella di ogni coppia. Ma con<i> Un Giorno </i><b>ciò che entra veramente in campo sono i sentimenti</b>, quelli più belli e puri, che oggi definiremmo come "ottocenteschi". </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;">La storia d'amore è abbagliante e insidiosa e Emma e Dexter, nel loro procedere a tentoni, più di una volta, fra incontri, matrimoni falliti, sballi, viaggi e lavoro, rischieranno di perdere per sempre l'unica e più importante occasione che la vita gli ha offerto: il loro legame. </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0k0f8I1UpRbsvXl1hsOLpGkjDTeen_pi8gqF3mWYnSEajmdlivTtnurczhjCxLZZ5862zdwg9w2FIxz5zTOJIs2ZeTWhI-kNoIRmmw3-vP1QFNYds6SGzBGKuNWpat5NVlS4DVtEHsUc/s1600/IMMA3.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0k0f8I1UpRbsvXl1hsOLpGkjDTeen_pi8gqF3mWYnSEajmdlivTtnurczhjCxLZZ5862zdwg9w2FIxz5zTOJIs2ZeTWhI-kNoIRmmw3-vP1QFNYds6SGzBGKuNWpat5NVlS4DVtEHsUc/s1600/IMMA3.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;"><i>Vent'anni sono veramente tanti.</i> Impieghi, luoghi esotici, locali e abitudini, scorrono leggeri nel romanzo insieme al linguaggio, alle convinzioni, agli anni e alle ideologie, sballottando il lettore fra scintillanti studi televisivi e monolocali sconquassati, dalla campagna dell'Oxfordshire alla metropolitana londinese, improvvisamente e senza tregua, rendendo i cimeli della pagina precedente già il vintage di un'epoca passata.</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><b>Nicholls si rivela un acutissimo osservatore di dettagli</b>, sia che questi appartengano alla realtà sociale dei benestanti di periferia o a quella di un monolocale di Clapham, riuscendo a condire tutto con il caratteristico pizzico di ironia. E così la barba del preside diventerà un passamontagna, la frizzante co-conduttrice di Dexter parlerà in maiuscolo e si dimostrerà in grado di iniziare una lettera di condoglianze con la parola "Uei!" e l'uomo di Emma, Ian, dall'ironia deprimente, arriverà a farle la proposta della sua vita infilando l'anello di fidanzamento fra tentacoli di calamari. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;">Ma in questo romanzo c'è ancora molto di più che le battute e la fornitura apparentemente illimitata di dettagli fumettistici. </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;">Divertente e lucido, <i>Un Giorno </i>si dimostra non del tutto conforme ai precedenti libri di Nicholls, legati al genere comedy, per cui, agli sfortunati eroi, ogni cosa accadeva appunto perché si era in una commedia. In <i>Un Giorno</i>, <b>allo spumeggiante talento comico di David Nicholls, si aggiunge una ritrovata profondità e con il passare degli anni</b> -e di tutti i 15 Luglio- <b>la narrazione cresce esponenzialmente di potenza</b>. </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbDzZAxWpycPMpm0m89G0AyykOEVU7lPsAhwdRx1CJ0sDqRl-pfRA2P46V3YwdXZ2jn2_r0b5g7x5729vY73QwE0rxZ6Jwoth-ycabebLN8-2zMq6iWTTt1Ad6ks8gi6csK1Bt8hGO47A/s1600/IMMA6.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbDzZAxWpycPMpm0m89G0AyykOEVU7lPsAhwdRx1CJ0sDqRl-pfRA2P46V3YwdXZ2jn2_r0b5g7x5729vY73QwE0rxZ6Jwoth-ycabebLN8-2zMq6iWTTt1Ad6ks8gi6csK1Bt8hGO47A/s1600/IMMA6.png" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">La trasparenza della scrittura arguta di Nicholls richiama alla mente, ancora una volta, <b>Nick Hornby</b>: una prosa leggera ed estremamente scorrevole, ben lontana dal lasciare intravedere il duro lavoro che c'è dietro la propria composizione, ma comunque in grado di trasmettere <b>la ricchezza delle proprie caratterizzazioni e il rifiuto di fornire qualsiasi tipo di consolazione facile</b>. Infatti, nonostante la brillantezza comica, <i>Un Giorno</i> è anche un racconto sulla solitudine e sulla ferocia del destino, in grado di far emergere il terrificante divario fra le aspirazioni giovanili e i compromessi che, ahimè, si finisce per tollerare. </span></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;">Come Hornby, Nicholls preferisce la <i><b><u>pop-culture</u></b></i> alla <i>high-culture</i> e come Hornby riesce a colpire il <i>jackpot</i> del lettore più tradizionale senza sacrificare intelligenza e sottigliezza.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif; font-size: 12px; line-height: 16px;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;">Beh, credo che ormai tutti ne sarete convinti: <i>Un Giorno</i> <b>è davvero un meraviglioso, meraviglioso libro</b>, saggio, divertente, ammiccante, compassionevole e, spesso, anche insopportabilmente triste.</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 16px;"><i>Un Giorno</i> è semplicemente emozionante, raffinato e leggero, naturale come il decadere delle epoche, delle etichette, degli ideali e dei modi per dannarsi.</span></span></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-46115063833807512452011-07-15T09:45:00.000-07:002011-07-15T09:45:30.685-07:00•Recensione: LISA SEE - Fiore di Neve e il Ventaglio Segreto (Snow Flower and the Secret Fan)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkdzzYxq3hs3n5K2ZlfugKAhxI6Z3CROvvUoCEeYfyEQ47Na9q0zeY2tN5U8XKhDb3HHzX3byW4IOaS7DSM8OVSCNt8FEUOZ5UfOvN3GhZtbvPe2gVqNkfqKVY3TCi8JUkHRcMO5omKBY/s1600/BANNER.pngdd" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkdzzYxq3hs3n5K2ZlfugKAhxI6Z3CROvvUoCEeYfyEQ47Na9q0zeY2tN5U8XKhDb3HHzX3byW4IOaS7DSM8OVSCNt8FEUOZ5UfOvN3GhZtbvPe2gVqNkfqKVY3TCi8JUkHRcMO5omKBY/s1600/BANNER.pngdd" /></a></div><div style="text-align: center;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;"><i>Memorie di una laotong</i></span></b></div><br />
«<i>Una vera signora non tollera nulla di brutto nella propria vita.</i><br />
<i> Solo attraverso il dolore si arriva alla bellezza.</i><br />
<i> <b>Solo attraverso il dolore si ottiene la pace</b>.</i>»<br />
<br />
Quando<i><b> Giglio Bianco</b></i>, la nostra narratrice, ha solo sei anni, viene colpita dalla madre con un sonante schiaffo sul volto; nonostante il bruciore e l'umiliazione subita, la bambina non prova altro che felicità, tanto da essere obbligata a mordersi le labbra per non sorridere: quella percossa serviva ad attirare la fortuna e ad allontanare gli spiriti malvagi e, a dirla tutta, <b>era la prima vera dimostrazione d'affetto che Giglio Bianco avesse mai ricevuto dalla madre.</b><br />
Al cospetto di questa scena e delle parole di Giglio Bianco il lettore rimane attonito, sconvolto e, al contempo, completamente agganciato alla narrazione. In fondo, ritrovarsi ad assistere a una madre che cresce a schiaffi la propria figlia non dovrebbe essere una novità per chi legge: <b><i>Lisa See</i></b>, fin dalla prima pagina, infatti, anticipa gli avvenimenti e il lettore si ritrova ad aver appreso già abbastanza nozioni riguardo i costumi delle donne della provincia cinese del XIX secolo per riuscire ad anticipare il colpo.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVUYKKS9r9Q1N6CN9b_LR8RKE1etUGijKojmXMHbUp0zyh2XKHRJClAyYh58IdA4l0tMKOy51DsldMHAerofLLG1IdpiJGSsGnqxuQJ9ZRJWmkr_Ypwo9l-ScrxB5QvC_GMneQC3au-c4/s1600/IMMA8.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVUYKKS9r9Q1N6CN9b_LR8RKE1etUGijKojmXMHbUp0zyh2XKHRJClAyYh58IdA4l0tMKOy51DsldMHAerofLLG1IdpiJGSsGnqxuQJ9ZRJWmkr_Ypwo9l-ScrxB5QvC_GMneQC3au-c4/s1600/IMMA8.png" /></a></div>Per gran parte di <i>Fiore di Neve e il Ventaglio Segreto</i> il lettore si scopre a trattenere il respiro, a scorrere le pagine in apnea, come se il vento fosse stato risucchiato dal proprio corpo o come se stesse annegando. Qualsiasi sia il sesso di chi legge, sfido chiunque a non rimanere allibito di fronte alla prosa di Lisa See; non stiamo parlando di alta narrativa e non ci troviamo al cospetto di un capolavoro del genere: è<b> semplicemente ciò che c'è scritto e la semplicità con cui viene riportato a spiazzare il lettore</b>. Con rara vividezza e sensibilità, una donna occidentale, seppur di origini orientali, riporta quello che era il mondo della Cina ottocentesca, sorvolando sulle campagne, le città e gli imperi, per catapultarci in un piccolo villaggio rurale, <b>Puwei</b>; oltrepassiamo la soglia di un'umile casupola e veniamo gentilmente scortati all'interno della stanza al piano di sopra, quella delle donne, dove vi rimarremmo per quasi tutta la narrazione, al cospetto delle nostre protagoniste. Non sono nè eroine nè principesse, non saranno destinate a un avvenire da guerriere o da concubine: sono, semplicemente, <u style="font-weight: bold;">donne comuni</u>.<br />
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Ed è proprio questo il punto di snodo che costituisce la forza del romanzo: Giglio Bianco, l'io narrante, non parla al lettore con un linguaggio forbito, non narra straordinarie avventure, ma rivive, ormai ottuagenaria, la propria esistenza divisa fra quotidianità e dolori domestici. Non la vedremo combattere contro draghi o vivere una vita breve ma sfolgorante; Giglio Bianco sarà portavoce, insieme a tutte le co-protagoniste, di una realtà tanto semplice quanto inconcepibile, lontana anni luce dal nostro mondo occidentale: <b>quella descritta è la condizione della donna della Cina, determinata dalla tradizione più ferrea, in nome della quale ogni impulso verso l'auto-realizzazione è stato arginato</b>, l'identità individuale reclusa all'interno del nucleo familiare e poi sepolta fra le pieghe cerimoniali del matrimonio combinato.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5M8GMJyuMCGw6MwScz2htfh6YA2yjw89Eq-wXZJCqqkH279SzWjx7c86bBHujUb2TWvY5dBvpRPruyY-ipZsqdaVy8vFPSbG3Z1YljTRp6f_9CsozPJBPmWGI8uac0moSGt_RkLMuDRo/s1600/IMMA5.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5M8GMJyuMCGw6MwScz2htfh6YA2yjw89Eq-wXZJCqqkH279SzWjx7c86bBHujUb2TWvY5dBvpRPruyY-ipZsqdaVy8vFPSbG3Z1YljTRp6f_9CsozPJBPmWGI8uac0moSGt_RkLMuDRo/s1600/IMMA5.png" /></a></div>Dalle parole di Giglio Bianco impariamo da subito l'imperativo a cui tutte le bambine erano tenute ad attenersi: avrebbero trascorso la maggior parte della loro esistenza recluse all'interno della stanza delle donne, nei quartieri femminili della casa in cui gli uomini entravano di rado, uno spazio in cui poter lavorare e scambiare opinioni.<br />
L'essenza della<b> società confuciana</b> si basava, infatti, su una fondamentale distinzione, quella fra <i><b>nei</b></i>, il regno interno della casa appartenente alle donne, e <i><b>wai</b></i>, il mondo esterno appannaggio degli uomini. Pensieri e azioni femminili non erano tenuti ad oltrepassare la soglia delle stanze più interne.<br />
Altri precetti di <b>Confucio</b> erano volti a governare la vita di una donna, per tutto l'arco della sua esistenza. Il primo consisteva nelle <i><b>Tre Obbedienze</b></i>: «<i>Da bambina, obbedisci al padre; una volta sposata, obbedisci al marito; da vedova, obbedisci a tuo figlio</i>». Il secondo elencava le<i><b> Quattro Virtù</b></i> codificanti la condotta e le occupazioni di una donna: «<i>Sii casta e arrendevole, pacata e virtuosa nei tuoi atti; tranquilla e piacevole nelle parole; fine e misurata nei movimenti; perfetta nei lavori manuali e nel ricamo</i>».<br />
Solo le fanciulle che, fin dall'infanzia, si attenevano a questi principi erano in grado di diventare donne virtuose.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrkFC4qZpXU96FNPrzLxgURNobZYXokgZj09LOhl8Hoq1iO0Py4VAWuumXh1Om5Dw8qMtenpsA0EgUD1cUqHo7dcm7aESsBkR-UJAyaoZbsc16ikE7jGkcjbcDwLDmIYFzrrIVD2BlMLA/s1600/IMMA7.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrkFC4qZpXU96FNPrzLxgURNobZYXokgZj09LOhl8Hoq1iO0Py4VAWuumXh1Om5Dw8qMtenpsA0EgUD1cUqHo7dcm7aESsBkR-UJAyaoZbsc16ikE7jGkcjbcDwLDmIYFzrrIVD2BlMLA/s1600/IMMA7.png" /></a></div>L'intera società e persino la gerarchia familiare imponevano alla donna un imprescindibile reticolo di precetti a cui attenersi.<br />
Ci si aspetta che una donna voglia bene ai figli appena questi le escono la ventre, eppure al lettore capiterà sovente di fare conoscenza con giovani madri deluse dalla nascita di una bambina, oppure invase da una tetra malinconia dopo aver messo al mondo un maschio. <b>Una donna poteva amare una figlia con tutta l'anima, ma era costretta a crescerla nella sofferenza</b>; solo i maschi potevano concentrare su di sé l'affetto profondo dei genitori, ma per la propria madre non vi sarebbe stata mai la possibilità di fare autenticamente parte della loro realtà.<br />
Una piccola figlia istintivamente amava i genitori, che si prendevano cura di lei, nonostante fosse considerata fin dal primo vagito un <b>"ramo secco" dell'albero familiare</b>, un peso inutile per la gerarchia della casa, da cui sarà condannata, con il matrimonio, ad allontanarsene per sempre.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2NljqVL_7U9h8uNabNiwdiFcrbrfLWxRQlYjhnwl4HrESD5QghPwHKcTw5bVE9r4MLWnClorMHngwgdbGPc3MS18Df6k95oWtoTFovs6f61CfHyp4pKE3xgxaJthtzQMl-ehESaGZ8DU/s1600/IMMA10.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2NljqVL_7U9h8uNabNiwdiFcrbrfLWxRQlYjhnwl4HrESD5QghPwHKcTw5bVE9r4MLWnClorMHngwgdbGPc3MS18Df6k95oWtoTFovs6f61CfHyp4pKE3xgxaJthtzQMl-ehESaGZ8DU/s1600/IMMA10.png" /></a></div>Si supponeva, inoltre, che una sposa si innamorasse del proprio marito fin dal giorno del Contratto di parentela, anche se non lo avrebbe visto in faccia per altri sei anni. Veniva a lei richiesto di voler bene ai suoceri, sebbene una giovane moglie entrasse nella nuova famiglia da sconosciuta, inferiore a chiunque altro, con un rango appena al di sopra di quello dei servi.<br />
<b>Una donna si doveva sposare trasferendosi in un nuovo nucleo familiare, per poi presentarsi a un marito sconosciuto e fare l'amore con lui da perfetta estranea ed infine sottomettersi ai capricci della suocera</b>. Con un pò di fortuna, la dea concedeva come primogenito un maschio, assicurando così alla madre un rango rispettabile; in caso contrario, una donna andava incontro al perpetuo disprezzo della suocera, al dileggio delle concubine e alla delusione delle proprie figlie.<br />
<b><i>Si viveva unicamente per soddisfare e compiacere gli altri.</i></b><br />
<b>I figli erano l'unico fondamento e la sola ragione di vita per una donna</b>. Le conferivano un'identità e una dignità, insieme a protezione e sicurezza economica. La procreazione e il perpetuarsi delle dinastie, infatti, sono gli unici obiettivi che un uomo non può raggiungere se non con l'aiuto della moglie. Generando un figlio maschio, portatore del nome della propria stirpe, l'uomo realizzava il proprio supremo dovere filiale e la donna conquistava la sua massima gloria.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGVb3ThPEFDzsofGB-1uWu6hYgO-JjG5WsUBhbS3sKkk0lJ6qpGrAIU4t53xDiBFmawj_pDIJt8OVP6i2No5N5dr2yhg2rxVdMVcq4EjgAHFVcIqNtPH67mb9xjD3rOPZdiWTC6PsL044/s1600/IMMA9.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGVb3ThPEFDzsofGB-1uWu6hYgO-JjG5WsUBhbS3sKkk0lJ6qpGrAIU4t53xDiBFmawj_pDIJt8OVP6i2No5N5dr2yhg2rxVdMVcq4EjgAHFVcIqNtPH67mb9xjD3rOPZdiWTC6PsL044/s1600/IMMA9.png" /></a></div>Queste convenzioni sociali, intestine alle famiglie, erano volte a garantire una certa stabilità in ogni provincia dell'impero, ma per le donne si traducevano in una vita di privazioni, sofferenze e violenza.<br />
Senza dubbio, fra le varie sevizie a cui erano costrette a sottoporsi, la più agghiacciante era quella del <b><u>bendaggio dei piedi</u></b>, all'epoca del racconto usanza condotta ai suoi massimi eccessi e successivamente abolita da un decreto imperiale del 1902; ci vollero ben cinquant'anni affinché la pratica scomparisse definitivamente anche nelle più remote provincie rurali.<br />
La fasciatura consisteva nel deformare la struttura ossea dei piedi della bambine in tenera età fino a ridurli a "<i><b>gigli dorati</b></i>", monconi lunghi dai sette ai dodici centimetri, che determinavano una andatura oscillante come quella di un fiore di loto in balia del vento.<br />
<b>Le dimensioni dei gigli dorati avrebbero determinato il valore della bambina come sposa.</b> Agli occhi della famiglia del marito, due piedi minuscoli sarebbero stati la prova dell'autodisciplina e della capacità di sopportazione, attributi essenziali per affrontare i dolori del parto o qualsiasi disgrazia disposta dal destino; due piedi minuscoli <b>avrebbero mostrato a chiunque un'attitudine all'obbedienza e le scarpette ricamate dalla bambina stessa avrebbero confermato le abilità nelle arti domestiche</b>. Aspetto ancor più fondamentale, i gigli dorati erano destinati ad affascinare lo sposo nei momenti più intimi, suscitando un forte impulso erotico e svolgendo un ruolo fondamentale, quindi, anche nel sesso e nella procreazione.<br />
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Questo atroce rituale, che provocava sofferenze profonde alle bambine a cui veniva sottoposto, non determinava unicamente una costrizione degli arti, ma, al contempo, strangolava lo spirito.<br />
Soffocata dalla tradizione e dalle usanze della propria cultura, Giglio Bianco sarà condannata a una vita da reclusa, costretta, come tutte le altre donne, in un sistema di gabbie e di scatole cinesi, a cui sarebbe stato impensabile ribellarsi. L'unico spiraglio, l'unico soffio d'aria benefico all'interno della nebulosa tela del costume cinese è rappresentato dal sentimento che la piccola protagonista, per indulgente concessione del Fato, si ritroverà a provare per la sua<i><b> <u>laotong</u></b></i>, la sua "<i><b>vecchia sè stessa</b></i>", la sua sorella per la vita: <i><b>Fiore di Neve</b></i>.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRLebbpsehp_VT0EP47IJahLOoYq_zNR6NjlPlwf-3RzzVmO5UCgkk1j8OEAlsxJYSeGJL_Vk_JFTfmP_ocMrusIEuAFsZFnX10yeNYlWOskG-v-_qGa5A28tDnYri3duBpubcpNNC-1s/s1600/IMMA6.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRLebbpsehp_VT0EP47IJahLOoYq_zNR6NjlPlwf-3RzzVmO5UCgkk1j8OEAlsxJYSeGJL_Vk_JFTfmP_ocMrusIEuAFsZFnX10yeNYlWOskG-v-_qGa5A28tDnYri3duBpubcpNNC-1s/s1600/IMMA6.png" /></a></div>Giglio Bianco e Fiore di Neve non si conobbero fino ai sei anni, ma erano destinate ad intrecciare una sorellanza eterna per i numerosi caratteri che le accomunavano: erano nate nello stesso giorno, nel medesimo mese e anno, avevano un'identica statura, erano ugualmente belle e, soprattutto, avevano intrapreso la fasciatura dei piedi nello stesso giorno. Sarà proprio la loro amicizia, il loro legame di "anime gemelle" a permetterle di sopravvivere insieme, navigando abbracciate e unite in una vita di scoramento, dolore e reclusione. Ed è proprio della forma più spontanea e immediata dell'amore, <b><u>l'amicizia</u></b>, di cui sono imbevute le pagine di questo romanzo, contenenti tutti quegli elementi -la gioia, la condivisione, la complicità, l'erotismo inespresso- che danno a due amiche un potere superiore a quello di ogni altra coppia, che, a volte, neppure i mariti sono in grado di eguagliare.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdrc-mPZxJF9gLBJyvKliNyAshgkSFYMtY0_GeK902nLpZ6acuCuSCHIkpB_X6-vXdpVK2_4B2YQ1HvBTE0vceUUIwzaSRGifVnRnJ1mG-NMhX2NWV0wK1k81DA8mmN41W9ZGejftyKkA/s1600/IMMA4.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdrc-mPZxJF9gLBJyvKliNyAshgkSFYMtY0_GeK902nLpZ6acuCuSCHIkpB_X6-vXdpVK2_4B2YQ1HvBTE0vceUUIwzaSRGifVnRnJ1mG-NMhX2NWV0wK1k81DA8mmN41W9ZGejftyKkA/s1600/IMMA4.png" /></a></div><b>L'affetto fra due vecchie sè stesse è un legame inscindibile.</b> Il vincolo con la propria laotong ha origine da una libera scelta, l'unica, forse, che Giglio Bianco e Fiore di Neve potranno compiere nella loro vita. Nel momento in cui le due bambine dai piedi bendati si guardano negli occhi, per la prima volta, all'interno della portantina, scatta e si compie un meccanismo inarrestabile: come la favilla capace di accendere un fuoco o come il seme da cui avrà origine un'intera risaia, quel primo timido sguardo determinerà un sentimento imponderabile.<br />
Nel corso degli anni e della narrazione, il loro affetto sarà destinato a crescere fino ad assumere le sembianze di un amore vero e profondo, germogliato e protetto grazie alla reciproca collaborazione, con duro lavoro, volontà incrollabile e favore della natura.<br />
A cementare questo rapporto, il <b><u><i>nu shu</i></u></b>, la scrittura segreta delle donne, altro straordinario elemento descritto con grande maestria da Lisa See.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfk5XVWJV34uvkPWLxLRgIrILpDaqlFvKY7go30NYd819igtckGTXU5nyq9j4zuVnQib5lX25_xsWGL7dkax_1dcztsqapALvh-MmAXAOxE_qSVZHTvLZUh9tNbxb8dQ_ry15QAW9hEEo/s1600/IMMA2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfk5XVWJV34uvkPWLxLRgIrILpDaqlFvKY7go30NYd819igtckGTXU5nyq9j4zuVnQib5lX25_xsWGL7dkax_1dcztsqapALvh-MmAXAOxE_qSVZHTvLZUh9tNbxb8dQ_ry15QAW9hEEo/s1600/IMMA2.png" /></a></div>Secondo la tradizione cinese, gli uomini hanno il cuore di ferro, mentre le donne sono fatte d'acqua.Questa caratteristiche trasparivano in maniera molto evidente dalle rispettive scritture.<br />
La scrittura maschile -quella, ancora oggi, adottata- possiede più di cinquantamila ideogrammi, ben diversi l'uno dall'altro, ciascuno dotato di profondi significati e differenti sfumature di senso. Il<i> nu shu</i>, invece, la scrittura femminile oggi ormai completamente scomparsa, contava unicamente seicento caratteri, di cui le donne si servivano foneticamente per creare circa diecimila parole.<br />
Per apprendere e padroneggiare la scrittura degli uomini occorre una vita intera; al contrario, il <i>nu shu</i> veniva insegnato alle bambine in pochi anni per comunicare fra di loro ed era fondamentale ricavare il significato di ogni singolo carattere dal contesto in cui era scritto, pena atroci malintesi.<br />
Gli uomini, in fondo, discutevano essenzialmente del mondo esterno, della letteratura, del denaro, mentre le donne non avevano altro di cui scrivere se non la realtà domestica e la vita interiore: bambini, faccende quotidiane e sentimenti erano gli argomenti prediletti dalle fanciulle come dalle vedove.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtEjjJPPQUvjUEyN-7FA3vAMxP4Y7T744uaN7nxru0Xwo6C7hb_CPJAN0tdOR-AqWkrTFOTjmI-l8Ezl4dzZf2SCcERQfQT4ZNCr9JMI389ZJ3JxePGTHr_0HcGzhZ4w7hZdfuUeXPs08/s1600/IMMA11.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtEjjJPPQUvjUEyN-7FA3vAMxP4Y7T744uaN7nxru0Xwo6C7hb_CPJAN0tdOR-AqWkrTFOTjmI-l8Ezl4dzZf2SCcERQfQT4ZNCr9JMI389ZJ3JxePGTHr_0HcGzhZ4w7hZdfuUeXPs08/s1600/IMMA11.png" /></a></div>Eppure il vero scopo per cui, nel corso dei secoli, le donne svilupparono una propria scrittura segreta era un altro: al contrario di quanto le protagoniste saranno portate a credere nel comporre le loro prime missive, il <i>nu shu</i> non serviva a redigere bigliettini infantili da inviarsi a vicenda, infarciti delle più sterili frasi di circostanza.<br />
<b>Il <i>nu shu</i> dava alle donne</b> -entità invisibili in un mondo di tribolazioni- <b>una voce</b>. Il <i>nu shu </i>permetteva alle donne di avvicinarsi l'una all'altra, nonostante la difficoltà nel muoversi sui gigli dorati; metteva le ali ai pensieri e costituiva una valvola di sfogo, al contrario della credenza prettamente maschile per la quale le donne non possiedono mai nulla di interessante da dire.<br />
La società cinese ottocentesca non si aspettava che le proprie donne provassero emozioni o fossero in grado di formulare idee creative: il <i>nu shu</i> dava loro questa possibilità. <b>Era in grado di rivelare la verità sulle vite di ciascuna, per quanto, anche due <i>laotong</i>, potessero trovarsi lontane l'una dall'altra</b>.<br />
Il<i> nu shu</i> costituirà il più luminoso raggio di speranza dell'intero romanzo, eppure, la tragica ironia della vita determinerà la sofferta conclusione delle vicende per un banale errore di lettura; le sfumature e le ombreggiature di una singola linea tracciata sulla piega di un ventaglio, trasmuteranno la storia, determinando una svolta inaspettata nel corso degli eventi.<br />
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Il racconto di <i>Fiore di Neve e il Ventaglio Segreto</i> è tanto inquietante quanto bello e ineffabilmente triste. <b>Lisa See compone una novella intrisa di pura grazia femminile</b>, che mantiene, tuttavia, gli occhi puntati su un mondo e un tempo estremamente lontani dal nostro nuovo millennio, componendo con acume e delicatezza un ritratto autentico di una cultura e di un'epoca.<br />
E' difficile non identificarsi con Giglio Bianco e il suo disperato desiderio di essere toccata in quel luogo che comunemente chiamiamo "<i><b>anima</b></i>", attraverso una connessione appassionata con un'altra sé stessa - desiderio che qualunque donna, almeno una volta nella vita, si ritrova a provare.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3AgJHWboUB3EnWNC2PpFHANAm2i6yd9y_sOQdFnQfTWotA52xx7f1WGxu4Ibd939xYYxdaf3FMwKUXzvfhHuywlZG-Qx7EdNyyo57MOcPJBCx_aDCLm-FVk0MhdN2sdUEAfcHZ-pjLpk/s1600/IMMA13.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3AgJHWboUB3EnWNC2PpFHANAm2i6yd9y_sOQdFnQfTWotA52xx7f1WGxu4Ibd939xYYxdaf3FMwKUXzvfhHuywlZG-Qx7EdNyyo57MOcPJBCx_aDCLm-FVk0MhdN2sdUEAfcHZ-pjLpk/s1600/IMMA13.png" /></a></div><b>Per quanto fosse per lei inopportuno sia desiderarlo che aspettarlo, Giglio Bianco, per tutta la durata del racconto, aspirerà all'Amore</b>. Nei suoi anni di latte, nutrirà il sogno di vedersi amata e apprezzata dalla madre e da tutti gli altri membri della famiglia: per fare questo, si sforzerà di adeguarsi alle loro aspettative, si lascerà fasciare i piedi e non emetterà neppure un sospiro quando le verranno spezzate le ossa affinché arrivassero ad assumere una forma migliore.<br />
Eppure i dolori più tormentosi che avrebbe dovuto affrontare sarebbero stati quelli del cuore, della mente e dell'anima.<b> Oltre a deformarle i piedi, la fasciatura contribuirà a cambiarla radicalmente</b>: il processo di costrizione non cesserà mai per tutto il corso della sua vita e la trasformerà dalla bambina arrendevole delle prime pagine alla donna più altolocata della contea, fino ai quarant'anni, quando la rigidezza dei suoi gigli dorati si trasferirà al suo cuore, talmente aggrappato alle ingiustizie subite e ai risentimenti accumulati, tanto da impedirle di perdonare colei che arriverà ad amare più di ogni altra cosa al mondo: la sua<i> laotong</i>.<br />
<br />
Giglio Bianco, nel narrare la propria storia, scorre le pieghe del ventaglio a cui lei e Fiore di Neve affidarono grazie al <i>nu shu</i> i loro pensieri più intimi e, attraverso il filtro dei suoi ricordi, il lettore è in grado di ricostruire una vita intera, dove, al termine di tutto,<b> l'amicizia rimane la costante sempiterna, fondamentale e indissolubile</b>.<br />
La prosa traslucida di Lisa See brilla della bellezza del XIX secolo e della cultura cinese, ma al contempo ci fa bruciare di indignazione per la sua bruttezza sessista e le ingiustizie perpetrate. Portando alla luce il mondo segreto di queste donne comuni, Lisa See evoca un'umanità aliena che, forse, è la migliore da perdersi, ma non certo da dimenticare.Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-20967886114223081162011-07-05T04:38:00.000-07:002011-08-13T09:38:33.540-07:00•Recensione: MARGARET MITCHELL - Via col Vento (Gone with the Wind)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6ZMFH-OAi9SgbwirTs0LiEkrpZo6rKymiNIL8gIY-5LajZ3QqNobxbPVTXgOItH4qgci_e_bXb905ngKCXm80T7bQbjpnq0RSMd09p_2cBZR-dokq4oT5jyp0pJXHIeKizLinAKp1his/s1600/BANNER.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6ZMFH-OAi9SgbwirTs0LiEkrpZo6rKymiNIL8gIY-5LajZ3QqNobxbPVTXgOItH4qgci_e_bXb905ngKCXm80T7bQbjpnq0RSMd09p_2cBZR-dokq4oT5jyp0pJXHIeKizLinAKp1his/s1600/BANNER.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Era un lontano giorno del 1926 quando <b>una piccola casalinga di Atlanta</b> di nome <b>Peggy Marsh</b>, fu costretta a mettersi letto per un irritante infortunio alla caviglia. Peggy non era mai stata una paziente modello e, anche in questo caso, si dimostrò un'inferma terribilmente capricciosa. La sua irascibilità sembrava insanabile, nonostante le attenzioni dell'adorante marito John, che, per far contenta la sua amata, prosciugò tutte le riserve delle locali biblioteche, università e licei, pur di fornirle sempre nuovi libri, che, inevitabilmente, Peggy divorava in poche ore; questo, fino a quando non raggiunse un'<i>impasse</i> che non poteva essere colmata nè con tomi di medicina nè con libelli pornografici. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Irritata oltremodo, Peggy decise quindi di seguire il consiglio del marito: sprimacciò i cuscini, si tirò un pò su nel letto, <b>prese una risma di carta e iniziò ad abbozzare l'ultimo capitolo di un romanzo sulla Guerra Civile</b>, che, alle soglie degli anni Trenta, era ancora una pagina di Storia impossibile da dimenticare per Atlanta. Peggy ancora non lo sapeva, ma dopo poche righe era già invischiata in un libro che non si poteva altrimenti definire che "<i>epico</i>". </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPDbuINKG3abdoSCVDoHR0prUT_L6bcsPKV6BB7aQjQezAbCldmpuiC5usVi7uDiIuoZ646ssdFi5OG2btyMxqEFEWCuVHnrUzDwnn7VfF6b5RxAnZy0-NjwYUQfgwVmSHh7RG2qnEO1E/s1600/IMMA2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPDbuINKG3abdoSCVDoHR0prUT_L6bcsPKV6BB7aQjQezAbCldmpuiC5usVi7uDiIuoZ646ssdFi5OG2btyMxqEFEWCuVHnrUzDwnn7VfF6b5RxAnZy0-NjwYUQfgwVmSHh7RG2qnEO1E/s1600/IMMA2.png" /></a>Dieci anni dopo, la stessa Peggy si ritroverà sommersa da plichi consumati, bustarelle e fogli ingialliti che, accuratamente impilati l'uno sull'altro, arriveranno a raggiungere il "<i>quasi un metro e cinquanta con i tacchi</i>" della sua altezza, <b>pronta per la battaglia</b>.<br />
Fino a qualche ora prima era stata una sorridente e zuccherosa padrona di casa, ben lontana dall'irascibile scricciolo che porgeva di scatto un frammento del suo monolitico manoscritto al cacciatore di talenti letterari <b>Harold Latham</b>. E tutto questo perché una sciocca amica aveva messo in dubbio la sua capacità di scrivere!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqB7buurs54Vv5rRdqLuDA27IDwiEAXfx3MOAV1KtWeDB4EkbWUIgbUC9CTua8s4pF80EaxvYQJH42wQgtp3Eej5T2JdPchuBjg1oFFaaGPefiJ9ggruCkF0MWCDkEoJuc6JcFFe10m50/s1600/IMMA4.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqB7buurs54Vv5rRdqLuDA27IDwiEAXfx3MOAV1KtWeDB4EkbWUIgbUC9CTua8s4pF80EaxvYQJH42wQgtp3Eej5T2JdPchuBjg1oFFaaGPefiJ9ggruCkF0MWCDkEoJuc6JcFFe10m50/s1600/IMMA4.png" /></a>Quando nell'Aprile del <b>1935</b> le era stato chiesto di portare Latham a visitare Atlanta, Peggy aveva accettato con rammarico, ma, una volta preso l'impegno, non venne a meno nel dimostrare la squisita ospitalità che solo una donna del Sud era in grado di offrire. Lo scarrozzò da un evento mondano all'altro, presentandogli tutte le persone che conosceva e affascinandolo con la sua parlantina fluente e la sua risata adamantina.<br />
Alle insinuazioni di Latham, Peggy rispose sempre che no, non aveva nulla di interessante da presentargli, <b>ma era ben lontana dall'immaginare come le forze della letteratura si sarebbero abbattute sul suo caparbio capino</b>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Un'amica dalla lingua tagliente, per caso, la udì parlare del suo manoscritto e interloquì con sarcasmo: si dimostrò, infatti, alquanto stupita di come una persona futile come <i><b>Margaret "Peggy" Mitchell</b></i> avesse qualcosa da dire, su qualsiasi argomento. Peggy scrollò le spalle, scoppiò a ridere insieme agli altri, ma dentro di sé ribolliva di collera. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Appena lasciata la compagnia si precipitò nel suo appartamento cercando sotto i tavoli, sotto il letto e nell'armadio le buste in cui era contenuto il suo manoscritto. Aveva nascosto i fogli fra gli asciugamani e i vestiti, li aveva usati come poggiapiedi, sottobicchieri e fermaporta; erano macchiati di caffè, sbiaditi o ingialliti, ma tanto bastava. Li buttò in macchina e alla prima occasione li consegnò a Latham, in un eccesso di impulsività di cui si sarebbe pentita un attimo dopo. Ormai era fatta:<i><b> la battaglia era ufficialmente cominciata</b></i>. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicKhyaOZ17SvRyeCCeaAlVfkPgkHNg6qA5OzY2DnNAraW8OYP9aoqWR89nFe3hNErkgnvTVHeSCKPg5CYFhOlaDQ1qFlHhyphenhyphenJrIEvBUrC_OzNX9_i6a9CDcUSyCyhoDvjn6wcxHlcNWSbk/s1600/IMMA3.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicKhyaOZ17SvRyeCCeaAlVfkPgkHNg6qA5OzY2DnNAraW8OYP9aoqWR89nFe3hNErkgnvTVHeSCKPg5CYFhOlaDQ1qFlHhyphenhyphenJrIEvBUrC_OzNX9_i6a9CDcUSyCyhoDvjn6wcxHlcNWSbk/s1600/IMMA3.png" /></a>In fondo, questo comportamento non era di certo nuovo per lei: Peggy era abituata a scatenare battaglie e, nonostante nella vita avesse seguito il classico tragitto di una perfetta debuttante georgiana, dentro di lei infuriava una bufera, <b>un vento inarrestabile che sovente la portava via con sè, distaccandola nettamente dal ritratto dell'educata ragazza del Sud che avrebbe dovuto essere</b>.<br />
Ad Atlanta, dove l'apparenza era tutto, Peggy riusciva stranamente ad essere ciò che la gente si aspettava da lei: elegante, seducente, adulatrice e brillante conversatrice; ma dentro di sè nascondeva uno spirito provocatore e ribelle. Aveva, infatti, ereditato la stessa ostinazione della madre Maybelle che sovente l'aveva messa in guardia dal dedicare la propria vita ad un uomo: «<i>Dona te stessa a piene mani con un cuore traboccante amore, ma dona solo ciò che ti avanza dopo aver vissuto la tua vita</i>».<br />
<br />
Peggy prese a cuore questo ammonimento e ritrovandosi, dopo la morte della madre, a capo di una famiglia rispettabile, ad assolvere le annose seccature che ci si aspettava da una matriarca, iniziò a combattere la sua prima vera e grande battaglia. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Fu con rapidità felina che riuscì a mettere insieme uno stuolo di corteggiatori adoranti al suo seguito e, per un certo periodo, si sforzò di recitare il ruolo della deliziosa fanciulla sudista, in uno Stato, la Georgia, che aveva riconosciuto il voto anche alle donne, ma che di certo non le incoraggiava ad esprimere un'opinione. <b>E Peggy di opinioni ne aveva molte</b>. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Annoiata dalle perenni e insipide battaglie per conquistarsi il consenso della società più aristocratica di Atlanta, decise di uscirne fuori. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWFd80hUKga6FdpdUfVz3yCFsoAaAyxb_IUHxrC0HNCGZjU9dtMNS5uytFRSyEA8tbzcMR154tPtQBj8_DuadT4q4rJBnvczL6FtTyFTomw8SwZIziNznvV2jQCrSSsKRdRLhXdPjcrM8/s1600/IMMA1.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWFd80hUKga6FdpdUfVz3yCFsoAaAyxb_IUHxrC0HNCGZjU9dtMNS5uytFRSyEA8tbzcMR154tPtQBj8_DuadT4q4rJBnvczL6FtTyFTomw8SwZIziNznvV2jQCrSSsKRdRLhXdPjcrM8/s1600/IMMA1.png" /></a>I ruggenti <b>anni Venti</b> erano perfetti per lei e per il suo nuovo ruolo da "<i>maschietta</i>", i suoi rapporti equivoci e i suoi atteggiamenti ribelli.<br />
L'apice venne raggiunto quando divenne moglie di <b>Red Upshaw</b>, contro la volontà di suo padre: il suo nuovo marito era così pericoloso, imprevedibile, bellissimo e dissoluto, la persona perfetta per tirarla fuori dalla noia opprimente e dalla cappa di pregiudizi di Atlanta!<br />
Sposatasi per fuggire, Peggy, però, si ritrovò ben presto intrappolata nella gabbia di un uomo violento, un contrabbandiere bellicoso, che la mortificava e l'annientava.<br />
Fu proprio per sfuggire dall'insolenza di Red, che Peggy iniziò a scrivere,<b> prendendo l'ardua decisione di diventare una giornalista</b> in una città che escludeva le donne dalla maggior parte delle redazioni. <i><b>La guerra divenne sempre più ardua</b></i>.<br />
Dopo che il marito la ferì così gravemente da farla finire in ospedale, lo lasciò, si abituò a dormire con una pistola accanto al letto e decise di risposarsi con l'ex testimone di nozze <b>John Marsh</b>, che l'adorava. E' proprio in questo humus di rancore, debolezza e fragilità che Peggy partorì il suo unico e mastodontico capolavoro: <i><b>Via col Vento</b></i>. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b>Il romanzo</b>, finalmente pubblicato, <b>sbancò sul mercato e polverizzò tutti i record</b>, vendendo 1.376.000 copie in un solo anno. Quando Peggy morì, nel 1949, il <i><b>Washington Post</b></i> dichiarò: «<i>Se c'è una misura quantitativa del successo nella letteratura, Margaret Mitchell è stata la più grande autrice della sua generazione e, forse, del ventesimo secolo</i>». </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Oggi Via col Vento è tradotto in 37 paesi e ha complessivamente raggiunto la quota di 30 milioni di copie, che lo rendono uno dei romanzi più venduti di tutti i tempi. Dal 1939, <b>l'omonima versione cinematografica</b>, con gli indimenticabili volti di <b>Vivien Leigh</b> e <b>Clark Gable</b>, ha ad oggi incassato 198 milioni di dollari, diventando una delle più grandi fabbriche di soldi della storia del Cinema.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Ma qual'è la vera origine di questo straordinario successo planetario? </i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">L'ispirazione per tutto ciò arrivò a Margaret Mitchell da un episodio avvenuto durante la sua infanzia. Un pomeriggio, l'adorata madre Maybelle, la portò con sé in una scampagnata su un carrozzino, mostrandole le meraviglie delle Contea intorno ad Atlanta: orgogliosa le indicò le piantagioni e le un tempo lussuose magioni dei latifondisti, fatiscenti ma ancora in piedi come un monito, a segnalare le vergogne della Guerra Civile. Quel senso di ammirazione mista ad amarezza, che subitaneamente invase Peggy, non la abbandonò mai più. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl9F43NaTSjKw_MUMoOT5JBDQ9E7XfppZejiiB8s4mnhlYv_S204S3W5i00AOIORndKY4ITw2cxROQfGwYvuELSKNb1ZzsTOr6ThA-tQ8GkuKePC8TrFMqMIMk9P9Y34_WLTZEKHGly2k/s1600/IMMA5.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl9F43NaTSjKw_MUMoOT5JBDQ9E7XfppZejiiB8s4mnhlYv_S204S3W5i00AOIORndKY4ITw2cxROQfGwYvuELSKNb1ZzsTOr6ThA-tQ8GkuKePC8TrFMqMIMk9P9Y34_WLTZEKHGly2k/s1600/IMMA5.png" /></a>Scrivendo <i>Via col Vento</i>, Peggy si era impegnata in qualcosa di molto più straordinario di un libro lunghissimo; quelle 1037 pagine facevano parte dell'eterna battaglia che la impegnò per tutta la vita: <b>una battaglia in cui si cercava disperatamente di dare un senso a un mondo fortemente tradizionale</b>, che le chiedeva soltanto di tenere alto il buon nome della sua famiglia e di acquisire la perfetta padronanza delle usanze sudiste. Da qui nasce la narrazione doppia, volta a descrivere un mondo perduto e un modo di vivere ormai irrimediabilmente morto con le vicende di un'eroina immortale, intrecciando nascita, amore e morte ai fatali eventi storici.<br />
La storia dell'indimenticabile <i><b>Rossella O'Hara</b></i>, <b>viene intessuta abilmente su uno sfondo storico complesso e contraddittorio come l'eroina che si ritrova a viverlo</b>, una donna le cui lotte interiori sono degne delle Termopili. In fondo, il cuore del libro, è proprio ciò che la sua autrice Peggy conosceva meglio di ogni altra cosa: <b><u>la battaglia</u></b>. La Mitchell stessa, nel 1936 affermò che se mai <i>Via col Vento</i> si fosse dovuto condensare in un tema, questo era proprio quello della <b><u>Sopravvivenza</u></b>,<b> ovvero quella forza comandata da non si sa quale bislacco Fato, che porta alcuni individui a sbocciare splendenti durante le catastrofi</b>, dando prova di tutto il proprio coraggio e la propria forza,<b> mentre altri ne rimangono irrimediabilmente annichiliti</b>. Alcune persone semplicemente sopravvivono, altre no. Quali sono quelle qualità che permettono alle prime di combattere trionfalmente per la propria vita, plasmando la propria strada, e che fatalmente mancano a coloro che vengono sommersi dagli eventi?<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial; font-size: 13px;"> </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial; font-size: 13px;"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2M1JXsddMpZoRNsPrfOPGWPxaEPQSxivTidMJ3RIQITvkHCXXPV_-82P7_odNqZfHHsxHG7UlHEFJmwoQ8mXMdxOlqjzqkd7QaxRsCA2huMRwN-PHl2dFJWL0FpowXED2xoAYKqJasOI/s1600/IMMA6.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2M1JXsddMpZoRNsPrfOPGWPxaEPQSxivTidMJ3RIQITvkHCXXPV_-82P7_odNqZfHHsxHG7UlHEFJmwoQ8mXMdxOlqjzqkd7QaxRsCA2huMRwN-PHl2dFJWL0FpowXED2xoAYKqJasOI/s1600/IMMA6.png" /></a></div><i>Via col Vento</i> è senza dubbio un romanzo travolgente, che svolge la sua complessa narrazione durante un momento cruciale nella storia americana:<b><u> la Guerra Civile</u></b>. Pubblicato nel corso di un'altra epoca di importante transizione per la cultura degli Stati Uniti, la <b>Grande Depressione</b>, <b>l'opera di Margaret Mitchell incarna tutto ciò che significava America in quei tempi</b>, catturandone l'essenza e trasponendola con il linguaggio vivido e suggestivo della letteratura. A dipingere l'America, al contrario di quanto di possa pensare, non è unicamente lo stile di vita del Sud, la Guerra Civile, la schiavitù o gli yankees, ma sono, soprattutto, <b><u>gli individui</u></b>, che su questo sfondo nascono, crescono, si amano, si trasmutano e muoiono.<br />
<div><b>L'America, in fondo, non è altro che una società di individui, fondata sul concetto stesso di individuo</b>, che diventa estremamente lampante nella <b>Dichiarazione di Indipendenza</b> dove fu scritto: «<i>Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità</i><span class="Apple-style-span" style="font-family: sans-serif; font-size: x-small;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;">». </span></span></div>Sia giusto o sbagliato il modo in cui essi agiscono, è innegabile affermare che tutti i personaggi di <i>Via col Vento </i>dedichino la loro intera esistenza perseguendo proprio questo, anelando la propria Libertà, la forma di Vita a loro più congeniale e un'assurda e irraggiungibile Felicità. E mentre le intere vicende si dipanano intorno al nucleo centrale di una protagonista straordinaria, Rossella O'Hara,<b> l'intero romanzo si fonda sul carattere e sulle vite di molti altri individui diversi</b>, da <i><b>Melania Hamilton</b></i> a <i><b>Rhett Butler</b></i>, da <i><b>Ashley Wilkes</b></i> all'adorabile <i><b>Mammy</b></i>. Ogni singolo personaggio di questo prodigioso racconto è un ritratto dell'America e rivela un diverso aspetto di quello che un americano, anche oggi, è.<br />
<div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrVcNhgIybceRm33jzYI-6PyS8S4xw4Y2CHC0Vzlst2NMdmdsno5RMgyTmdvjy10uZs74USWzln7T4ZCeEEa1ZQML8BEcyhEUFn5cbVIPioyUy0Jg-TLhLGf2jUtlvZJ4D99JDswDHaM0/s1600/IMMA7.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrVcNhgIybceRm33jzYI-6PyS8S4xw4Y2CHC0Vzlst2NMdmdsno5RMgyTmdvjy10uZs74USWzln7T4ZCeEEa1ZQML8BEcyhEUFn5cbVIPioyUy0Jg-TLhLGf2jUtlvZJ4D99JDswDHaM0/s1600/IMMA7.png" /></a></div>Il motore delle vicende, è il senso di appartenenza a un florido e palpitante Stato, <u style="font-weight: bold;">la </u><b><u>Georgia</u></b>, e <b>l'amore per la terra rossa delle piantagioni di cotone, il fondamento di una civiltà</b>. La Georgia settentrionale non era sempre stata ospitale: era una regione aspra, abitata da gente aspra anch'essa, abituata sia al gelido freddo invernale che all'afoso caldo estivo. Nel suo popolo vi era un vigore e un'energia che sorprendevano qualsiasi straniero, anche coloro che provenivano dalla Costa, come l'aristocratica Elena Robillard, futura madre di Rossella O'Hara.</div><div>La gente del settentrione era buona, gentile e generosa, ma al contempo risoluta, caparbia e facile all'ira. Questi singolari abitanti venivano da molti luoghi diversi, da regioni limitrofe, ma anche dall'Europa e dal Nord, recatisi colà a cercare fortuna, trapiantati in una terra straniera senza alcun avere, se non il sangue irrequieto dei propri antenati nomadi che scorreva nelle loro vene. </div><div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEGtw0prnhKTDb7bQQgtKnIB9zTDI6QvoBMtIrjc2u1-N_8ODO0oPQeTofAMpZQJu_d5qW0HwSmweECiZiuTV_aXXK_z9JJVbnpuIvZ6W_n-nYYqGB5s8kGuaRdRILro1R01bkvVy4Eb8/s1600/IMMA8.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEGtw0prnhKTDb7bQQgtKnIB9zTDI6QvoBMtIrjc2u1-N_8ODO0oPQeTofAMpZQJu_d5qW0HwSmweECiZiuTV_aXXK_z9JJVbnpuIvZ6W_n-nYYqGB5s8kGuaRdRILro1R01bkvVy4Eb8/s1600/IMMA8.png" /></a></div>Ciò che dava fertilità a questa terra era l'ondata di prosperità che volgeva il suo volto verso il Sud: <b>tutto il mondo chiedeva cotone e la Contea era ben felice di offrirne in abbondanza</b>; il cotone era il cuore pulsante della Georgia, «<i>la semina e il raccolto le sistole e le diastole della vermiglia terra</i>». Dai solchi sinuosi, dai cespugli, dal verde e dal bianco fioccante derivava l'arroganza e <b>la certezza dell'indomani, che inondava gli abitanti del Sud di un entusiasmo e una gioia di vivere sconosciuti ai più</b>. Avevano abbastanza denaro per divertirsi e lo facevano volentieri: la riunione settimanale nell'imponente magione dell'uno o dell'altro non veniva mai a mancare, così come le partite di caccia, le corse di cavalli e i lussuosi balli ravvivati dalle risate cristalline delle più belle e fresche fanciulle di quella terra. Era un popolo che non aveva reticenze, comandato dalla più squisita galanteria che imponeva franchezza e rettitudine e che portava ad apprezzare un uomo semplicemente per quello che era. </div><div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbHKjD1ulVaCSgb1Z8Jb7c-cE9z85Hlp5OrN5dsi6DDqTpqeRRVjgvXg3lNJWTgABpKCDyH0HHcyYanxYF56mJb0juOZq-U6nag8G_5hdg1do8_o93BmGZrIvAy-wjG6VWBZHrgRTCO0w/s1600/IMMA10.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbHKjD1ulVaCSgb1Z8Jb7c-cE9z85Hlp5OrN5dsi6DDqTpqeRRVjgvXg3lNJWTgABpKCDyH0HHcyYanxYF56mJb0juOZq-U6nag8G_5hdg1do8_o93BmGZrIvAy-wjG6VWBZHrgRTCO0w/s1600/IMMA10.png" /></a></div>In tutta questa sfavillante società rurale, <b>il ruolo di una donna era fondamentale, ma di certo non facile</b>. In quell'epoca il mondo era degli uomini e così doveva essere accettato. L'uomo era lodato e la donna lodava; l'uomo poteva essere sgarbato, ubriaco o disobbediente e la donna doveva sopportare senza parlare; l'uomo poteva infuriarsi e sbraitare per una scheggia che gli pungeva il dito, mentre le donne dovevano soffocare i gemiti del loro parto per non disturbare i propri mariti. Gli uomini potevano essere assenti o rudi, mentre le donne non mancavano mai di essere gentili e disposte a perdonare. Veniva insegnato loro ad essere civettuole e briose da nubili, ma anche a conservare il proprio sorriso persino durante i più atroci dolori. E tutto ciò era quello che la società si aspettava da una ragazza deliziosa come <b><u>Rossella O'Hara</u></b>. </div><div><br />
Il suo destino non poteva essere altro che quello de "<i><b>La Belle del Sud</b></i>", archetipo della giovane donna sudista appartenente alla vecchia <i>upper class</i>, la cui maggior attrattiva non era rappresentata dalla sua bellezza fisica -anche se, in Rossella, non mancava di certo- , ma piuttosto dal suo fascino. Una tipica bellezza di questo genere era rappresentata dalla madre, Elena O'Hara Robillard, idealizzata quasi come la Vergine del Vangelo, la cui schiena non vide mai riposo in vita e il cui spirito era continuamente pronto a diffondere calma e giustizia. </div><div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgilZKOQIEmSOcoBl8DE3wElFIQ_5FhF8WZEtaSaZHW_kYby1Jkc_Y9vT4AGHmpWsVxqwRNks8NNhto7W3IjjVbqbrMOocMQxr175O04z4_j_IFl_ucT1ww-W9734FZUk8ctHOIJ2oOw0o/s1600/IMMA9.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgilZKOQIEmSOcoBl8DE3wElFIQ_5FhF8WZEtaSaZHW_kYby1Jkc_Y9vT4AGHmpWsVxqwRNks8NNhto7W3IjjVbqbrMOocMQxr175O04z4_j_IFl_ucT1ww-W9734FZUk8ctHOIJ2oOw0o/s1600/IMMA9.png" /></a></div>Tuttavia Rossella era ben lungi dal conformarsi alla tradizione e, soprattutto, dall'assomigliare a sua madre.</div><div>Con grande indignazione della propria bambinaia di colore, l'indimenticabile Mammy, ella preferiva di gran lunga come compagni di gioco i bambini degli schiavi e i maschietti del vicinato, al posto delle sue ubbidienti sorelline o delle educate signorine Wilkes. D'altronde, questa caratteristica le gioverà notevolmente al suo debutto in società; senza alcuna amica, ma con un fascino irresistibile, riuscirà ad accaparrarsi come corteggiatori tutti i suoi compagni di infanzia e ciò, di certo, non dispiacque a sua madre: i<b>l primo dovere di una fanciulla, infatti, era quello di sposarsi</b>. </div><div>A tal fine Elena O'Hara e Mammy si prodigarono in sforzi notevoli per rendere Rossella una buona allieva, ottenendo ottimi risultati: nessuna fanciulla della Contea parlava più graziosamente di lei, sapeva sorridere con garbo, muoversi in maniera pudica e allo stesso tempo attraente e fingere tremiti di dolci emozioni con un solo battito di ciglia; ma, soprattutto, <b>aveva imparato a nascondere agli uomini un'intelligenza estremamente acuta e una lingua tagliente, mascherando il tutto dietro un visino dolce e innocente come quello di una bambina</b>.</div><div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJaae56B70Kp_a1uwrkdOFqDOWKx0AArqtqgW6x0CMnmdrgTS-UHV-lRug0wPuqJgw17OVCH9291V6TFuWWL9_ZoVYuvXZkZHB-hDrP1cUN0IAHHV-FU9mllambDtq5BW2Q1B90-klbcw/s1600/IMMA11.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJaae56B70Kp_a1uwrkdOFqDOWKx0AArqtqgW6x0CMnmdrgTS-UHV-lRug0wPuqJgw17OVCH9291V6TFuWWL9_ZoVYuvXZkZHB-hDrP1cUN0IAHHV-FU9mllambDtq5BW2Q1B90-klbcw/s1600/IMMA11.png" /></a></div><b>Rossella O'Hara, infatti, imparò solo la vernice, il tratto superficiale della gentilezza, senza mai veramente apprendere la grazia interiore dalla quale questa doveva sgorgare</b>. La società voleva apparenza e lei questo riservava alla società, non desiderando nulla di più, se non di essere la ragazza più affascinante e corteggiata della Contea. </div><div>Rossella voleva sposarsi -e sposare un uomo in particolare, Ashley Wilkes- e se questo comportava l'apparire in maniera modesta, docile e leggera, non avrebbe di certo deluso le aspettative. Non sapeva perché gli uomini fossero attirati da ciò, ma visto che tutto funzionava, non occorreva lambiccarsi al riguardo. <b>Quell'insieme di civetterie seducenti era come l'applicazione di una formula matematica</b> e la matematica era l'unica materia che Rossella aveva appreso senza alcuna difficoltà a scuola. La natura profonda di chi la circondava, i sentimenti altrui e l'analisi dei moti interiori dell'animo le interessavano davvero poco: il raziocinio maschile le appariva alquanto oscuro e conosceva ancor meno quello femminile. Non aveva alcun interesse per le donne, le quali, per lei, non erano altro che nemiche naturali che inseguivano la medesima preda: l'uomo da sposare.</div><div>Questo è il modo in cui Margaret Mitchell ci presenta Rossella O'Hara al principio del suo capolavoro. Tuttavia, è un idillio che durerà ben poco: <b>la Guerra Civile cambierà irrimediabilmente tutto</b>. </div><div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQlXP_hwI-hvejnS1S-k4Tp9jcMCbcNEG9rke-HJ5Y3dxZkLOuRo4d8a9_a9JX0rJYlsn91Ty9q0E5ASUhls3e-FctVeFhFFxjDfdnGKZzGesjLEUpjVRQ-BCia08CDnKEmSzXWUM2qKA/s1600/IMMA12.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQlXP_hwI-hvejnS1S-k4Tp9jcMCbcNEG9rke-HJ5Y3dxZkLOuRo4d8a9_a9JX0rJYlsn91Ty9q0E5ASUhls3e-FctVeFhFFxjDfdnGKZzGesjLEUpjVRQ-BCia08CDnKEmSzXWUM2qKA/s1600/IMMA12.png" /></a></div>Rossella O'Hara si rivelerà un'eroina atipica: egoista, vanesia ed egocentrica, penetrerà nell'animo del lettore come una spina imbevuta del più dolce veleno. Incostante e volubile, sprecherà una vita intera a inseguire l'immagine di uomo senza mai capirlo veramente, maltratterà i figli, allontanerà da lei tutte le persone veramente care e disprezzerà coloro che le vorranno bene. </div><div>Eppure la sua forza d'animo, il suo spirito battagliero, la sua caparbietà, diventeranno un ossessione per il lettore di Via col Vento, che si sentirà preso in trappola dalla vorticante personalità di questo personaggio. Inadatta a nient'altro che al lusso, è con stupore crescente che osserveremo Rossella resistere alla bufera della guerra, sollevarsi la gonna per partorire o trascinare nel buio, nel fango e nelle fiamme Melania Wilkes, l'odiata moglie del suo intramontabile amore Ashley. </div><div><br />
</div><div><b>Rossella è fondamentalmente una guerriera e, come tale, non è mai del tutto gradevole o soave</b>. In Rossella O'Hara vi è qualcosa di crudele e vitale allo stesso tempo che spezza le barriere della Storia, della fame, del dolore, inarrestabile, temibile e affascinante come un tornado o un'eruzione vulcanica. Non si è in grado di rimproverarla o di disprezzarla completamente, neppure quando soffia il fidanzato alla sorella, quando spara in faccia a uno yankee o quando distrugge tutto l'amore che la circonda. E che strazio osservarla mentre abbandona la poca dolcezza di materna memoria, per trasformarsi in una donna dura, disposta a vendere il proprio corpo pur di non separarsi dall'adorata e venerata <b>Tara</b>, la sua terra d'origine, la sua casa, suo sogno e sostegno. </div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6Bfz8JRadqmQth2SCNZReWn4cvMN5p_dNNBi3g_mWv-rhWZ-jxyp-nm0oIThhq6tw2UWSPzKGlqi1JhCXxM1bV2sptnpagLKO9pDSXP1cNstuh8f3zswkQ0F1_bB-sxUtO2nvnMfhQ3I/s1600/IMMA13.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6Bfz8JRadqmQth2SCNZReWn4cvMN5p_dNNBi3g_mWv-rhWZ-jxyp-nm0oIThhq6tw2UWSPzKGlqi1JhCXxM1bV2sptnpagLKO9pDSXP1cNstuh8f3zswkQ0F1_bB-sxUtO2nvnMfhQ3I/s1600/IMMA13.png" /></a></div>Il lettore, senza fatica, proverà la stessa incrollabile ammirazione che Ashley Wilkes svilupperà verso di lei, vedendola allontanarsi dal suo amore e rinunciare ai sentimenti, con un tremito, irrigidendo le spalle e sollevando la testa. In fondo, Rossella, era colei che gli faceva percepire in maniera più vibrante la propria inettitudine, rendendolo nulla in confronto all'anima più intrepida che egli avesse mai conosciuto. Comprendeva che quella straordinaria donna era in grado di guardare la vita dritta negli occhi, <b>opponendo il suo forte spirito a qualunque ostacolo le si presentasse e continuando inesorabilmente a combattere anche quando la sconfitta appariva inevitabile</b>.</div><div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKNfdcwFsykK92cc7aRSlnU5E4Q5AOpKaMIW89aSccbIHq-XxXFPfDK_v482n1jZ9iuuCyB5I2dRV8yLBypMaTp5fBcdAao8Gu0gndgi7zRLsa1NSoAtdGVVGcJUGGZnAzhQMuhLXRiy8/s1600/IMMA14.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKNfdcwFsykK92cc7aRSlnU5E4Q5AOpKaMIW89aSccbIHq-XxXFPfDK_v482n1jZ9iuuCyB5I2dRV8yLBypMaTp5fBcdAao8Gu0gndgi7zRLsa1NSoAtdGVVGcJUGGZnAzhQMuhLXRiy8/s1600/IMMA14.png" /></a></div>Ed è proprio a questo punto che il Fato gioca la sua carta più crudele, ponendo sulla strada di Rossella la sua anima gemella, <b><u>Rhett Butler</u></b>, ma impedendole di comprendere veramente il suo ruolo se non al capolinea, quando ormai è troppo tardi. </div><div>L'oscuro e appassionato Rhett Butler, come Rossella, aveva infatti catturato e compreso il segreto per sopravvivere, applicandolo con una tecnica tanto particolare quanto difficoltosa:<b> non curarsi dei giudizi altrui e piegarsi dinanzi all'inevitabile</b>. Come cita l'antico aforisma, entrambi avevano infatti capito che non occorreva resistere alle intemperie del tempo ergendosi fino a spezzarsi -come farà una buona parte della società sudista dopo la sconfitta della Guerra Civile-, ma era necessario unicamente flettersi come il giunco in balia del vento. Davanti alle disgrazie Rossella e Rhett arriveranno a piegarsi all'inevitabile, sopportando i più atroci dolori con il sorriso, per poi, una volta nuovamente forti, dare un poderoso calcio alle persone dinanzi alle quali furono costretti a genuflettersi. </div><div><br />
</div><div><b>Il sardonico e affascinante Rhett, si rivelerà</b>, alla fine di tutto, <b>l'unico vero baluardo a cui aggrapparsi</b>, il luogo caldo e sicuro in cui rifugiarsi, celato a Rossella dalla caligine della sua mente, prodotta dall'amore ancestrale provato per Ashley. </div><div>Rhett era il petto vigoroso su cui appoggiarsi e piangere, le braccia forti che potevano sorreggerla, l'ironica risata che faceva apparire la realtà per quella che veramente era. Rhett, al ballo per la beneficenza, aveva letto nei suoi occhi velati dal lutto la sua impazienza e, sfidando le più rigide convenzioni, l'aveva fatta ballare; Rhett l'aveva aiutata a liberarsi dalle sue costrizioni e l'aveva accompagnata attraverso il fuoco e le esplosioni la notte in cui Atlanta era caduta; l'aveva pungolata, derisa, ascoltata e consolata,<b> rimanendo sullo sfondo in tutti i momenti cruciali della sua vita, amandola disperatamente</b>. </div><div>Eppure, troppo tardi il destino permetterà a Rossella di capire il vero valore del suo amore, così come solo davanti al baratro della morte comprenderà anche la straordinaria forza di Melania e la vera natura di Ashley.</div><div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoJAp3BJrFfpURfolCMYRjSiMOHvjm9B-VelRGHmHusSyIAmCOUmMzw5qDr9QiSuHmycc0ue_SEXuXCQFgRqKFR4O0eI5mnv59MUijPFb1he_9u0ZCDR7jLzwbtPF0jloIsJjX0U-JwzY/s1600/IMMA15.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoJAp3BJrFfpURfolCMYRjSiMOHvjm9B-VelRGHmHusSyIAmCOUmMzw5qDr9QiSuHmycc0ue_SEXuXCQFgRqKFR4O0eI5mnv59MUijPFb1he_9u0ZCDR7jLzwbtPF0jloIsJjX0U-JwzY/s1600/IMMA15.png" /></a></div>Per anni e anni, accecata dall'avvenire, si era appoggiata, senza saperlo, alle solide mura di Rhett, come quelle della dolce Melania, l'unica vera amica che avesse mai avuto. </div><div><b><u>Melania</u></b>: così minuta, remissiva e angelica, incapace persino "<i>di fare 'sciò' a una gallina</i>". Eppure Melania, nel corso delle vicende, aveva dimostrato di essere in grado di farè "<i>sciò</i>" a ben più di un pollastro, sfidando tutto il mondo, il governo yankee e chiunque avesse minacciato il suo Ashley, il suo bambino o la sua cara Rossella. E per quest'ultima, il suo affetto era senza limiti: legata a lei da un misterioso patto di gratitudine, era stata sempre pronta a combattere, al suo fianco, <b>discreta come un'ombra, ma con la sciabola in mano, lottando con lei con appassionata fedeltà</b> contro yankees, fuoco, povertà, contro l'opinione pubblica e, perfino, contro i legami di sangue. </div><div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPa10YRIUsGWa99UCj1XAbYW6u9-HsNNp0EwD96qXvf8U2tvlLyrt9UqJne7tHrYXWahYq1mka7DHhEcsTKaas7Bd6vm-TMgOh1JBNjLQsowh_9HlG-RIbNHAHq3SMoNQcpRCHeZTmmPU/s1600/IMMA16.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPa10YRIUsGWa99UCj1XAbYW6u9-HsNNp0EwD96qXvf8U2tvlLyrt9UqJne7tHrYXWahYq1mka7DHhEcsTKaas7Bd6vm-TMgOh1JBNjLQsowh_9HlG-RIbNHAHq3SMoNQcpRCHeZTmmPU/s1600/IMMA16.png" /></a></div>Tutto questo appare improvvisamente come una visione a Rossella, dispiegandosi definitivamente chiaro e lampante anche di fronte al lettore, così come emerge l'essenza di una delle figure più enigmatiche del romanzo, quella di <b><u>Ashley Wilkes</u></b>. </div><div>Ashley, <b>che conserva in sè l'incanto, l'ingenuità e la pateticità del primo amore adolescenziale</b>, è anch'esso un eroe, ma in completa opposizione a Rhett Butler. Mentre quest'ultimo odia qualsiasi tipo di ipocrisia, non celando nulla ai suoi occhi e prosciugando anche l'ultima punta di dolcezza dalla realtà apocalittica che si ritrova a vivere, Ashley rimane un personaggio onirico ed enigmatico, un esule senza radici, spinto da una sete infinita di libertà e grandezza; un'inquietudine senza nome e il dolore per lo splendore della vita perduta renderanno <b>Ashley una vittima del Fato, reso diverso dall'umanità comune, incapace di esprimere il suo disdegno in gesti clamorosi, ma votato ad avviluppare la propria vita nei sogni senza mai tradurli in azione</b>, esprimendo il proprio rifiuto con la solitudine, la malinconia e la contemplazione angosciosa della propria impotenza. Ed è proprio in questo personaggio, spesso valutato come irritante e insipido, che si concretizza il cambiamento dell'intera realtà sudista, sconfitta e prostrata dalla guerra, ma non ancora pronta a perdere la propria dignità. </div><div><br />
</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqLHajJiL7sc0HLXofb0vj05QwkLcJg7Rth_GYm4a0x5IDpZskk0n4Ce5CnbLzyKTJ1pGT0hv8VLrX39TrjxwBn1PDzvd43uFrujXI0LQ_JrrMsxWAMWfgT05ub_qERaa_FwiBNvxRcRU/s1600/IMMA17.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqLHajJiL7sc0HLXofb0vj05QwkLcJg7Rth_GYm4a0x5IDpZskk0n4Ce5CnbLzyKTJ1pGT0hv8VLrX39TrjxwBn1PDzvd43uFrujXI0LQ_JrrMsxWAMWfgT05ub_qERaa_FwiBNvxRcRU/s1600/IMMA17.png" /></a></div>I volti del popolo del Sud, dopo la Guerra, erano poco cambiati e i modi non lo erano affatto: <b>vi era una galanteria immutata, che i gentiluomini come Ashley avrebbero conservato fino alla morte, insieme, tuttavia, a un'amarezza troppo atroce per essere espressa a parole</b>. I sudisti erano un popolo ardito, ma stanco, sconfitto ma non disposto ad accettarlo. Costoro vivevano ancora nella terra che amavano, ma la vedevano calpestata, bruciata, rasa al suolo dal nemico: i furfanti al potere, i loro uomini privati dei diritti politici e le loro donne insultate. Tutto ciò che rimaneva di loro erano le antiche usanze, immutate; restavano aggrappati a ciò che avevano amato: la cortesia, le maniere galanti e la piacevole superficialità dei rapporti sociali. Ma come biasimarli? </div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_xvFjM6vTVFPVD4GEZ-PRFYaC7rwBANu-GcX6sZEIGI9N74f6QoEU2oyukRxu2doTAn7GDoHIbFhrTbnDlsMopRkuYGa8cLp3FBHbZQq0U8zgLE0KkTwboxqMf-yGamZzuQPO90anxKo/s1600/IMMA18.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_xvFjM6vTVFPVD4GEZ-PRFYaC7rwBANu-GcX6sZEIGI9N74f6QoEU2oyukRxu2doTAn7GDoHIbFhrTbnDlsMopRkuYGa8cLp3FBHbZQq0U8zgLE0KkTwboxqMf-yGamZzuQPO90anxKo/s1600/IMMA18.png" /></a></div>Rossella era diversa e pertanto le era impossibile capire Ashley e quelli come lui. Rossella arriverà a detestare coloro che ormai le arriveranno ad apparire come estranei, dei pazzi orgogliosi; quanta incomprensione verso quelle donne che continuavano cocciutamente a mantenere un atteggiamento da signore nonostante quotidianamente si dedicassero a umili lavori, mentre lei non riusciva a sentirsi meno di un relitto se non indossando un abito di velluto, nonostante l'orgoglio dei suoi natali e la ricchezza di un tempo. <b>L'atroce contatto con la rossa argilla di Tara l'aveva privata di ogni dolcezza, l'aveva resa forte, ma le aveva imposto di non contemplare più il passato</b>, pena la sua eterna perdizione. </div><div>Ed è proprio in questa presa di consapevolezza che Margaret Mitchell inserisce la propria morale, <b>la formula magica per la Sopravvivenza</b>: <b><u>non guardarsi mai indietro</u></b>.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyo0XmkOi3kWAEMdexBxkeu3brt5cX5Plj3lwY865WdksakpGYL6ZDa7Wo5mqhGiQn9xsMRY_pF6oYbrkZA5shgprOTp_hf61grLsxwYZ6mMmR84g6tTgCte-xYitwDnxCKxXN_kv3UHg/s1600/IMMA19.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyo0XmkOi3kWAEMdexBxkeu3brt5cX5Plj3lwY865WdksakpGYL6ZDa7Wo5mqhGiQn9xsMRY_pF6oYbrkZA5shgprOTp_hf61grLsxwYZ6mMmR84g6tTgCte-xYitwDnxCKxXN_kv3UHg/s1600/IMMA19.png" /></a></div>La celeberrima battuta finale di <i>Via col Vento</i> dovrebbe essere recitata da ognuno di noi come un mantra; la straordinaria potenza delle parole «<i><b>Dopo tutto, domani è un altro giorno</b></i>», si imprime a fuoco nella mente del lettore. Offesa e umiliata, lasciata di nuovo completamente sola, Rossella ha ancora l'ardore di volgere gli occhi verso l'avvenire. Ed è questa la vera essenza del successo del popolo americano: <b>gli americani sono sopravvissuti a qualsiasi dramma storico imponendosi di non volgersi mai al passato</b>. La fondazione stessa dell'America si basa sul movimento in avanti: perché, altrimenti, orde di clandestini avrebbero dovuto attraversare un oceano e abbandonare la loro intera esistenza e gli affetti, prendendo l'ardua decisione di stabilirsi in un Nuovo Continente?<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ8vSCKT2TiRgxRK4HGXH2kmtt5IQVDDvOHbROrSV6_e6GRSExv9KD4cggNkYjrEK_vlniUf21RuXfwAVgOTzNx-c3NUYGB8XjNj7dFZZDWmlO1SvrD8JL5F2gZTTSeejUjVQU_BPEZXI/s1600/IMMA20.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ8vSCKT2TiRgxRK4HGXH2kmtt5IQVDDvOHbROrSV6_e6GRSExv9KD4cggNkYjrEK_vlniUf21RuXfwAVgOTzNx-c3NUYGB8XjNj7dFZZDWmlO1SvrD8JL5F2gZTTSeejUjVQU_BPEZXI/s1600/IMMA20.png" /></a></div>Rossella O'Hara e la sua creatrice marchiarono a fuoco sulla loro pelle questo monito, a cui furono debitrici del loro successo e dei loro errori. Entrambe abilissime nell'attacco a sorpresa, furono, loro malgrado, travolte dagli eventi.<br />
Peggy Mitchell fu colta alla sprovvista dal successo di <i>Via col Vento</i>: il libro che aveva tenuto celato al mondo per così tanti anni scatenò una vera e propria rivoluzione, <b>le fece vincere un Premio Pulitzer</b> e determinò l'inizio di una nuova vita in cui Peggy doveva farsi spazio fra pettegolezzi e fanatici importuni. Affrontò questa ennesima sfida ergendo muri difensivi e segnando intorno a sè, come molti altri autori, invalicabili perimetri di protezione. <b>Negli anni successivi combatté assiduamente per difendere la propria privacy con la stessa tenacia con cui si era battuta per il successo e l'affermazione di sé stessa</b>, resistendo alle eterne -ancor oggi durature- critiche per il suo caratteraccio, il razzismo e il presunto stile da illetterata.<br />
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<i>Via col Vento</i> non è una lettura così immediata e semplice, come ci si potrebbe aspettare; i suoi personaggi sono spesso e volentieri sgradevoli e irritanti, ricchi di chiaro-scuri e di contraddizioni; commettono tragici errori, vomitano, imprecano, uccidono, infrangono la legge e qualsiasi morale. <b>Ma si completano</b>. L'essenza profonda della natura umana risiede sia nell'irriverenza e nella caparbietà di Rossella, arricchita dalla dolcezza e dall'ingenuità di Melania, così come nell'ironia spregiudicata di Rhett che si compenetra nella galanteria sognatrice di Ashley.<br />
<br />
Annichilita dal suo stesso successo e dalla lunga malattia del padre, Margaret Mitchell abbandonerà la sua vocazione per la scrittura per lungo tempo, fino al 1949, quando, divenuti i suoi impegni meno pressanti, si risolverà a riprendere in mano la macchina da scrivere. Ma la sera dell'<b>11 Agosto 1949</b> il Fato le giocherà l'ultimo tragico scherzo: morirà dopo cinque giorni di coma, per essere stata investita da un taxista ubriaco proprio ad Atlanta, sulla <b>Via dell'Albero di Pesco</b>, dove gli immortali personaggi di <i>Via Col Vento</i> passarono e vissero per epoche intere.<br />
L'improvvisa dipartita, impedì a Margaret Mitchell di realizzare, anche nella morte, la privacy che desiderò così ardentemente in vita. I custodi dell'Atlanta Oakland Cemetery affermano come, tutt'ora, turisti a profusione rendano omaggio alla sua tomba. «<i>Vengono praticamente da tutte le parti del mondo. Si aspettano di trovare un grande santuario, e tutto ciò che gli appare davanti agli occhi è una semplice pietra</i>»... ed è questo che, certamente, Margaret Mitchell avrebbe voluto.<br />
---<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><b><u>Nelle immagini:</u></b> </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">1) <i>"<b>Gone With the Wind</b>" (1939) - Victor Fleming</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><i> Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b> and Clark Gable as <b>Rhett Butler</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">2) <i><b>Margaret Mitchell</b> - writing</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">3) <i><b>Margaret Mitchell</b> - reading</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">4) <i><b>Margaret Mitchell</b> portrait</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">5) <i><b>Margaret Mitchell</b> as journalist</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">6) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b> and Clark Gable as <b>Rhett Butler</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">7) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b>, Leslie Howard as <b>Ashley Wilkes</b> and <b>other characters</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">8) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara at Tara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">9) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b> and Thomas Mitchell as <b>Geraldo O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">10) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">11) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b> and Hattie McDaniel as<b> Mammy</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">12) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">13) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">14) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">15)<i> Clark Gable as <b>Rhett Butler</b> and Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">16) <i>Olivia de Havilland as <b>Melania Hamilton</b> and Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">17) <i>Leslie Howard as<b> Ashley Wilkes</b> and Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">18) <i>Screencap from Gone With the Wind - <b>Civil War at Atlanta</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">19) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">20)<i> Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b></i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">21) <i>Vivien Leigh as <b>Rossella O'Hara</b> and Clark Gable as <b>Rhett Butler</b></i></span></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-14932443591811480292011-06-25T12:52:00.000-07:002011-07-01T15:44:18.504-07:00•Recensione: DAVID NICHOLLS - Le domande di Brian (Starter For 10)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGjLTtvJivgOJ4jZk9u5MHxtQKAOoB0zi_HtH_2TILb8wHBhzMwIlVFx6yD7gSMnMVYe9duN2NxqabGth0FDaG6TN5HNB16PpgigXvDxCckJlyi7MGyVlbvSdDR_WfcE0xEB9Npj-ItpM/s1600/BANNER1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGjLTtvJivgOJ4jZk9u5MHxtQKAOoB0zi_HtH_2TILb8wHBhzMwIlVFx6yD7gSMnMVYe9duN2NxqabGth0FDaG6TN5HNB16PpgigXvDxCckJlyi7MGyVlbvSdDR_WfcE0xEB9Npj-ItpM/s1600/BANNER1.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"></div><div style="text-align: center;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">The Man with the child in his eyes.</span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i><b><br />
Ah, ardua la vita da giovani matricole! </b></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">E' il <b>1985</b>, siamo in <b>Inghilterra</b> e <i><b>Brian Jackson</b></i> pensa che nella vita non otterrà più nulla di veramente buono, nobile e puro come i risultati agli esami delle secondarie. Tuttavia, alle soglie dell'<i><b>Esperienza Universitaria</b></i>, l'eccitazione sgomina senza difficoltà i tormenti adolescenziali e Brian è pronto per affrontare il rituale mistico e ancestrale che segna il passaggio dalla spensierata giovinezza alla matura e indipendente consapevolezza dell'età adulta. E quale miglior approdo se non un prestigioso college di Bristol può garantire il corretto sbocciare delle speranze di un giovane talentuoso, saturo di voglia di vivere?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8MQKPsHnSEXd41SbRRuC3dV4QfSijOt1SXsK34CdUFh4VO4bKb4j5IKEN0ERfUswmKyqJ0tA-PNcMfRAk4VKz-6v5kZ8nqrnpkOdoRchrpWF0G2JhMoqjFWjfhmZrEcIjr4a4iv2euUc/s1600/IMMA2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8MQKPsHnSEXd41SbRRuC3dV4QfSijOt1SXsK34CdUFh4VO4bKb4j5IKEN0ERfUswmKyqJ0tA-PNcMfRAk4VKz-6v5kZ8nqrnpkOdoRchrpWF0G2JhMoqjFWjfhmZrEcIjr4a4iv2euUc/s1600/IMMA2.png" /></a>Brian Jackson sembra saperlo davvero bene. Aspetta con ansia l'autunno e nelle prime pagine, <b>narrate dal suo effervescente e squisitamente ironico punto di vista</b>, ci regala una visione molto edulcorata della vita universitaria che lo aspetta.<br />
In fondo, qualunque giovane può essere sorpreso ad immaginare la gioia di andare a lezione prendendo a calci le foglie in un panorama settembrino e rigorosamente british, o l'idillio nel discutere appassionatamente di poesia metafisica con una ragazza affascinante di nome Emily, Catherine o, perché no, Alice, ovviamente dotata di un'intelligenza fervida, di un sorriso smagliante e di un adorabile caschetto alla Sophie Marceau. E, ancora, vogliamo togliere a questo giovane di belle speranze la possibilità di fantasticare sul cruciale seguito nella mansarda dell'affascinante interlocutrice, a fare l'amore per ore e ore davanti al caminetto elettrico? Certo che no. E per completare l'atmosfera da cartolina, basta aggiungere qualche verso di T.S. Eliot, un porto d'annata e la musica di Miles Davis. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><i>Ma ritorniamo con i piedi per terra.</i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5Lk740uU1ZlyTuLHZ6g8kij4DV_umfG7osfXol5Qn4n5iQcPt1aoPqyaDtcf8OkB-BRg7AidxxHLkLGqvAo5bVTiZu3eUVvulvKBf8bQQ0DJTh53JVYm9JAleTZ3-H9EvQraFBnZNJK0/s1600/IMMA11.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5Lk740uU1ZlyTuLHZ6g8kij4DV_umfG7osfXol5Qn4n5iQcPt1aoPqyaDtcf8OkB-BRg7AidxxHLkLGqvAo5bVTiZu3eUVvulvKBf8bQQ0DJTh53JVYm9JAleTZ3-H9EvQraFBnZNJK0/s1600/IMMA11.png" /></a>Senza dubbio quell'autunno dell'85 è un momento molto importante per Brian Jackson: una svolta sta arrivando; ma alla lirica immagine del diciottenne strappa-vesti, sostituiamo quella di un riflessivo e timido ragazzo di provincia, orfano di padre e oberato dagli interrogativi tipici dell'età: <i>chi sono, cosa faccio, dove andrò</i>.<br />
Come molti suoi coetanei Brian è un goffo sbarbatello, sinceramente imbarazzato dalla madre eccessivamente apprensiva che, dopo la morte del marito, ha allevato l'unico figlio maschio tirandosi su con il whisky. E neanche Brian scherza da questo punto di vista. <b>Ha trascorso i suoi ultimi anni di vita dilapidando tonnellate di tempo -e denaro- ubriacandosi nei pub e inseguendo amori fatui e impossibili, lasciandosi cullare dalle romantiche note delle sua amata Kate Bush</b>. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpP9KWyWKWovMFHfkhtqycDKLv4UG8sZcf9rid1fb3kd7t6yQ29c7n-kKmk7YWB6xua9FHMC_56bF7LuYrG52l9qFq-VyRKWnoMlG3EkfczfQ4rjdo23vmtc9eF74lRqRKxfUfDP4_syQ/s1600/IMMA4.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpP9KWyWKWovMFHfkhtqycDKLv4UG8sZcf9rid1fb3kd7t6yQ29c7n-kKmk7YWB6xua9FHMC_56bF7LuYrG52l9qFq-VyRKWnoMlG3EkfczfQ4rjdo23vmtc9eF74lRqRKxfUfDP4_syQ/s1600/IMMA4.png" /></a>I suoi compagni di bagordi sono <b>Spencer</b> e <b>Tone</b>, rispettivamente "quello tosto" e la reincarnazione di Conan il Barbaro, che lo trattano come un disagiato <i>gay lord</i>. Entrambi, infatti, hanno mollato gli studi e vivono la propria gioventù sbrucciacchiata fra furtarelli, sbronze, risse e lavoro in nero. Fra di loro Brian, <b>completamente immerso in una realtà tipicamente post-puberale</b> e continuamente intento a destreggiarsi fra ansie, turbe, tremori e ormoni. I risultati, a dirla tutta, sono abbastanza scarsi. Per la gente che lo circonda, i suoi difetti sembrano superare in gran misura i pregi; l'atroce acne, il senso dubbio di un umorismo terrificante, l'inesperienza sessuale e la costante capacità di ficcarsi in situazioni estremamente imbarazzanti, rendono Brian una sorta di<i><b> freak</b></i>, <b>un concentrato di potenzialità intrappolate in un guscio eccessivamente goffo e ingombrante</b>, che neanche un look alla Graham Green sembra riuscire a scalfire. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">E l'esperienza universitaria non sembra migliorare le cose.<i> Anzi</i>.</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">A Bristol Brian si trova intrappolato in una stanzetta minuscola, inutilmente impreziosita dal suo personalissimo <i>futon</i> (un materasso appoggiato per terra), costretto <b>a dividere l'alloggio con due inutili, odiosi e conservatori Tory</b>, sputati fuori da chissà quale scuola privata e con un debole viscerale per gli sport estremi e la birra fatta in casa. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Già dalla prima serata, che lo vede protagonista di un party di dubbia moralità dal tema "<i>Preti e Puttanelle</i>", Brian farà esperienza dei suoi compagni di college, talvolta inquietanti (vedi Chris, l'hippie dalle mani luride), oppure mostruosamente ridicoli, o ancora belli, vincenti e sempre a loro agio. <b>E soprattutto Brian conoscerà due donne</b>. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWL5bGYI7jPjVIDPoummleMv1DPxwmZRyJ38BDu7Zx0xZ2I8XpTuLiG6nrBbDzSPMNMrelK1jIhNjCPm7iDiefbqXfShmZXvvt23PRDzBZ_kZGMWss181kXdXnH0bCexDjYU5Bmna0nQE/s1600/IMMA1.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWL5bGYI7jPjVIDPoummleMv1DPxwmZRyJ38BDu7Zx0xZ2I8XpTuLiG6nrBbDzSPMNMrelK1jIhNjCPm7iDiefbqXfShmZXvvt23PRDzBZ_kZGMWss181kXdXnH0bCexDjYU5Bmna0nQE/s1600/IMMA1.png" /></a>La prima è <i><b>Alice Harbinson</b></i>, <b>la più straordinaria, intelligente, sensuale, affascinante ragazza dell'intero pianeta</b> - ovviamente dal punto di vista di Brian - , biondissima reincarnazione di Barbie, volitiva ma affettuosa, che però non sembra completamente ricambiare l'affetto di Brian. Almeno, non quel genere di affetto. Bellissima, ricca, spigliata e sessualmente attiva, Alice, per tutto il romanzo, sarà il più lucente pensiero fisso di Brian, che sarà tuttavia strappato in malo modo dalle proprie fantasie erotiche da <i><b>Rebecca Epstein</b></i>, il suo esatto opposto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Bruna, scontrosa e problematica, <b>Rebecca è ebrea e marxista convinta, politicamente impegnata, dotata di un'intelligenza notevole e di una dialettica tagliente</b>; la brillante Rebecca lascerà, infatti, spesso e volentieri il povero Brian senza parole, fatto che la porterà a maturare l'idea di trovarsi di fronte un essere biologicamente arretrato, verso il quale inizierà però a provare un'insana attrazione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span">Così inizia l'avventura universitaria di Brian e chiunque sia un pò pratico di <b>anni ottanta,</b> coglierà infiniti riferimenti a tutto ciò che, in quell'epoca, era utile a un diciottenne sbarbatello per darsi una parvenza di intellettualità. Brian, in giacca di velluto e camicia da nonnetto, tappezzerà accuratamente il suo alloggio con cartoline di <b>James Dean</b>, <b>Che Guevara</b> e <b>Beckette</b>, pontificherà sentenze demagogiche su <i><b>La corazzata </b></i></span><span class="Apple-style-span"><i><b>Potëmkin</b></i> e citerà fino alla nausea qualsiasi aforisma di <b>Donne, Eliot o Fitzgerald</b> - un bel colpo assegnato da Nicholls per accattivarsi tutti i lettori nostalgici. </span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI3aPhPazD7tlFsAbem5zzC3iwpxY9yNbsRUc9HRcxKd7m63_cWvXMBeEIRMPrSDJV4a-wvNh5qVNEGdYOSorpeUZp5Mk-OgLuGZ15_-sh6TPsMPepP44zwZf6lmsfpaBgNHdeG2ny7Qk/s1600/IMMA5.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI3aPhPazD7tlFsAbem5zzC3iwpxY9yNbsRUc9HRcxKd7m63_cWvXMBeEIRMPrSDJV4a-wvNh5qVNEGdYOSorpeUZp5Mk-OgLuGZ15_-sh6TPsMPepP44zwZf6lmsfpaBgNHdeG2ny7Qk/s1600/IMMA5.png" /></a><span class="Apple-style-span">Fra sogni di gloria e lezioni soporifere, Brian si troverà, oltretutto, a dover affrontare la televisione: <b>verrà infatti selezionato</b> -in maniera più o meno lecita- <b>per partecipare al famoso gioco a quiz</b> <i><b>University Challenge</b></i>, ritrovandosi catapultato all'interno di un bizzarro gruppo di <i>geeks</i>, con un caposquadra isterico e vanesio; perché Brian è imbranato e grottesco, ma ha un talento particolare nel rispondere agli strampalati quesiti dei quiz, grazie alla sua memoria di ferro e a una discreta cultura generale. <b>Una qualità tanto notevole, quanto inutile.</b></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span"><b><br />
</b></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span">E' proprio <u><b>il significato della vera intelligenza</b></u> a costituire il tema portante del romanzo e a determinare il percorso "di formazione" di cui Brian sarà protagonista.<br />
Da una parte c'è <b>Alice</b>, sfavillante portavoce della <i>upper class</i>, <b>colei che non si è mai veramente impegnata nella vita, ma che ha ottenuto tutto ciò che voleva grazie alla sua bellezza e alla sua fortuna</b>. Alice è una vincente, maliziosamente ingenua, talmente concentrata su sé stessa da non accorgersi del dolore che arriva a procurare a chi le sta vicino. E' semplicemente bella e, come ripeterà sovente Brian, <b><i>sa di esserlo</i></b>. </span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span">Con poche mosse ben piazzate e il giusto numero di sorrisi zuccherosi è in grado di accattivarsi qualunque uomo in circolazione, è popolare, spigliata, sempre a proprio agio, apparentemente invincibile... ma è questa la vera intelligenza? </span></div><div class="" style="clear: both;"><br />
</div><div class="" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX14ccjD-AHUi_8C0o91Xl-0W42jJRJ9CXZKYQe7NLoA1gSms6BWQJ_Un16UiCMQTTu3KLbywBGclv6XzrjZ-2mirDqYWGutPsWiumvjiFxRS07i_Zq4zNf9DdjvNsdNi09v9AHHfdphQ/s1600/IMMA7.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX14ccjD-AHUi_8C0o91Xl-0W42jJRJ9CXZKYQe7NLoA1gSms6BWQJ_Un16UiCMQTTu3KLbywBGclv6XzrjZ-2mirDqYWGutPsWiumvjiFxRS07i_Zq4zNf9DdjvNsdNi09v9AHHfdphQ/s1600/IMMA7.png" /></a><span class="Apple-style-span">Poi vi è <b>Brian</b>, imbranato come pochi e sinceramente imbarazzante, ma non stupido. Infatti -quando è sobrio- nessuno è pronto a mettere in dubbio le sue conoscenze, che gli permettono di diventare l'asso nella manica della squadra di University Challenge. Eppure possiamo definirlo intelligente?</span>Brian conosce tantissime cose: sa qual'è il nome latino dei comuni volatili domestici inglesi, le capitali di tutti gli Stati del mondo, conosce a memoria il teatro di Shakespeare, i romanzi di Dickens e ogni singola parola di qualunque canzone che Kate Bush abbia mai inciso. Ancora, riesce a destreggiarsi fra le conoscenze più disparate, dalle mogli di Enrico VIII alle rocce magmatiche, dal significato delle parole "albedo" e "peripatetico" alla differenza fra fissione e fusione nucleare; eppure<b> le cose più importanti e semplici come l'amicizia o l'amore, oppure, semplicemente, la capacità di essere decorosi, dignitosi e felici, sembrano essere totalmente al di fuori della sua comprensione</b>. Brian è un totale disastro nel campo delle relazioni umane, come avrà occasione di accorgersi nel corso del romanzo, ma le lezioni più importanti da questo punto di vista non gli verranno impartite dalla "vincente" Alice, ma da <b>Rebecca</b>. </div><div class="separator" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzzLrafFK38MI87lJnce8sTiCbhuaI94i9vJe2W6Pa9ceg326p6oy_stFViVxMGFGYqP7w3AbDZgxM4-tjaXuu6_HSf1EcRSfat7Ob1tdPlr46qmbTlvAu2hVQPlGuF5OUKh_5J-gNGeU/s1600/IMMA8.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzzLrafFK38MI87lJnce8sTiCbhuaI94i9vJe2W6Pa9ceg326p6oy_stFViVxMGFGYqP7w3AbDZgxM4-tjaXuu6_HSf1EcRSfat7Ob1tdPlr46qmbTlvAu2hVQPlGuF5OUKh_5J-gNGeU/s1600/IMMA8.png" /></a><span class="Apple-style-span"><b>Il rapporto di Brian con Rebecca servirà a Nicholls per evidenziare abilmente la differenza fra la vera intelligenza -quella della ragazza- e la mera acquisizione di conoscenze</b>. Con Rebecca, Brian discuterà di politica, classi sociali, ingiustizie e amore frustrato e imparerà a difendere sé stesso, la propria natura e le proprie scelte. Al contrario, il rapporto con Alice e la sua borghesia troverà Brian condannato fin dall'inizio - sarà un fiasco dietro l'altro, mentre lei sembrerà provare unicamente pietà per lui, trovandolo, tuttavia, piuttosto divertente. Accecato dalla bellezza della ragazza, il nostro protagonista incasserà colpi su colpi e, credetemi, la visita al cottage degli Harbinson sarà quasi dolorosa da leggere.</span></div><div class="separator" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span"><br />
</span></div><div class="separator" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span">L'esperienza universitaria di Brian sarà quindi ben lontana dall'iniziale visione idilliaca e l<b>a transizione all'età adulta non si rivelerà solo difficile, ma anche alquanto dolorosa</b>. La sua narrazione ci rappresenterà un infinito susseguirsi di amicizie incasinate, occasioni sprecate, conversazioni fatue, giornate gettate al vento, osservazioni stupide e battute inopportune, che renderanno impossibile non provare almeno un minimo di simpatia per un protagonista così incredibilmente umano. </span></div><div class="separator" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span"><br />
</span></div><div class="" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibzpDP-UUmwptzCi9JmI7DTp9-0oi1jLRV0daQ2bE_wWlvKxG1DuLJYkgVnihwDs4_N1uyt5TGDA0k-2DjyiSHkPRAYHa38e42y0pm4HG0xdQtAHC2fhDu8hDLMr24-uiB0gtktTgceZI/s1600/IMMA9.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibzpDP-UUmwptzCi9JmI7DTp9-0oi1jLRV0daQ2bE_wWlvKxG1DuLJYkgVnihwDs4_N1uyt5TGDA0k-2DjyiSHkPRAYHa38e42y0pm4HG0xdQtAHC2fhDu8hDLMr24-uiB0gtktTgceZI/s1600/IMMA9.png" /></a><span class="Apple-style-span">Un'avventura, quella di Brian, dolce-amara, ma piacevolissima da leggere, anche solo per<b> il tono scanzonato e la straordinaria autoironia con cui ci viene presentata</b>. Siamo ancora ben lontani dalla lucida e complessa ribellione di <i><b>Holden</b></i>, oppure dalla raffinata giocosità umoristica di <b>Hornby</b>, e non ci troviamo neppure di fronte al nerbo socio-politico di <b>Coe</b>, ma, senza dubbio, <b><u>come esordio non è niente male</u></b> e Nicholls si dimostra uno scrittore di vero talento, dotato di autonomia, vitalità e sufficiente originalità.</span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span"><i>Le domande di Brian</i> si legge molto velocemente e restituisce perfettamente il sapore di un'età e di un ambiente ben precisi; scorre semplice e leggero, come <i>un bel programma televisivo</i> -Nicholls nasce come autore per la BBC!- , divertente, incisivo e scintillante. Manca, tuttavia, la profondità di una visione a tutto tondo, che, probabilmente, la lettura dell'opera più famosa di David Nicholls, <i><b>Un Giorno</b></i>, sarà in grado di regalare.</span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span">---</span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><b><u>Nelle immagini:</u></b></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><i>Screenshot from <u><b>Starter For 10</b></u> (2006) - Directed by <b>Tom Vaughan</b></i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">1)<b> </b><i><b>Starter for 10</b> - Poster</i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">2) <i><b>James McAvoy</b></i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">3) <i>James McAvoy as <b>Brian Jackson</b></i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">4) <i>James McAvoy as <b>Brian Jackson</b>, Benedict Cumberbatch as <b>Patrick Watts</b> and Elaine Tan as <b>Lucy Chang</b></i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">5) <i>Alice Eve as <b>Alice Harbinson</b>, James McAvoy as <b>Brian Jackson</b> and Rebecca Hall as <b>Rebecca Epstein</b></i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">6)<i> <b>University Challenge</b> group</i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">7) <i>James McAvoy as <b>Brian Jackson</b> and Elaine Tan as <b>Lucy Chang</b></i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">8) <i>James McAvoy as <b>Brian Jackson</b> and Rebecca Hall as <b>Rebecca Epstei</b></i><b>n</b></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">9) <i>Elaine Tan as <b>Lucy Chang</b>, Alice Eve as <b>Alice Harbinson</b> and James McAvoy as <b>Brian Jackson</b></i></span></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-62061822668974595572011-06-20T11:09:00.000-07:002011-06-20T11:09:56.316-07:00•Recensione: TRACY CHEVALIER - Strane Creature (Remarkable Creatures)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYJQr6MrN_Jlj2VhhQE1G6a4UAJBpXgzrJJxmsr0cVhj-ktwhTyXWzgr3JwMDGCH1lBVnr1Nswg-Uy_d2UK20yibzX9M4jsrabiVjjtvCmz_L-7_nBqEncJjqXIEzI2Qf_itzqfGjZe70/s1600/BANNER2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYJQr6MrN_Jlj2VhhQE1G6a4UAJBpXgzrJJxmsr0cVhj-ktwhTyXWzgr3JwMDGCH1lBVnr1Nswg-Uy_d2UK20yibzX9M4jsrabiVjjtvCmz_L-7_nBqEncJjqXIEzI2Qf_itzqfGjZe70/s1600/BANNER2.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both;">«<i><b>La nuova vita è formata da estinzione e morte</b></i>», annotava <b>Charles Darwin</b> nel 1838, in un taccuino privato. Circa vent'anni dopo, il celebre biologo fonderà il proprio capolavoro letterario,<b><i> L'origine delle specie</i></b>, proprio sulla teoria di come <b>i fossili documentino una continuità di forme di vita</b>, dimostrando come milioni di specie preistoriche si estinsero e altrettante presero il loro posto. Una generazione prima, tuttavia, mentre la scontrosa eroina in gonnella di Tracy Chevalier stava facendo ingenuamente riaffiorare dalle scogliere di <b>Lyme Regis</b>, con le sua mani di bambina, le prove che avvallavano tale intuizione, nessuno, neppure fra i più insigni intellettuali, era disposto a credere che Dio non fosse mai stato in grado di pianificare il destino di ogni singola specie del Creato.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQWdIfMH42SoOefYHBS5Q5_10UFAvh_mzI5y0wKMZI4c6asBXBelbF0zgtLhqDYdf-QFmaBdYc0KzLVSKrjUOYC7u2QnCD6wZig2cB_7sA_6fTXnmCenBU9VANuid9xr0X-EtV01VUKhw/s1600/Fossil_by_theunchartedwastes.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQWdIfMH42SoOefYHBS5Q5_10UFAvh_mzI5y0wKMZI4c6asBXBelbF0zgtLhqDYdf-QFmaBdYc0KzLVSKrjUOYC7u2QnCD6wZig2cB_7sA_6fTXnmCenBU9VANuid9xr0X-EtV01VUKhw/s320/Fossil_by_theunchartedwastes.jpg" width="313" /></a></div><b>Riportando alla luce il primo esemplare di ittiosauro mai studiato prima di allora</b>, <i><b>Mary Anning</b></i>, questo il nome dell'eroina - personaggio realmente esistito, cambiò per sempre il nostro modo di vedere il mondo. All'improvviso era apparsa davanti agli occhi dell'umanità una creatura misteriosa, di cui non era mai stata rilevata alcuna tracca sulla terra: un gigantesco mostro marino che non esisteva più da tempo memorabile, una specie estinta. Una scoperta apparentemente insignificante fece nascere il dubbio che in realtà <b>il mondo si trasformasse</b>, anche se molto lentamente, e che fosse soggetto a cambiamenti, invece di rimanere sempre uguale a sè stesso. Un dotto scozzese, <b>James Hutton</b>, aveva già affermato che il mondo non aveva né inizio, né fine, ipotizzando una sua origine talmente remota, tanto da impossibilitare gli scienziati a calcolarne l'esatta data. Hutton, già allora, credeva che il nostro pianeta fosse stato scolpito dall'azione dei vulcani; altri ancora ipotizzavano che l'avesse plasmato l'acqua. Solo nei tempi più prossimi alla scoperta della Anning i geologi combinarono entrambe le teorie, sostenendo che <b>a modellare la terra non fu altro che un susseguirsi di cataclismi</b>: il diluvio universale della Genesi non sarebbe stato che il più recente. <br />
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Il biologo francese <b>Georges Cuvier -</b>citato in abbondanza nel libro della Chevalier- estese, per primo, tale riflessione al mondo delle specie viventi: <b>animali e creature erranti possono scomparire se non più idonee a rimanere al mondo</b>. Tale ipotesi, che l'uomo moderno trova pressoché scontata, sconvolse l'opinione pubblica e popolare di inizio Ottocento; si trattava di un'idea inquietante, che metteva in discussione secoli di teologia, in quanto implicava che esistesse un Dio creatore del mondo, ma che, terminata la sua opera, se ne fosse completamente disinteressato, rimanendo impassibile a guardare come creature da lui generate si estinguessero e abbandonassero per sempre gli oceani e le terre del globo. Finché questa congettura riguardava antichi coccodrilli pinnati del Giurassico non risultava così spaventosa da terrorizzare anche i cuori dei fedeli più accaniti... <i><b>ma se tale destino fosse toccato alla specie umana?</b></i><br />
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Una versione più edulcorata della teoria dell'estinzione viene presentata da alcuni personaggi del romanzo della Chevalier - ad esempio il mediocre collezionista Lord Henley; tali personalità erano convinte di come l'ittiosauro di Mary Anning non fosse altro che <b>un modello difettoso</b>, una versione abbozzata di coccodrillo che Dio avrebbe scartato in un secondo momento, eliminandolo dalla faccia della terra grazie al diluvio universale. Tuttavia anche tale teoria implicava come Dio potesse compiere degli errori e contemporaneamente sentisse il bisogno di correggerli, facendo crollare irrimediabilmente l'impalcatura di onniscenza e perfezione su cui migliaia di religioni e filosofie avevano edificato le proprie congetture.<br />
E allora come fare? La maggior parte delle persone -vedi il buon reverendo Jones- , soprattutto di estrazione umile e popolare, <b>optarono di plasmare la propria visione del mondo su quanto la Bibbia esprimeva alla lettera</b>: Dio creò il mondo e tutte le sue creature in sei giorni e ogni cosa rimase esattamente come allora, nulla è andato perduto. Di fronte alle vertigini provocate da milioni di anni di storia, scelsero di pensare che il mondo avesse appena seimila anni, secondo l' "illustre" calcolo del vescovo Ussher, ignorando qualsiasi altra affermazione e bollandola come eretica.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQFxfHfnOPAtK4kClLUzeY0SqoeMMSpPfyy2zpGc_xBszZ2riZp6BatKj98MLa3q6gC7OtlxFrUGA6E34h8DXg7Obj9aWx-D0vcA1VpITdENgOwUHunIOx6UOWXB-k4Ni4JaI8SagS8kE/s1600/IMMA2.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQFxfHfnOPAtK4kClLUzeY0SqoeMMSpPfyy2zpGc_xBszZ2riZp6BatKj98MLa3q6gC7OtlxFrUGA6E34h8DXg7Obj9aWx-D0vcA1VpITdENgOwUHunIOx6UOWXB-k4Ni4JaI8SagS8kE/s1600/IMMA2.png" /></a></div>E' in questo humus esistenziale che nasce, cresce e risplende <b>Mary Anning</b>, un nome più volte trascurato, ma che identifica quella che, probabilmente, fu <b>la più grande cacciatrice di fossili mai esistita</b>.<br />
Nata nel 1799, Mary Anning, secondo la tradizione, <b>da bambina sopravvisse alla caduta di un fulmine</b>; in mezzo alla tempesta una luce accecante, un frastuono di alberi caduti, un lampo abbagliante che squarcia le tenebre, l'odore della carne bruciata, un ronzio attraverso il corpo. La donna che la teneva stretta fra le braccia morì, ma Mary sopravvisse e, da bambina tranquilla e malaticcia, divenne una ragazzina ribelle, scaltra e brillante. Leggenda o realtà che fosse, ciò che è certo è che Mary Anning possedeva un talento tanto straordinario quanto inquietante per la ricerca dei fossili, tanto che in suo onore fu coniato il celeberrimo scioglilingua anglofono «<i>She Sells Sea Shells on the Sea Shore</i>».<br />
Iniziata dal padre ebanista alla nobile arte della raccolta di "ninnoli", Mary, a soli dodici anni, nel 1811 - Darwin era solamente un bambino di appena un paio di anni- fece <b>la sua prima straordinaria scoperta, l'ittiosauro</b>, la "lucertola pesce", il rettile marino del Giurassico che scosse le fondamenta del mondo scientifico. Fu da questo momento che gli scienziati bussarono alla porta della povera famiglia Anning, oberata dai debiti dopo la morte del capofamiglia Richard, caduto da una scogliera mentre cercava fossili per pagarsi il pane e il carbone e in seguito morto di tisi.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir7vjaqYRAoKKVWPRu-Tgo0SAnDQzPha4OX7bleN6y6q6efS9B9wliif85Kw78a5cbOdK_OmM_EqVkuHhUpxT3XLDaCX7i3ucLQpJviZfIXSVSsKUZ_jAGdbhmmXyQwZdxgSY2pEZtCUk/s1600/anning2.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir7vjaqYRAoKKVWPRu-Tgo0SAnDQzPha4OX7bleN6y6q6efS9B9wliif85Kw78a5cbOdK_OmM_EqVkuHhUpxT3XLDaCX7i3ucLQpJviZfIXSVSsKUZ_jAGdbhmmXyQwZdxgSY2pEZtCUk/s320/anning2.JPG" width="303" /></a></div>Nonostante le origini miserabili, il talento di Mary non potè essere ignorato e le sue scoperte permisero a diversi scienziati -uomini, ovviamente- di conquistarsi, grazie alle loro teorie, un posto nella Storia; per non parlare dei collezionisti, che arricchirono i propri musei di ciarpame, con i preziosi "ninnoli" di Mary Anning.<br />
Uno dei temi centrali di <i>Strane Creature</i> sono, infatti, <b>le barriere invalicabili</b> che, all'epoca ma non solo, determinavano una gerarchia talmente cristallizzata, tanto che era impossibile per una "<i>stracciona di provincia</i>" permettersi una qualsiasi mobilità sociale, nonostante tutti gli straordinari talenti che potesse avere.<br />
E il primo forte contrasto è quello rappresentato proprio dai "cacciatori" di fossili e dai meri collezionisti, in grado unicamente di stilare papiri di cose che desidererebbero procurarsi, riempiendo le proprie vetrine di curiosità frutto di ricerche altrui. Per i <b>collezionisti</b> le rocce sono tutte uguali e le scogliere sono noiose, come una mostra di quadri scadenti. Basta a loro trovare un frammento di ammonite o una squallida grifea per sentirsi dei veri esperti;<b> non nutrono alcun eccessivo interesse per i fossili: sanno semplicemente che vanno di moda e tanto basta a gratificare la loro vanità</b>.<br />
I <b>cacciatori</b> come Mary Anning, invece, lottano duramente per le loro conquiste; trascorrono ore e ore, giorno dopo giorno, anno dopo anno, davanti al mare, con ogni tempo e con qualsiasi temperatura. Alle vanitose mani vellutate dei collezionisti, si contrappongono dita screpolate, facce scottate dal sole, capelli arruffati dal vento e occhi perennemente strizzati, irritati dalla polvere e dal sole. La sera, i cacciatori come Mary Anning, rincasano con le vesti sudice e la febbre da insolazione, spesso senza aver trovato nulla, ma non sono le mani vuote a scoraggiarli. <b>Accolgono con entusiasmo ogni dono che le scogliere hanno loro da offrire e ringraziano Dio ad ogni nuova scoperta</b>. Purtroppo essere cacciatrici e pure donne è una condizione necessaria e sufficiente per vanificare la propria autostima: le teorie e la scienza vengono scritte dagli uomini sulle riviste, mentre a una cacciatrice è dato solo il privilegio di leggerle.<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn0EwXb0T8wmWxJ6PG5EHI3CgGgx7I-5u3nqnjnytBzjdfXJtPtb8_TGDo6nA8uy7Ppvfn78fAaMG-4ZOTEXoXYPzkS-QSfdLmfh1YclpBBszpqBfwZ4P4ENoc5rxnX865IFesj0Mqq5I/s1600/IMMA1.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn0EwXb0T8wmWxJ6PG5EHI3CgGgx7I-5u3nqnjnytBzjdfXJtPtb8_TGDo6nA8uy7Ppvfn78fAaMG-4ZOTEXoXYPzkS-QSfdLmfh1YclpBBszpqBfwZ4P4ENoc5rxnX865IFesj0Mqq5I/s1600/IMMA1.png" /></a>Eppure il talento unico di Mary Anning riuscirà a rompere anche le più restrittive convenzioni, seppur con la fatica di anni e il sudore di numerose scoperte. Capace di raffigurarsi la sagoma di un animale vissuto milioni di anni prima osservando unicamente i frammenti ossei, verrà successivamente definita dall'esploratore tedesco <b>Ludwig Deichart</b> «<b><i>la principessa della paleontologia</i></b>». Nel 1824, <b>Lady Harriet Silvester</b> rincara la dose scrivendo nel suo diario privato «<i>Meraviglioso esempio del favore divino, quella povera ragazza ignorante... grazie alle sue letture e alla sua diligenza, è arrivata a un grado di conoscenza tale da potersi intrattenere con professori ed altre persone competenti, e tutti riconoscono che ne capisce più di scienza di chiunque altro nel regno</i>».<br />
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In effetti, Mary Anning era tutto fuorché <i>ignorante</i>. Impara a leggere, annota e critica articoli scientifici, apprende l'anatomia sezionando pesci e seppie, in modo da trovare similitudini con le specie estinte.<br />
A ventisette anni apre l'<b>Anning's Fossil Depot</b>, assistita dall'amica e collaboratrice <b>Elizabeth Philpot</b> - seconda protagonista del romanzo della Chevalier -, e riceve l'onore di vedere assidui visitatori in celebrità come re Federico Augusto II di Sassonia, fino a illustri "fossilisti" del museo di storia naturale di Londra o di New York; come non ricordare, infatti, il geologo <b>Charles Lyell</b>, futuro protettore di Charles Darwin, o <b>William Buckland</b>, il reverendo che le resta amico fino alla morte, o ancora <b>Henry Thomas de la Bèche</b> che le dedica l'acquerello Duria Antiquor - tutte figure che appaiono anche in <i>Strane Creature</i>. </div><div class="separator" style="clear: both;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both;">Le scoperte della Anning non si limitano agli ittiosauri e ai plesiosauri: nel 1829 trova il rettile volante che Buckland ribattezzerà <b>pterodattilo</b>, che confermerà le ipotesi di Georges Cuvier secondo cui <b>vi era stata un'era in cui i rettili dominavano terra, mare e cieli</b>. Infine rinverrà i resti del primo <b>squalorazza</b> riconosciuto come tale e, sempre insieme a Buckland, dimostrerà come i <b>bezoari</b> altro non fossero che feci fossili di dinosauri. Gli specialisti riconoscono le sue scoperte, tent'è che danno il suo nome a numerose specie, ma è già troppo per una popolana. </div><div class="separator" style="clear: both;">Mary Anning morirà a 47 anni di cancro al seno; De la Bèche, presidente della <i>Geological Society</i> - in cui, per tutta la vita, a Mary fu proibito persino di entrarvi, in quanto donna - ne pronuncerà l'elogio funebre davanti all'assemblea. </div><div class="separator" style="clear: both;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBCNclHzHwqjLozwe0r7K74yGzPMUuzuQU8hcD60zmz3jPL9XLyIHuv_x0xz82A6CpPlcRb6PUELjpGuBWfrJZY_qkTfVpiXL8TNlyYbtITFrcHwDCWTcapRABcNp4Ri79D5a-5-Vr95Q/s1600/IMMA3.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBCNclHzHwqjLozwe0r7K74yGzPMUuzuQU8hcD60zmz3jPL9XLyIHuv_x0xz82A6CpPlcRb6PUELjpGuBWfrJZY_qkTfVpiXL8TNlyYbtITFrcHwDCWTcapRABcNp4Ri79D5a-5-Vr95Q/s1600/IMMA3.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br />
</div><div class="" style="clear: both;">Tutto ciò è raccontato, seppur in forma rimaneggiata e romanzata, da Tracy Chevalier in <i>Strane Creature</i> che, aldilà dei meri fatti storici, si dimostra un tentativo più o meno riuscito di elevarsi a testimonianza di un'epoca e a racconto di rottura di convenzioni.<br />
Quella di Tracy Chevalier è essenzialmente una storia di "<i><b>Remarkable Creatures</b></i>". Il termine "<i>remarkable</i>", in inglese, ha una doppia accezione: può sia essere riferito a qualcosa di <b>eccezionale o notevole</b>, ma contemporaneamente presentare <b>la sfumatura negativa di insolito o sospetto</b>. "Remarkable" non sono solo i fossili, che contemporaneamente suscitano terrore e fascino nell'umanità di inizio ottocento, ma lo sono anche le due protagoniste, Mary Anning ed Elizabeth Philpot, che incarnano <b>un ideale di donna avulso da quanto era la convezione dell'epoca</b>. </div><div class="separator" style="clear: both;"><b>Mary</b> è giovane, ribelle, anticonformista e cocciuta, disinteressata a quanto la gente ha da dire sul suo conto, è la ragazza appassionata con i fulmini nelle ossa; <b>Elizabeth</b>, invece, è la voce della donna matura, il cui destino di zitella è segnato da un aspetto severo e ingrato e da un carisma intellettuale troppo avanzato per essere una sposa, fin troppo consapevole di quanto la società, anche di un piccolo paesino, può essere crudele.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br />
</div><div class="" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGMRtjDdPfQYZWI4LPq9GNEzsuCk9CXy3KRo2RRu1d2DPPksj9kg6ToPBii8MiSeQWcNgnoK9LgPB7Qb2nrOgnGWp1Fad3h0rZ4_vTAnpBj_Cdw_NdScVXUw4zMy5PucPxDzm98qb-e5w/s1600/Talking_to_the_Butterflies_by_dim_baida.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGMRtjDdPfQYZWI4LPq9GNEzsuCk9CXy3KRo2RRu1d2DPPksj9kg6ToPBii8MiSeQWcNgnoK9LgPB7Qb2nrOgnGWp1Fad3h0rZ4_vTAnpBj_Cdw_NdScVXUw4zMy5PucPxDzm98qb-e5w/s320/Talking_to_the_Butterflies_by_dim_baida.jpg" width="320" /></a>Tracy Chevalier immerge queste due protagoniste in un ambiente che, a tutti gli effetti, possiamo definire "<i>austeniano</i>".<b> E i riferimenti a Jane Austen sono davvero molti</b>.<br />
La situazione iniziale delle vicende, infatti, è familiare a quella di <i>Sense & Sensibility</i>: troviamo una ragazza borghese, irrimediabilmente condannata a rimanere zitella, che viene spedita a vivere più a buon mercato altrove, dal fratello neo-sposo che, guarda caso, si chiama John. Elizabeth e le sue sorelle, Margaret (!) e Louise, si stabiliscono a Lyme Regis, località balneare della contea del Dorset, ed è qui che incontrano Mary Anning e i suoi fossili.<br />
Omaggi alla cara Jane piovono ancora a profusione; Margaret, ad esempio, è una profonda ammiratrice delle sue opere e asserisce di averla incontrata al circolo del paese, che è solita a frequentare. Il fatto non stupisce particolarmente: infatti Tracy Chevalier, nella postfazione, afferma come <b>sia documentato un passaggio di Jane Austen a Lyme Regis nel 1804</b>, durante il quale la celebre autrice avrebbe fatto conoscenza di Richard Anning, padre di Mary, in qualità di ebanista, per chiedergli un preventivo per la riparazione di un baule. Tuttavia «<i>stando alla lettera che inviò a sua sorella, la Austen giudicò la cifra esorbitante, tanto che si rivolse a un altro artigiano</i>».</div><div class="separator" style="clear: both;">Nonostante i continui richiami all'adorata Jane, Tracy Chevalier opera un capovolgimento laddove arriva a presentarci <b>due donne che nel cuore dell'Ottocento non hanno bisogno di un uomo per vivere</b> e che dedicano la loro intera esistenza alla paleontologia, ai fossili e agli animali estinti e che, per un bisogno interiore, sono in grado di costruirsi la propria cultura da sole. </div><div class="separator" style="clear: both;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbX_Dke51dOc1b5msKHYPeNy_4EKCcGnzOKx82r51SjKibmp7RCeFgTpn3beE3K7w3qtlV6Jh0ngwIu8e2VxiJWNZaMybY8WIJZxIDQ9dwXCzuIiuNbEl5xPeGy9ipz_5F2krSypfja00/s1600/9aa78dc4b8de0bb9d2d1f512642bc301.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbX_Dke51dOc1b5msKHYPeNy_4EKCcGnzOKx82r51SjKibmp7RCeFgTpn3beE3K7w3qtlV6Jh0ngwIu8e2VxiJWNZaMybY8WIJZxIDQ9dwXCzuIiuNbEl5xPeGy9ipz_5F2krSypfja00/s320/9aa78dc4b8de0bb9d2d1f512642bc301.jpg" width="320" /></a>Senza dubbio<b> il <u>forte riferimento a vicende storiche</u> realmente accadute costituisce il principale motivo di interesse del romanzo</b>, come anche la metafisica contrapposizione fra creazionisti e evoluzionisti, che nell'Ottocento stava appena iniziando a prendere piede.<br />
I personaggi sono interessanti, ma <u><b>le vicende molto ripetitive</b></u>: c'era da aspettarselo. La stessa Chevalier, sempre nella postfazione, infatti scrive: «<i>l'atteggiamento nei confronti del tempo invalso nel ventunesimo secolo e ciò che oggi ci aspettiamo solitamente da una storia sono molto lontani dalla vita reale di Mary Anning. Mary la spese, giorno dopo giorno, anno dopo anno, facendo sempre le stesse cose negli stessi posti. Ho cercato di condensarne gli eventi in una narrazione che non abusasse della pazienza del lettore</i>».</div><div class="" style="clear: both;">Non c'è molto posto per l'amore in <i>Strane Creature</i>, ma ve n'è per l'<b>amicizia</b>, il sentimento più profondo e, forse, meglio caratterizzato dell'intero romanzo. Ovviamente -Austen, anche qui, insegna- <b>non manca un lieto fine</b>, abbastanza felice, che pone termine alle tribolazioni e che garantisce alle protagoniste una lunga e allegra esistenza in comunione, ma che lascia parzialmente appagato il lettore, a cui, al termine del libro, rimarrà soltanto un retrogusto salato e un pò di polvere di argilla sulle dita.</div><div class="" style="clear: both;">---</div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><b><u>Nelle immagini:</u></b></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">1)<b> </b><i><b>Lyme Regis</b> - Dorsetshire (thanks to <a href="http://cuffbertt.deviantart.com/">cuffbertt</a>)</i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">2) <i><b>Ammonite</b> (thanks to <a href="http://theunchartedwastes.deviantart.com/">theunchartedwastes</a>)</i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">3) <i><b>Mary Anning with her dog Tray</b>, painted before 1842</i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">4) <i><b>Ittiosauro Fossile</b></i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">5) <i><b>Storm Series</b> (thanks to <a href="http://littlemewhatever.deviantart.com/">littlemewhatever</a>)</i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">6) <i><b>At the Seaside</b> (thanks to Julanna)</i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">7) <i><b>Talking to the Butterflies</b> (thanks to <a href="http://dim-baida.deviantart.com/">dim-baida</a>)</i></span></div><div class="" style="clear: both;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">8) <i><b>...</b> (thanks to <a href="http://kannagara.deviantart.com/">kannagara</a>)</i></span></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-46528048531056738432011-06-16T11:43:00.000-07:002011-06-16T11:43:26.181-07:00•Speciale: Suicide Girls - CLEOPATRA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTjD3tbVy0jKKeo4OGrYOiABm9Awc6DkRFnFvu3CHDIU28daD7D5HcAYbWvbe5oZTpb67Qk2oadjtMslwhLr_A3dbs6UK6hW-Gfb8MNV5Tt9rfEyDGgNh76_dCYCfTYN56Hi6PcK695oE/s1600/SGcleopatra.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTjD3tbVy0jKKeo4OGrYOiABm9Awc6DkRFnFvu3CHDIU28daD7D5HcAYbWvbe5oZTpb67Qk2oadjtMslwhLr_A3dbs6UK6hW-Gfb8MNV5Tt9rfEyDGgNh76_dCYCfTYN56Hi6PcK695oE/s1600/SGcleopatra.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Dopo un'imperdonabile, ma inevitabile, latitanza,<b> Handwritten ritorna attivo</b>, con la speranza che si mantenga tale almeno per un paio di mesi. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Come già annunciato da tempo memorabile, oggi si inaugura un nuovo speciale dal titolo "<i><b>Suicide Girls</b></i>". L'idea nasce dal progetto fotografico condotto da <b>Angelo Cricchi</b> del <a href="http://www.lostandfoundstudio.it/">Lost & Found Studio</a> "<b><u>Gloomy Sunday</u></b>", esposto in anteprima mondiale al HYPERLINK Mak Museum di Vienna in occasione del "<i>9th - Festival for Fashion & Photography</i>". </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Il titolo è tutto un programma: trae spunto da una <b>canzone ungherese degli anni '30</b>, resa mondialmente celebre da artiste come <b>Billie Holiday</b>,<b> Bjork e</b> <b>Sinead O'Connor, </b>a suo tempo bandita dalle radio inglesi e americane con l'accusa di stimolare gli ascoltatori al suicidio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"> La colonna sonora perfetta per ciò che Angelo Cricchi si apprestava a realizzare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">I ritratti immaginifici e accigliati che compongono "<i>Gloomy Sunday</i>" non sono altro che <b>la rappresentazione di alcune fra le tante celebri donne</b> che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell'umanità, protagoniste di una vita complessa, sotto i riflettori o ai margini della società, ma che hanno tutte in comune una fine amara,<b> la scelta indiscutibile e irrevocabile di annientare sé stesse con un suicidio</b>. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Sono donne del cinema, della musica, della letteratura, della storia, muse immortalate nel loro tragico gesto, come <b>Sylvia Plath</b>, <b>Virginia Woolf</b>, <b>Capucine</b> e <b>Diane Arbus,</b> ma anche donne immaginarie nate dalla fantasia di grandi scrittori come la <b>Emma Bovary</b> di Flaubert o l'<b>Ophelia</b> di shakespeariana memoria.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">A metà fra il reale e l'immaginario, la memoria di queste donne straordinarie riemerge prepotente dalle più oscure pagine della storia e ne celebra la natura sofisticata, poetica e irrimediabilmente tragica.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Anche <i>Handwritten</i>, nel suo piccolo, ha deciso di rendere omaggio ad alcune di queste figure indimenticabili, tracciandone un ritratto, si spera, il più veritiero possibile, volto a celebrare queste conturbanti eroine non nella loro ultima e drammatica scelta, ma nella forza appassionata della loro vita e della loro arte. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">La prima a cui il blog decide di rendere omaggio è <b>Cleopatra</b>, l'ultima regina del Nilo, la suicida per eccellenza, che dopo infiniti secoli di storia riesce ancora ad affascinare con il mistero della sua bellezza e della sua morte. Sperando che questo tuffo nel passato vi sia gradito, <i>Handwritten</i> riapre le porte e spera di sapervi, ancora una volta, deliziare o, quantomeno, interessare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;"><b>Cleopatra: The Life Behind The Name</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFjIS4RWC3TEKAPfhV0AbJ4CTPnBa84Gg583j03yiR7Lz5owDJvf4ljUFaTDD0FKUArlEixt6opbBlhCf0PkG5MZah7rac7ymdaagWjSWrSU6Kq-A2uLzmI_qoDC9fUJxVUPdTScCBYfI/s1600/IMMA1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFjIS4RWC3TEKAPfhV0AbJ4CTPnBa84Gg583j03yiR7Lz5owDJvf4ljUFaTDD0FKUArlEixt6opbBlhCf0PkG5MZah7rac7ymdaagWjSWrSU6Kq-A2uLzmI_qoDC9fUJxVUPdTScCBYfI/s1600/IMMA1.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Nata nel <b>69 a.C.</b>, <b><i>Cleopatra</i></b> fu l'ultima regina della dinastia tolemaica, la più celebre sovrana d'Egitto, entrata così prepotentemente nella storia grazie al fascino, al carisma e all'ambizione che ne caratterizzarono la personalità; una donna che raggiunse e conquistò i cuori di alcuni fra i protagonisti del più grande impero dell'antichità, <b>ricordata da molti con parole di ammirazione per la sua audacia, l'indiscutibile bellezza e la fervida intelligenza, e da altri ancora per la sua natura spregevole, immorale e perfida.</b> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2cg2l9frctg2qMIlvx5cwW4UMzC1KjdOFK86aSzKjJXHAIwuRCr-cI6rI-i5WWtFbtNYjogbqEj5-wS1VvmZBz0Afm-ZpkFbayvECCBra8MVHzpyxh7W7vA6tm_IF3x7msWjwXIM5EW0/s1600/cleopatra4.PNG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2cg2l9frctg2qMIlvx5cwW4UMzC1KjdOFK86aSzKjJXHAIwuRCr-cI6rI-i5WWtFbtNYjogbqEj5-wS1VvmZBz0Afm-ZpkFbayvECCBra8MVHzpyxh7W7vA6tm_IF3x7msWjwXIM5EW0/s400/cleopatra4.PNG" width="291" /></a><span class="Apple-style-span">Esimie personalità antiche la ricordano in tutto il suo fascino seduttivo; <b>Plutarco</b>, ad esempio, scrive: «<i>aveva una voce dolcissima simile ad uno strumento musicale con molteplici corde in qualunque idioma volesse esprimersi</i>», mentre<b> Dione Cassio</b> rammenta come la sua conversazione avesse un fascino irresistibile, «</span><span class="Apple-style-span"><i>e da un lato il suo aspetto, insieme alla seduzione della parola, dall’altro il suo carattere, che pervadeva in modo inspiegabile ogni suo atto quando si incontrava col prossimo, <b>costituivano un pungiglione, che si affondava nel cuore</b></i>».</span><br />
Non tutti gli storici antichi sono però concordi nell'esaltare le qualità di Cleopatra, assurgendola a reincarnazione della divinità Iside. <b>Cicerone</b>, infatti, narra che il giudizio dei Romani non era affatto benevolo nei confronti della regina,<b> Dante</b> la descrive, nel girone dei lussuriosi, come «<i>rapace, crudele e lasciva</i>» e <b>Shakespeare</b> la demonizza appellandola come «<i>il serpente del Nilo</i>». Difficile dunque stabilire quale sia la fonte più attendibile e, fra adoratori e detrattori, la storia fatica a dipingere un ritratto autentico di questa donna, amata e odiata, dall'educazione poliglotta e dalla cultura cosmopolita, <b>dotata di una personalità talmente appassionata e orgogliosa al punto da scegliere il suicidio anziché l'umiliazione davanti a Roma</b>. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><b>Cleopatra per secoli fu accusata di essere stata donna di facili costumi</b>, senza scrupoli e ambiziosa fino agli estremi, tentatrice, simbolo di lusso e corruzione, ma è ormai assodato come la disinformazione storica contribuì a crearne un falso mito negativo. La "<i><u>macchina del fango</u></i>", infatti, non conosce età e contribuì a dipingere questa donna come una "<b>femme fatale</b>" manipolatrice di uomini, quando in realtà gli unici amori storicamente riconosciuti sono solo due,<b> Cesare</b> e <b>Antonio</b>, e seppur altri avrà amato, ciò non la rende peggiore di molte matrone romane del suo tempo. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">La prima a scatenare maldicenze contro la regina fu la Roma dei salotti, invidiosa del coraggio e della temerarietà di Cleopatra, in grado di conquistare il cuore di un imperatore come Cesare, e in seguito la pessima propaganda di Ottaviano ne tramandò l'ambigua immagine di donna brutta, dal naso mostruoso e dalla bocca ghignante, come dimostrano le incisioni sul dorso di alcune monete dell'epoca.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7uJb0SpxHaxegp3HE0xRIiCUc7wv0mnRP5rYZi0OVgFktAj4n7lQsKV9ODIxWVD3iu2CZ2uBkgkUNLkfyEPXoYyt3xEhYsgTguYZx9G0KFHasEBDk7m57IW8t6_NXqh3pqAmiIejwPOE/s1600/Cleopatra.gif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7uJb0SpxHaxegp3HE0xRIiCUc7wv0mnRP5rYZi0OVgFktAj4n7lQsKV9ODIxWVD3iu2CZ2uBkgkUNLkfyEPXoYyt3xEhYsgTguYZx9G0KFHasEBDk7m57IW8t6_NXqh3pqAmiIejwPOE/s1600/Cleopatra.gif" /></a><b>Ma Cleopatra era davvero bella?</b> Le poche raffigurazioni attendibili a cui possiamo attenerci le attribuiscono un volto ovale, grandi occhi e una bella bocca con le labbra rivolte leggermente in giù, una bellezza dal profilo greco, segnato dal naso aquilino che le conferiva autorevolezza. Fonti antiche, inoltre, tramandano la sua natura di donna minuta, che amava giocare molto sul suo aspetto di donna-bambina.<br />
<b>Senza dubbio il carisma e l'intelligenza di cui era dotata affascinavano più della bellezza pura.</b> Cleopatra era una donna elegante, vestita alla maniera greca o egiziana a seconda delle occasioni, che impose uno stile personale e inconfondibile nei salotti romani che si trovò a frequentare durante il suo soggiorno nella capitale. La sua cultura era notevole: conosceva sette lingue ed era l'unica fra i Tolomei a esprimersi nell'idioma locale egizio. Abile statista, in politica ambiva a rendere indipendente l'Egitto e proprio per questo arrivò ad allearsi con Roma, sfruttando le sue armi di seduzione con i più potenti uomini dell'epoca. <b>Con la forza dell'Amore tentò di creare un comune e immenso impero</b>, riuscendo a conquistare il cuore sia di Cesare che di Marco Antonio, per poi cadere nelle braccia di un terzo uomo, Ottaviano, il quale ne decretò la dipartita.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">La dinastia tolemaica termina ufficialmente nel 30 a.C., anno della morte di Cleopatra, in seguito alla quale l'Egitto diventa a tutti gli effetti un dominio romano. <b>Quello che un tempo era stato il grandioso impero dei faraoni, il faro della civiltà ellenistica, si disgregò davanti alla potenza romana</b>, perdendo, con la morte della sua regina, anche tutta la cultura, il sistema di valori, il modo di vivere e di intendere la vita tipico dei signori del Nilo.</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Non a caso, il nome di Cleopatra segnò più destini infelici: le sei omonime regine che la precedettero furono protagoniste di eventi tragici fino a lei, la settima, morta suicida.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Figlia di Tolomeo XII Aulete e, probabilmente, della sorella Cleopatra V, fu l'ultima discendente della dinastia greco-macedone dei <b>Tolomei</b>, sul trono d'Egitto dalla conquista di Alessandro Magno; nonostante il governo plurisecolare, tuttavia, la dinastia tolemaica fu facilmente piegata dalla potenza di Roma, alla quale già da tempo il faraone pagava un obbligato tributo. All'epoca dell'ascesa di Cleopatra, <b>la sopravvivenza dell'Egitto era dunque legata a doppio filo a Roma e alle sue lotte politiche interne</b>.</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Nel 51 a.C., alla morte di Tolomeo XII, Cleopatra, appena diciottenne, salì al trono sposando, secondo la tradizione, il fratello Tolomeo XIII. Ben presto la sua abilità politica e la sua sete di potere si scontrarono con il fratello-sposo, mentre sull'altra sponda del Mediterraneo si combatteva la guerra civile fra i partigiani popolari di Cesare e i repubblicani di Pompeo, conflitto che si concluse con la vittoria dell'imperatore a Farsalo nel 48 a.C. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd9gk_aT_08UTJkLRJb29a2sBeKi1lb7Ve525fkpj7X-xqU_52bfML6Yl1Kbohm1iWncNymwKlu5HKlqlN3MBf442V9oP_fkmtLWVM4GDwT3l6mVJ1yH7upcSlExMGZYrVzZo4ZnBiVM0/s1600/IMMA2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd9gk_aT_08UTJkLRJb29a2sBeKi1lb7Ve525fkpj7X-xqU_52bfML6Yl1Kbohm1iWncNymwKlu5HKlqlN3MBf442V9oP_fkmtLWVM4GDwT3l6mVJ1yH7upcSlExMGZYrVzZo4ZnBiVM0/s1600/IMMA2.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Probabilmente Cleopatra rimase affascinata dalla fama dell'allora cinquantenne Cesare e decise di incontrarlo.<br />
Lasciati i suoi mercenari a Peluso, si diresse in incognito verso Alessandria e, per evitare eventuali sicari di Pontinio, chiese al suo fedele servo <b>Apollodoro Siculo</b> di avvolgerla dentro un tappeto (da qui si ravvisa quanto la regina potesse essere minuta!) e in questo modo, indisturbata, raggiunse le stanze private di Cesare. Grande fu la meraviglia del condottiero quando, al momento di ritirarsi per la notte, srotolando il tappeto si vide comparire davanti l'affascinante regina vestita dei suoi abiti più succinti.<b> La leggenda vuole che <i>Cesare</i> e Cleopatra divennero amanti quella notte stessa</b>.<br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Nella rivalità fra Cleopatra e Tolomeo XIII per il trono d'Egitto, Cesare restituì il potere a Cleopatra, mentre il fratello morì annegando nel Nilo durante una battaglia contro Roma. Cesare divenne così a tutti gli effetti padrone dell'Egitto, ma lo cedette a Cleopatra che nel frattempo aspettava da lui un figlio. I destini di Cleopatra e Cesare e dei due grandi Imperi si erano ormai uniti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Il figlio fu chiamato Tolomeo Cesare -meglio conosciuto come <b>Cesarione</b>- e i sacerdoti si affrettarono a legittimare la sua ascendenza. Fu con il bambino in braccio che Cleopatra raggiunse Cesare a Roma, dove si trovò ad alloggiare in una proprietà privata dell'imperatore, gli <i>Horti Transtiberini</i>, e dove iniziò ad insediarsi nella vita mondana della capitale, suscitando ammirazione e adulazione da un lato e invidia e maldicenze dall'altro. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Tuttavia l'idillio fra i due amanti ben presto terminò. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Alle<b> Idi di Marzo</b> <b>del 44 a.C.</b> Giulio Cesare fu ucciso e Cleopatra si allontanò con il figlio discretamente da Roma. La regina, successivamente, si mantenne ai margini della lotta alla successione, che ebbe il momento culminante a Filippi dove a <i><b>Marco Antonio</b></i> andarono in premio le province d'oriente. Cleopatra seguì con molta attenzione le vicende politiche e ritenne che l'antagonista <b><i>Ottaviano</i></b>, ancora solo un ragazzo, avrebbe dovuto cedere di fronte ad un uomo fatto e a un grande soldato come Antonio. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI51Urq8zqxD-buJnSYO3-E_qs6xOh6FA71xXkJtBCHFKWJ8FgJIiAvndvYPwRgaXMulP0UjbdPPCdXf-8atSb7S0imIssYLG_kwc7Piz9xCY0m8PeityVE87CJ1zs1z3lRDfnF4QHqUw/s1600/cleopatra1.PNG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI51Urq8zqxD-buJnSYO3-E_qs6xOh6FA71xXkJtBCHFKWJ8FgJIiAvndvYPwRgaXMulP0UjbdPPCdXf-8atSb7S0imIssYLG_kwc7Piz9xCY0m8PeityVE87CJ1zs1z3lRDfnF4QHqUw/s320/cleopatra1.PNG" width="315" /></a></div>La regina rimase di nuovo affascinata dal carisma e dal prestigio di quello che, al momento, era l'uomo più potente dell'Impero e fu Antonio stesso a darle l'occasione di un incontro. </div><div style="text-align: left;">Da Tarso, Antonio inviò una missiva con la quale invitava Cleopatra ad un convegno, per fare atto di sottomissione e per mettere in chiaro le accuse relative a presunti aiuti che la sovrana d'Egitto sembrava aver fornito a Cassio, lo sconfitto di Filippi. Cleopatra acconsentì ad essere ricevuta, ma <b>la flotta che la accompagnava appariva molto diversa rispetto al seguito di un vassallo che si reca a rendere omaggio al proprio signore.</b> La nave reale era quanto di più lussuoso qualsiasi cittadino di Tarso avesse mai potuto ammirare nel corso della sua vita: addobbi di straordinaria magnificenza, vele purpuree, remi laminati di argenti e un baldacchino di oro massiccio, sotto il quale era distesa Cleopatra, vestita come una dea e circondata da un nugolo di splendide ninfe esotiche.<br />
La regina non si mosse e si limitò a far pervenire ad Antonio il suo invito a bordo. Il rude condottiero, temprato da mille battaglie, furibondo e deciso a dare una lezione alla presuntuosa egiziana, fu costretto a fare i conti con la voce suadente e il magnetico fascino di Cleopatra, che lo conquistarono. Ciò che definitivamente lo fece capitolare fu il fatto che la regina, come narrato da Plutarco, «<i>osservando che i suoi scherzi erano rozzi e pesanti, più da soldato che da uomo di corte, adottò, senza impaccio, lo stesso tono e rispose per le rime</i>»<br />
</div><div style="text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkgRt2Rm91tvIlpm3vRfxdaklkkU7HSXjpYVONClAndD-rDo6-e-0XirXTn3dcIwpYsbtctUa6WYfmC9xfsUAA0_6g4OEI5a8p55Qupd139cpfjM21sx_E5J4VMnMaIy035bDFfUq-EFw/s1600/cleopatra2.PNG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkgRt2Rm91tvIlpm3vRfxdaklkkU7HSXjpYVONClAndD-rDo6-e-0XirXTn3dcIwpYsbtctUa6WYfmC9xfsUAA0_6g4OEI5a8p55Qupd139cpfjM21sx_E5J4VMnMaIy035bDFfUq-EFw/s320/cleopatra2.PNG" width="320" /></a>Dalla prima notte d'amore con Cleopatra, per Marco Antonio cominciò un periodo di delizie immaginabili. L'astuta regina, infatti, possedeva un discreto bagaglio di nozioni che sapeva abilmente sfoggiare e, oltre ad ammetterlo ad un tumultuoso circolo di feste, gli fece frequentare i dotti della città, in modo che il suo illustre amante <b>si rendesse conto di non aver a che fare con una cortigiana, ma con una sovrana di discendenza divina, protettrice di arti e scienze</b>. </div><div style="text-align: left;">Antonio, annichilito dalla superiorità intellettuale della propria amata, continuò a dare spettacolo della propria rozzezza, come ci viene di nuovo raccontato da Plutarco, che narra di come il condottiero usasse passare molte ore in esercizi di lotta e, contemporaneamente, organizzare scherzi e burla di una sconcertante ingenuità. </div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">La relazione fra Antonio e Cleopatra, ormai di pubblico dominio, fu ufficializzata dai sacerdoti del Tempio con un matrimonio, però privo di valore fuori dall'Egitto; ma tanto bastava, infatti Cleopatra era nuovamente incinta. Nel 40 a.C. partorì due gemelli, ma Antonio non era presente, in quanto aveva lasciato l'Egitto da qualche mese dovendo intervenire in Siria contro i Parti per poi seguire da vicino quanto stava accadendo a Roma. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Dopo la morte della volitiva moglie Fulvia, che aveva organizzato insieme al fratello Lucio un complotto ai danni di Ottaviano, Antonio riuscì finalmente a stipulare un accordo con il rivale, ma non ritornò in Egitto, come Cleopatra avrebbe sperato. Per avvallare il patto con Ottaviano stipulato a Brindisi, Antonio fu costretto a sposarne la sorella <b>Ottavia</b>, vedova da poco tempo, tranquilla e saggia: il completo opposto della sua amata regina. Ottavia tentò, per quanto potesse, di riportare Antonio sulla retta via e la loro unione fu poco dopo allietata con la nascita di Antonia. Cleopatra sembrava ormai dimenticata, ma di certo la sua ambizione non era altrettanto sopita. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggDfMy3nK19wgtz5D3hRU79tUZ_zytwZIKH5quy2Il7XEUgx4VTAHIk_JF7YpzA0XbxOp1nyA-MJ0m4u9vU6HIwmujkShFtBazGROV4262M9YxfW_zG5haiWbBeKN-DdGKojHgTZFD8h8/s1600/IMMA3.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: none; color: black;"></span></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggDfMy3nK19wgtz5D3hRU79tUZ_zytwZIKH5quy2Il7XEUgx4VTAHIk_JF7YpzA0XbxOp1nyA-MJ0m4u9vU6HIwmujkShFtBazGROV4262M9YxfW_zG5haiWbBeKN-DdGKojHgTZFD8h8/s1600/IMMA3.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggDfMy3nK19wgtz5D3hRU79tUZ_zytwZIKH5quy2Il7XEUgx4VTAHIk_JF7YpzA0XbxOp1nyA-MJ0m4u9vU6HIwmujkShFtBazGROV4262M9YxfW_zG5haiWbBeKN-DdGKojHgTZFD8h8/s1600/IMMA3.png" /></a></div><br />
<div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
Fu il <b>patto di Taranto del 37 a.C.</b> a determinare un nuovo riavvicinamento fra i due amanti: ad Antonio erano necessarie truppe fresche e agguerrite per la spedizione contro i Parti che si apprestava ad allestire e solo Cleopatra era in grado di fornirgliene. Abbandonata Ottavia, Antonio si imbarcò a Corfù e ruppe ogni rapporto con Roma, invitando Cleopatra a raggiungerlo in Siria. Il loro incontro non fu lo struggente ritrovamento di due amanti separati, ma semplicemente quello di una sovrana e di un condottiero che avevano interessi comuni. Trascorsero l'inverno ad Antiochia e nella primavera del 36 a.C. la flotta era pronta a partire. La spedizione tuttavia si risolse in un disastro.</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Antonio ritornò in Egitto insieme a Cleopatra che aspettava il suo quarto figlio, mentre a Roma la lettura pubblica da parte di Ottaviano del testamento di Antonio, che disponeva il passaggio ai figli avuti da Cleopatra anche dei territori romani, e la diffusione di piccanti aneddoti sulla vita dissoluta che egli teneva, <b>decretarono la cessione del triunvirato</b>. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Nell'imminenza dello scontro decisivo fra l'Egitto e Roma, Cleopatra mise in mostra tutta la propria tempra, ma fu proprio questa foga a decretare la rovina di Antonio. La guerra, che durò oltre due anni, giunse allo scontro decisivo nelle acque greche di Azio, dove la sconfitta fu completa e ai due amanti non restò che la fuga. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Rientrata ad Alessandria, mentre Antonio ormai completamente sfiduciato le annunciava la sua intenzione di ritirarsi a vita da eremita, <b>Cleopatra giocò l'ultima carta a sua disposizione, tentando di scendere a patti e di sedurre Ottaviano</b>. Ma il giovane era ben diverso sia da Cesare che da Antonio: glaciale e deciso, si rivelò inespugnabile alle seducenti arti femminili della regina. Il declino era ormai inevitabile.</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5LXQh4nUASBUsQwTb5S2kXY8l-jF2q5G24kl-dx7x7GKNlaV4_9Y3zSJUR294vHJY6zxsxgvNvrACzcNlFgkXrx4TNnVXABmTK3UkA3zcLtSqe74Rf6vJ6-juaC8nyGhyphenhyphenEOFlYaNPllI/s1600/IMMA5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5LXQh4nUASBUsQwTb5S2kXY8l-jF2q5G24kl-dx7x7GKNlaV4_9Y3zSJUR294vHJY6zxsxgvNvrACzcNlFgkXrx4TNnVXABmTK3UkA3zcLtSqe74Rf6vJ6-juaC8nyGhyphenhyphenEOFlYaNPllI/s1600/IMMA5.png" /></a></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
Antonio, recuperando la fiamma degli antichi spiriti guerrieri, raccolse tutte le forze disponibili e tentò una sortita contro Ottaviano, ma la sua armata si sfaldò senza neppure combattere. In ritirata lo colse tuttavia il sospetto che i suoi lo avessero tradito per ordine della stessa Cleopatra e, sconvolto e furioso, si dette a cercarla nei meandri nel palazzo reale. La regina impaurita si nascose, cercando scampo dalla furia dell'amante e ormai decisa ad uccidersi. Nel caos, Antonio fu informato del ferale proposito, ma la notizia gli giunse deformata e, credendo che l'amata avesse già posto fine alla sua vita, egli, ormai in preda al delirio della disperazione, si trafisse con la spada. <b>L'ultimo suo respiro fu raccolto dalla stessa Cleopatra</b>.</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">La regina, ormai prigioniera nella sua stessa reggia, fu avvertita da Ottaviano che avrebbe fatto bene a non seguire l'esempio di Antonio; l'intento del vincitore era chiaro: <b>Cleopatra sarebbe stato il suo trofeo più fulgido e prezioso, da esibire davanti a tutto l'impero in nome del suo trionfo</b>. Per la donna che avrebbe voluto dominare il mondo accanto agli uomini da lei amati, prima Cesare e poi Antonio, essere trascinata in catene fra i dileggi della plebe romana era un inaccettabile prezzo da pagare per la sua vita.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSgKyRnKjYJM5j_GNUXkjZEJIAlp6LTMCVYo6F3tKeiLobhIAM2cNqbSpTkTcOgac1jMlYeD6C1ANyLj9qoaTLDBA5TICIZpKmco6l84WtUvtFKAWojG7aZpIiYfLU6mAfqFZojADWnyg/s1600/Cleopatra-before-Caesar+-+JEAN+LEON+GEROME.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSgKyRnKjYJM5j_GNUXkjZEJIAlp6LTMCVYo6F3tKeiLobhIAM2cNqbSpTkTcOgac1jMlYeD6C1ANyLj9qoaTLDBA5TICIZpKmco6l84WtUvtFKAWojG7aZpIiYfLU6mAfqFZojADWnyg/s400/Cleopatra-before-Caesar+-+JEAN+LEON+GEROME.jpg" width="260" /></a>Così Cleopatra si uccise, dopo aver inviato ad Ottaviano un messaggio in cui lo pregava di essere sepolta vicino ad Antonio. La leggenda narra che ella, per uccidersi, si servì di <b>una piccola aspide</b>, recatale di nascosto in un paniere di fichi, che un servo fedele le aveva portato eludendo la sorveglianza. Plutarco, infatti, racconta come «<i>Cleopatra raccoglieva ogni sorta di veleni mortali, tra i più forti che ci fossero, e di ciascuno di essi provava se erano efficaci e nello stesso tempo indolori, propinandoli ai detenuti in attesa di morire. Poiché vide che quelli istantanei procuravano una morte subitanea, ma dolorosa, e i più dolci non erano rapidi, provò gli animali, osservandoli di persona mentre venivano applicati uno dopo l'altro. Fra tutti trovò quasi solo il morso dell'aspide, che induceva nelle membra un torpore sonnolento e un deliquio dei sensi, senza per questo arrecare spasimo o provocare gemiti; non appariva che un lieve sudore alla fronte, mentre le facoltà percettive svanivano, si rilasciavano dolcemente, e resistevano ad ogni tentativo di risvegliarle e richiamarle in vita, come chi dorme profondo</i>». </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Tuttavia, recenti studi sono concordi nell'affermare come la regina, esperta in veleni, abbia ingerito una <b>miscela di Oppio, Cicuta e Aconito</b>, intimando alle sue servitrici di raccontare come la sua morte fosse dovuta al morso di un serpente: un suicidio certamente più degno di una sovrana di tale levatura, in grado di farla apparire ancor più come una reincarnazione divina agli occhi del suo popolo. Il morso dell'aspide, infatti, le avrebbe procurato una morte estremamente lenta e dolorosa, con un'agonia che si sarebbe potuta protrarre per più di trenta minuti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ciò che è certo, fu che il suo corpo fu trovato intatto, del suo colorito naturale, come se neppure la morte fosse stata in grado di scalfire un tale portentoso fascino. <b>Nella quiete delle morte le spoglie minute di Cleopatra ritrovarono la maestà di cui aveva sognato di ammantarsi</b>, qualora fosse riuscita a sedersi sul trono del più grande impero del mondo.<br />
</div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghDlCJp5BbyxYeX9Lm4VmJy_7Dkrn9RuYE5ekUbJYL6C2COahYOmk8o0kkI8CZfzILWN4NM-vB4Hco0naofjb6fpbWZgjiJPyDDPyVTo3BS9xswxILmxVV63-jfCvFtB7YxH5AVvR7h7w/s1600/IMMA4.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghDlCJp5BbyxYeX9Lm4VmJy_7Dkrn9RuYE5ekUbJYL6C2COahYOmk8o0kkI8CZfzILWN4NM-vB4Hco0naofjb6fpbWZgjiJPyDDPyVTo3BS9xswxILmxVV63-jfCvFtB7YxH5AVvR7h7w/s1600/IMMA4.png" /></a></div><div style="text-align: left;">---</div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><u>Nelle immagini:</u></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">1)<i><b> Monica Bellucci</b> as Cleopatra</i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">2) <i><b>Elizabeth Taylor</b> as Cleopatra</i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">3) <i><b>Portrait of Cleopatra</b></i> </span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">4)<i> <b>Elizabeth Taylor</b> as Cleopatra and <b>Rex Harrison</b> as Giulio Cesare</i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">5) <i><b>Elizabeth Taylor</b> as Cleopatra and <b>Richard Burton</b> as Marco Antonio</i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">6) <i><b>Elizabeth Taylor</b> as Cleopatra and <b>Richard Burton</b> as Marco Antonio</i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">7) <i><b>Cleopatra on the Terraces of Philae</b> by <u>Frederick Arthur Bridgman</u></i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">8) <i><b>Cleopatra testing poisons on Condemned Prisoners</b> by <u>Alexandre Cabanel</u></i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">9) <i><b>Cleopatra before Caesar</b> by <u>Jean Leon Gerome</u></i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">10) <i><b>Cleopatra's Barge</b> by<u> Frederick Arthur Bridgman</u></i></span></div><br />
<div class="MsoNormal"><o:p></o:p></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-65073820363891521032011-05-15T11:30:00.000-07:002011-05-17T06:03:17.754-07:00•Recensione: HARPER LEE - Il buio oltre la siepe (To Kill a Mockingbird)<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUBP7KD30bvnQbF8pFjXuhI6MUXQRrnhS5hZu0YZNtiiUdi-RNoYE0OqgpKX98JayNBI1PvNWdRjiw4tt-TyLVc7aCmCyYy8JTS_-oQ13oW3SPYioHZbGmW3339B4Ee3boaQxpYwNxPu4/s1600/Senza+titolo-3.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUBP7KD30bvnQbF8pFjXuhI6MUXQRrnhS5hZu0YZNtiiUdi-RNoYE0OqgpKX98JayNBI1PvNWdRjiw4tt-TyLVc7aCmCyYy8JTS_-oQ13oW3SPYioHZbGmW3339B4Ee3boaQxpYwNxPu4/s1600/Senza+titolo-3.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Quella de <i><b>Il buio oltre la siepe</b></i> è una storia di <i><b>margini</b></i>. I<i> margini </i>sono un confine labile, fumoso, liminale, decisamente strano. <b>Per viverci devi rinunciare alla possibilità di difenderti, devi accantonare la tua dignità e permettere agli altri di vederti come piace a loro.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Per alcune persone è conveniente vivere una vita marginale e difficile accettare che quel posto, ovattato di pregiudizi, possa essere ricoperto da qualche altra persona. Per altri ancora, invece, i margini non sono una scelta: sono il luogo in cui sono nati e in cui saranno costretti a crescere e invecchiare, rinchiusi dal costume e incatenati dall'odio, dall'intolleranza, dalla povertà. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5VPWA-yuIgQwo8nlEQbXEy3N8BbN7s4_iNfZnLD-l96llTBEdc4MXj7NhfziKCkrr8Q4HashuT_gyaoE1gWsBKSS-krfLhv_UcoUH8tWEe4Eh7_d38DGTPO_kay2zXB9qVOXfw2Vr8fU/s1600/Harper_Lee_1961.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5VPWA-yuIgQwo8nlEQbXEy3N8BbN7s4_iNfZnLD-l96llTBEdc4MXj7NhfziKCkrr8Q4HashuT_gyaoE1gWsBKSS-krfLhv_UcoUH8tWEe4Eh7_d38DGTPO_kay2zXB9qVOXfw2Vr8fU/s1600/Harper_Lee_1961.jpg" /></a></div>Anche <b>Jean Louise "Scout" Finch</b> è costretta a sguazzare nei margini. Ha solo sette anni, ma è una ragazzina spericolata, un "maschiaccio" che odia la scuola e che preferirebbe di gran lunga rimboccarsi i pantaloni di tela e lasciarsi dondolare dentro un vecchio pneumatico, piuttosto che mettersi il vestitino di taffetà e comportarsi da brava bambina. Eppure Scout è un'eroina, attiva, perspicace; non è la principessa chiusa nel castello da salvare, ma è una bambina piena di energia, che ama contestare, fare domande irriverenti, dire parolacce e prendere a pugni i coetanei troppo scortesi. Caratteristiche che possono tornare utili quando vivi in un'insignificante paesino di provincia del Sud degli Stati Uniti, soprattutto se la tua "madre letteraria" vuole esorcizzare il suo passato con un libro.<br />
<br />
Infatti nelle fattezze insolenti di Scout è facile intravedere la personalità di <b>Harper Lee</b>, nata a e cresciuta negli <b>anni '30</b> a <b>Monroeville</b> una piccola cittadina dell'Alabama che, all'epoca della sua infanzia, discuteva ancora se accettare oppure no l'energia elettrica.<br />
<div class="" style="clear: both; text-align: left;"><b>Bambina sgraziata e sottostimata, anche Harper Lee sperimentò la vita dei margini</b>, non riuscendo mai a integrarsi completamente a scuola. A otto anni prese sotto la sua ala protettiva un vicino di casa, un piccolo bambino rachitico e effeminato, che, nel corso degli anni, si sarebbe rivelato l'<i>enfant prodige</i> della letteratura d'oltreoceano: <b>Truman Capote</b>. Negli anni '30, però, Harper e Truman erano ancora due bambini strani e brutti, agli estremi della società e del piccolo mondo scolastico. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5FbS_lPpdPVEluSeujRmheYIntdz1fyfQrWBXLtWGdpDnbBTQniSM46BRfe9U94IrEAHTK2zfcHRDBfx-X1M3q5FHm2zIjc5HyvwDSpLJB7bjmv8ktoGcbaCYKJHpeqPY9ZXa645MlZw/s1600/harper-lee.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5FbS_lPpdPVEluSeujRmheYIntdz1fyfQrWBXLtWGdpDnbBTQniSM46BRfe9U94IrEAHTK2zfcHRDBfx-X1M3q5FHm2zIjc5HyvwDSpLJB7bjmv8ktoGcbaCYKJHpeqPY9ZXa645MlZw/s320/harper-lee.jpg" width="248" /></a>Come la sua eroina Scout, Harper, nonostante l'amore per la lettura, amava la vita campestre, giocava a football e non esitava a malmenare chiunque osasse ledere l'onore di Truman, spesso insultato e tartassato. Ma soprattutto, come Scout, era figlia di un integerrimo avvocato di provincia, <b>Amasa "A.C." Lee</b>, e sapeva che il suo destino sarebbe stato quello di intraprendere la carriera di magistrato, laureandosi in Giurisprudenza, per ripagare il padre dei molti anni di immutabile affetto e attenzione, affiancato solo da una madre deformata dalla malattia mentale.<br />
<br />
Intraprendente e pronta al sacrificio, la giovane Harper andò all'Università, ma, anche in questo caso, si ritrovò esclusa: un disastro di ragazza allampanata, ancora una volta ai margini rispetto alla società di brave signorine tutte casa, chiesa e matrimonio.<br />
L'amore per il padre non poteva nascondere la cruda verità: <b>Harper detestava gli studi di Legge</b>.</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Così, per una volta nella sua vita, decise di cambiare strada, abbandonando studi, affetti e patria e trasferendosi a New York, armata del sogno di diventare scrittrice. Tutto era iniziato da quella macchina da scrivere, regalo del padre, attraverso cui, negli anni dell'infanzia, lei e Truman amavano crogiolare a fuoco lento e infilzare allo spiedo la plebaglia di Monroeville; ma neppure a Manhattan, città brulicante di vita, rinchiusa in un appartamento senza acqua calda e con uno stipendio da fame, Harper Lee riuscì a sfondare nell'editoria, fino a quando, nel <b>Natale del 1956</b>, un compositore e una ballerina le regalarono un assegno accompagnato da un bigliettino "<i>Un anno senza lavoro per scrivere tutto quello che vuoi. Buon Natale.</i>"</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Da quel dono del destino e dall'affetto degli amici più cari nacque <i>Il buio oltre la siepe</i> -<i><b>To kill a Mockingbird</b></i>-, ma non fu cosa da poco. Infatti nelle interviste successive alla pubblicazione del libro, Harper Lee parlò di come questo lavoro fu per lei una specie di tortura, frutto di un periodo "disperato" in cui riscrisse il romanzo per ben tre volte. Ma quel lontano anno di lavoro, per quanto estenuante, fu ben ripagato: <i>Il buio oltre la siepe </i><b>vinse il Pulitzer nel 1960</b>. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Facile da leggere, ma non da digerire, questo romanzo aiuta il lettore a rivivere passo a passo la vita di Harper Lee, ripercorrendo le strade di Monroeville, portando alla luce ciò che di peggio la vita può offrire. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Come i luoghi della sua città natale, in cui la Lee mosse i primi passi, così anche la fittizia <b>Maycomb</b> da lei descritta, è una cittadina dall'apparenza comatosa, ma fremente e ribollente sotto la patina di odioso perbenismo. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM-i7K9wMbme14b54idcb6URgeN3oEwFWtP2QTKYDhljjK8HXfLhDfP2enUloqsajvk22ARYE68Cf77DDD2zlTcH9WXFY_XaWn-vR9pFPqaRSdFqlwSmkb3dKaLY_6_slbK_T3rdWu8MA/s1600/to-kill-a-mockingbird.gif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM-i7K9wMbme14b54idcb6URgeN3oEwFWtP2QTKYDhljjK8HXfLhDfP2enUloqsajvk22ARYE68Cf77DDD2zlTcH9WXFY_XaWn-vR9pFPqaRSdFqlwSmkb3dKaLY_6_slbK_T3rdWu8MA/s320/to-kill-a-mockingbird.gif" width="320" /></a>Popolata da cristiani devoti, patrioti difensori dell'Alabama e "<i>gente dabben</i>e", Maycomb è un il tipico paesino degli anni '30, dove i bianchi tollerano e perfino incoraggiano la segregazione razziale; <b>bianchi e neri si mescolano perfettamente in un'intricata rete di rapporti servo-padrone, in una realtà di quartierini idilliaci e ghetti costruiti vicino a discariche, fra campi di cotone e chiese protestanti.</b> A Maycomb le donne di colore crescono e accudiscono i bambini bianchi con amore e pazienza, mentre le donne bianche si riuniscono in circoli di pettegolezzo, aggiornandosi reciprocamente sulle mediocrità quotidiane; a Maycomb i "<i>negri</i>" lavorano e sostengono l'economia agricola dei loro padroni, ma nel contempo sono considerati unicamente un'immonda nota a piè pagina nella recente storia di una cittadina patriottica. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">E' in questo ambiente che si muove l'eroina Scout Finch, nata e cresciuta in un vivaio di pregiudizi che portano lei e il fratello Jem a vivere nel costante terrore del "<i><b>buio oltre la siepe</b></i>", <b>del diverso, dell'ignoto, del "malsano", nel libro incarnato nella figura dello spiritello maligno di <i>Boo Radley</i></b>, il mito del quartiere, il fantasma che ogni notte spia le "donne dabbene" dalle finestre e si nutre di gatti e scoiattoli vivi.</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Ma Scout e Jem, come già accennato, non sono bambini come tanti e soprattutto sono figli di <b>Atticus Finch</b>, un avvocato di paese la cui ossessione per la libertà, la tolleranza e la verità, finiranno per sconvolgere la calma sonnolenta di Maycomb durante un'estate particolarmente turbolenta. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRBoGoK-1kGMryC4SPeo-LN7ib-eYZjSN3xgmcp8Q-Q_JH0B0AwIvpEOxqaZVwL1E5mCypvXAeTOOIixHGffYpgBBlOZ6WX-Hae56_FPP9dM2ADXUaiZoaz5CrgT2M6uHqJRY_Bxzp7zg/s1600/BUIO2.PNG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRBoGoK-1kGMryC4SPeo-LN7ib-eYZjSN3xgmcp8Q-Q_JH0B0AwIvpEOxqaZVwL1E5mCypvXAeTOOIixHGffYpgBBlOZ6WX-Hae56_FPP9dM2ADXUaiZoaz5CrgT2M6uHqJRY_Bxzp7zg/s320/BUIO2.PNG" width="251" /></a>Nel corso del romanzo la piccola Scout, scaricando spesso i suoi annosi dubbi sulle spalle di Atticus, porterà il lettore a confrontarsi con il terrificante mondo degli adulti, grondante sangue, visto però attraverso gli occhi innocenti di una bambina. Lei, Jem e il vicino di casa <b>Dill</b> -modellato a immagine e somiglianza di Capote- si troveranno improvvisamente ad assistere a situazioni di cui i bambini non dovrebbero mai essere testimoni: la denigrazione pubblica della dignità umana e professionale del proprio padre, il suo scontro con una marmaglia di bruti travestiti da giustizieri e un processo fondato su una realtà di incesto, stupro e razzismo.<br />
<br />
<b>L'incontro fra i bambini e il mondo degli adulti procede sgomento e affannoso e produce domande difficili, spesso sottoposte alla pazienza di un padre, un uomo già costretto a portare sulle spalle il peso di una causa senza speranza</b>, un processo con inevitabili ripercussioni sull'etica e sulla morale. Atticus, infatti, è stato incaricato di difendere un "negro", uno schiavo, un omuncolo accusato ingiustamente dello stupro di una donna bianca. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhikUUNrgsBEKXpUJ821my6HuBNZAzP85TTJtckV2dxOICKYPPmqtA4Mst68Ud860TMUOAv_N2v8nIEr5f1MyiAjT_MBE-Sp7sLgdT5WVZhxaeVl2b2doGu8kexMOaj1RxkeCM6Ke0YDxw/s1600/BUIO4.PNG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhikUUNrgsBEKXpUJ821my6HuBNZAzP85TTJtckV2dxOICKYPPmqtA4Mst68Ud860TMUOAv_N2v8nIEr5f1MyiAjT_MBE-Sp7sLgdT5WVZhxaeVl2b2doGu8kexMOaj1RxkeCM6Ke0YDxw/s320/BUIO4.PNG" width="320" /></a>Il ritratto di Atticus che fatica a rispondere alle terrificanti domande dei figli, che sentono il proprio padre tacciato come "<i><b>negrofilo</b></i>" e "<i><b>traditore</b></i>", rappresenta un omaggio compassionevole di Harper al proprio padre, anch'esso alle prese continuamente con le domande più innocenti e feroci dell'infanzia su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, anche nell'occasione della sfortunata difesa di due uomini di colore accusati di omicidio. La sentenza si rivelerà una condanna e A.C., distrutto dal fallimento, si rifiuterà per il resto della sua vita di occuparsi di casi criminali. </div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><b>Eppure è sbagliato confondere Atticus con A.C</b>. : alla figura di un uomo perseguitato dai propri demoni si contrappone il proprio alter ego letterario, una bussola vivente, instillante principi morali e fonte di amorevole protezione. <b>Atticus è il genitore che ogni bambino vorrebbe, il ritratto della sicurezza paterna e l'incarnazione dell'amore per i suoi figli. </b></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><b><br />
</b></div><div class="" style="clear: both; text-align: left;">Sarà proprio grazie ad Atticus, infatti, che Scout vacillerà nei suoi pregiudizi di bambina e osserverà il mondo con mente più aperta e si dimostrerà una vera eroina nella propria capacità di ricredersi. <b>Boo Radley </b>è un assassino, un mostro raccapricciante... ma allora perché lascia piccoli doni ai bambini? Come può <b>Mrs Dubose</b>, vecchia terrificante e irascibile, essere una persona umana, più coraggiosa di chiunque altro, nell'affrontare a viso aperto una terribile dipendenza? Come può un "<i><b>negro</b></i>", accusato di stupro e fonte principale della rovina del proprio adorato padre, essere veramente innocente?</div><div class="" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: center;">“<i>Atticus, vinceremo la causa?</i>” </div></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: center;">“<i>No, tesoro.</i>” </div></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: center;">“<i>Ma allora, perché…</i>” </div></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: center;">“<i><b>Non è una buona ragione non cercare di vincere per il semplice fatto che si è battuti in partenza</b></i>” </div><br />
</div></div><div style="text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijbboI2nHkRJVdI_ASQOdAxKI29Zuqok5omCMHQ4cb0mYfispT8HWFbipx3PLCV9mUrEH3xDKl8DC1zW9PLwlk1mohIpGLmtgh31t0vCnB7j8GmHDTKWWH_BJLOmTDwEbEVpXv_n8VG_k/s1600/Immagine.PNG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijbboI2nHkRJVdI_ASQOdAxKI29Zuqok5omCMHQ4cb0mYfispT8HWFbipx3PLCV9mUrEH3xDKl8DC1zW9PLwlk1mohIpGLmtgh31t0vCnB7j8GmHDTKWWH_BJLOmTDwEbEVpXv_n8VG_k/s320/Immagine.PNG" style="cursor: move;" width="254" /></a>Grazie ad Atticus e alla sua esperienza, <b>Scout riuscirà a guardare il mondo da un altro punto di vista, iniziando a fidarsi delle azioni altrui e a osservare il diverso con compassione, credendo alle persone e non al mito che le circondano.</b> E così Scout, forte della propria nuova consapevolezza, si dimostrerà coraggiosa e guarderà con più attenzione le persone e le tradizioni da sempre date per scontate. Atticus non sarà più l'uomo da cui tenersi alla larga, il padre degenerato, il rivoltante sovversivo, Mrs Dubose non incarnerà più il terrore di ogni bambino e Boo Radley non farà più paura. E la sorpresa che la riprovevole busta di carta di Dolphus Raymond non nasconde altro se non Coca-Cola, sarà uno dei magistrali colpi di scena di Harper Lee che, pagina dopo pagina, si divertirà a buttare all'aria tutti i pregiudizi della propria eroina.<br />
<br />
</div><div style="text-align: center;"><div style="text-align: left;">Protetta da un libro dalla letteratura talmente potente da tenersi in piedi con le proprie pagine, Harper Lee, dopo il successo, si ritirerà a vita appartata come altri celebri scrittori -in primis Salinger e McCullers- mandando avanti, sul fronte dell'opinione pubblica, l'imbattibile Scout al suo posto.<br />
Questa straordinaria figura letteraria, infatti, ci insegna meglio di qualunque maestro come vivere nella passività, accettando le cose per quello che sembrano, possa mantenere un qualcosa di simile alla pace, ma che alla fine sgretola e disintegra vita e coscienza. <b>Sacrificando la compassione e l'agire eroicamente</b> al giudizio più confortante, <b>ognuno di noi lascia che le persone più rozze e deformi</b>, i vari Ewell e le varie Stephanie Crawford, <b>abbiano il sopravvento e che un uomo innocente muoia per il colore della sua pelle.</b></div><div style="text-align: left;">Harper Lee, come Scout, Jem e Atticus, aveva un debole per i margini e <b>i sussurri dei suoi oscuri abitanti</b>, che costituiscono la vera forza del suo unico romanzo, che si eleva sopra il vociare degli ipocriti e dei prepotenti. Il cuore di Harper, nonostante le delusioni della vita, è rimasto sempre legato a doppio filo con il suo passato provinciale, sempre accanto a coloro che avevano impresso sulla pelle il marchio di insignificante o abietto, coloro che "<i><b>più di altri hanno bisogno della nostra bontà, proprio perché sembrano meritarla di meno</b></i>". <br />
<br />
</div></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: center;">"<i>[...] Questo di Tom Robinson è un caso che tocca direttamente il vivo della coscienza di un uomo. Scout, io non potrei andare in chiesa a pregare Dio se non tentassi di aiutare quell'uomo.</i>" </div></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: center;">"<i>Atticus, forse tu ti sbagli...</i>" </div></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: center;">"<i>Come sarebbe a dire?</i>" </div></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: center;">"<i>Tutta la gente pensa di avere ragione e che tu abbia torto...</i>" </div></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: center;">"<i>Hanno il diritto di pensarlo e hanno il diritto di far rispettare la loro opinione</i>", disse Atticus, "<i>ma prima di vivere con gli altri, bisogna che viva con me stesso: <b>la coscienza è l'unica cosa che non debba conformarsi al volere della maggioranza.</b></i>"</div><div style="text-align: left;">---</div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">Nelle immagini:</span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">1) <i><b>Harper Lee </b>e Mary Badham as <b>Scout Finch</b></i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">2) <i>Harper Lee</i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">3) <i>Gregory Peck as <b>Atticus Finch</b> e Brock Peters as <b>Tom Robinson</b></i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">4) <i>Gregory Peck as <b>Atticus Finch</b> e Mary Badham as <b>Scout Finch</b></i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><i><b><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; font-weight: normal;">5) <i>Gregory Peck as <b>Atticus Finch</b> e Mary Badham as <b>Scout Finch</b></i></span></b></i></span></div><div style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">6) <i>Phillip Alford as <b>Jem Finch</b> e Mary Badham as <b>Scout Finch</b></i></span></div></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-39983353801001114122011-05-10T07:29:00.000-07:002011-05-10T12:20:56.191-07:00•"Letteralmente"... innamorati!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><i><b></b></i></span></div><div style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw8Pouuybg63k_sIPX-2tZh8EucVP6GNHbKkJOwJuEEYIGUOqT1Czga4ogJ0E_AxFTAOW6LKO3y0V-z2j8ovuTvYga7NtJZ_3TNIe08ipieyrV33jpUxTvZYRSUQZ7Mzrc536mvPUuO-U/s1600/letteral.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw8Pouuybg63k_sIPX-2tZh8EucVP6GNHbKkJOwJuEEYIGUOqT1Czga4ogJ0E_AxFTAOW6LKO3y0V-z2j8ovuTvYga7NtJZ_3TNIe08ipieyrV33jpUxTvZYRSUQZ7Mzrc536mvPUuO-U/s1600/letteral.png" /></a></div><br />
Sembra banale, nel 2011, parlare ancora di <b><u>Amore</u></b>. </div><div style="text-align: center;">Migliaia di libri, canzoni, opere d'arte ne portano l'effige ai massimi livelli, milioni di anonime lettere sono state scritte e ricevute, un'infinità di pellicole per piccolo e grande schermo ne dipingono ogni possibile sfumatura. <b><i>L'Amore ci circonda</i></b>, ci appartiene, fa parte della nostra vita quotidiana: basta camminare per strada per incontrare una coppietta di amanti abbracciati o accendere la radio per sentire qualche struggente o palpitante canzonetta che narra di Amori persi, ritrovati e poi annientati. </div><div style="text-align: center;">Quindi l'idea di scrivere un post sull'Amore, oggi, su questo blog, per mano di nessuno, può sembrare quantomeno insignificante, se non ridicola.</div><div style="text-align: center;">Ma se non fosse tutto così ovvio? E se l'Amore, invece che la banalità, rappresentasse l'argomento più ampio, difficile e urgente da discutere in quest'epoca dove ogni nostro valore sembra essere andato in fumo?</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Fin da piccola ero affascinata dalle storie d'Amore, inculcate nella mia piccola testolina innocente dai lungometraggi Disney; avevo le mie coppie preferite e non mi stancavo mai di mandare avanti e indietro il registratore per poter vedere i momenti salienti della storia, per ammirare lo scoccare di <b>quella magica scintilla che trasforma due persone, più o meno comuni, in amanti</b>. </div><div style="text-align: center;">Diventando grande sono stata in grado di ampliare le mie conoscenze sul tema, raggiungendo la consapevolezza che, ahimè, di lieto fini benedetti dal Fato non ne esistono ancora molti. E allora ho imparato a conoscere tutte le sfumature di questo straordinario sentimento, passando dall'Amore più puro e ancestrale a quello più abietto e crudele, attraversando le lande dell'Amor carnale, incestuoso e di convenienza e dell'Amor proibito, tragico e passionale. </div><div style="text-align: center;">Ma, seppur abbia toccato con mano il "<i>lato oscuro della luna</i>", l'irresistibile fascino per questo sentimento non mi ha mai abbandonato. Così mi è sembrato naturale dopo aver letto <i><b>Paul et Virginie</b></i>, uno dei più candidi e accorati inni all'Amore atavico e incontaminato mai stati scritti, dedicare un post al Sentimento per eccellenza o, per meglio dire, alle coppie che "letteralmente" hanno marchiato a fuoco le coscienze di tutto il mondo e fatto palpitare i cuori, almeno una volta, di ognuno di noi. Quelle di questi amanti sono storie celeberrime, ma spesso dimenticate e io, nel mio piccolo, ho voluto rendere loro omaggio. Perché per capire l'Amore e noi stessi bisogna partire da qui, dalle grandi Storie dei grandi Autori, immensi e immortali Maestri di vita.</div><div style="text-align: center;">Ho cercato di scegliere <b>le 13 coppie più rappresentative</b>, attingendo ai classici di tutti tempi. Sicuramente avrò dimenticato qualcosa di fondamentale e importante, ma nulla vieta di ritrovarci a parlare di Amore letterario in una seconda parte!</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Quindi, bando alle mie ciance, apro le danze con un brano, uno degli infiniti stralci letterari che descrive il turbamento e l'esaltazione di un'anima innamorata, ma con una grazia, una consapevolezza e un'emozione che sembrano non appartenere a questo mondo.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><b>«</b><i>O Amore! <b>Le arti belle sono tue figlie</b>; tu primo hai guidato su la terra la sacra poesia, solo alimento degli animi generosi che tramandano dalla solitudine i loro canti sovrumani sino alle più tarde generazioni, spronandole con le voci e co' pensieri spirati dal cielo ad altissime imprese: tu raccendi ne' nostri petti la sola virtù utile a' mortali, la Pietà, per cui sorride talvolta il labbro dell'infelice condannato ai sospiri: e per te rivive sempre il piacere fecondatore degli esseri, senza del quale tutto sarebbe caos e morte.</i></div><div style="text-align: center;"><i><b>Se tu fuggissi, la Terra diventerebbe ingrata; gli animali, nemici fra loro; il Sole, foco malefico; e il Mondo, pianto, terrore e distruzione universale.</b> Adesso che l'anima mia risplende di un tuo raggio, io dimentico le mie sventure; io rido delle minacce della fortuna, e rinunzio alle lusinghe dell'avvenire.</i><b>»</b></div><div style="text-align: center;"><u>Ultime lettere di Jacopo Ortis</u> - <b>Ugo Foscolo</b></div><div style="text-align: center;"><b><br />
</b></div><div class="separator" style="clear: both; font-size: medium; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><i><b>Amore & Psiche</b></i></span></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; font-size: medium; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2JuDS-C5835IjIqDb374hrYFPBysSvmTQZw0xWfAlCf4pyig6s0vW-5-RxeC2P5jgFnqkPQch59NhM6sVSG4TP3aVxO1wgD-VUgYsFYsriok7Ql7vgjFtkovxJPNG-HUGEeTgrG35tXI/s1600/AMORE+PSICHE.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2JuDS-C5835IjIqDb374hrYFPBysSvmTQZw0xWfAlCf4pyig6s0vW-5-RxeC2P5jgFnqkPQch59NhM6sVSG4TP3aVxO1wgD-VUgYsFYsriok7Ql7vgjFtkovxJPNG-HUGEeTgrG35tXI/s1600/AMORE+PSICHE.png" /></a></b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></b></i>: <i>Eros</i>, Cupido, semplicemente <b>il Dio dell'Amore</b>, signore della Passione e del Desiderio</div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: <i>Psiche</i>, ovvero "Anima", <b>fanciulla mortale di straordinaria bellezza </b>che, in mancanza di marito, diventa l'attrazione di tutti i popoli vicini che le offrono sacrifici chiamandola <b>Venere</b>. E' dunque naturale che la dea della Bellezza, gelosa per il nome usurpatole, invii il proprio figlio, Amore, per coprire la sua rivale di vergogna, facendola innamorare dell'uomo più orribile e meschino della Terra.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Il mito di <i><b>Eros e Psiche</b></i>, narrato da <b>Apuleio</b> ne <i>Le Metamorfosi</i>, è forse una delle più antiche e struggenti storie di passione, all'origine di ogni Amore che si rispetti. Lui, l'Amore stesso incarnato in un Dio, finisce per innamorarsi della straordinaria Psiche e, con l'aiuto di Zefiro, all'insaputa della divina madre, riesce a portare la fanciulla nel suo palazzo e consumare con lei notti di bruciante passione; l'idillio deve però svolgersi ad una sola condizione: gli incontri devono avvenire nel buio più totale.</div><div style="text-align: center;">Psiche legata da un sentimento travolgente e da un Amore che a nessun comune mortale è dato conoscere, nella bramosia di conoscere il volto del suo amante, commette il più fatale errore e viene condannata all'infelicità più totale. Straziata dal dolore, raminga per le città di tutta la Grecia, viene sottoposta da Venere a quattro logoranti e terribili prove, che Psiche riuscirà e superare con l'aiuto del Fato e soprattutto di Giove, il padre dell'intero Olimpo, che, mosso a compassione dall'indescrivibile Amore dei due amanti, rende Psiche una dea e le permette di sposare Eros. Dalla loro unione nascerà poco più tardi una figlia, che verrà chiamata <b>Voluttà</b>, ovvero Piacere.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Orfeo & Euridice</span></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCHPIT4NelyYIW6HlFpFC0vSQ4K33Qzl9ViKD-BFcjCen6KuC6617vIlqNFAcbCWrf8qHAcOFKEVFqAdGdyeVQaxTRwipfrzeRUYKPQRjCl0_cmHtcvHDzSwyc-ERJLVEaSYsR3N5rH4M/s1600/ORFEO+EURIDICE.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCHPIT4NelyYIW6HlFpFC0vSQ4K33Qzl9ViKD-BFcjCen6KuC6617vIlqNFAcbCWrf8qHAcOFKEVFqAdGdyeVQaxTRwipfrzeRUYKPQRjCl0_cmHtcvHDzSwyc-ERJLVEaSYsR3N5rH4M/s1600/ORFEO+EURIDICE.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></i></b>: figlio del Re di Tracia Eagro e della Musa Calliope fu <b>il più famoso musicista dell'antichità</b>. Apollo stesso, dio delle arti e della musica, gli donò la lira e le Muse gli insegnarono a suonarla. Il suo talento era tale da ammansire le belve feroci e da incantare perfino alberi e sassi.</div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: una Ninfa, per la precisione una <b>Driade</b>, <b>divinità dei boschi incarnante la forza e il rigoglio vegetativo</b>. Le Driadi venivano solitamente raffigurate come giovani e bellissime donne, con la parte inferiore della persona terminante in un arabesco che ricordava il tronco di un albero.</div><div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Euridice si innamora e sposa Orfeo, ma, ahimè, l'idillio dei due amanti è destinato a durare ben poco. Un giorno nei pressi di Tempe, Euridice incontra Aristeo, figlio di Apollo e della Ninfa Cirene, che tenta di abusare di lei; la ragazza, cercando di fuggire, calpesta un serpente che la morde provocandone la repentina morte. </div><div style="text-align: center;">Straziato dal dolore, il coraggioso Orfeo <b>decide di scendere nell'Oltretomba</b> con la speranza di ricondurre la propria amata sulla Terra. Con il suo straordinario talento di musicista riesce a incantare Caronte, il traghettatore di anime, Cerbero e i tre giudici dei morti, arrivando perfino ad addolcire il glaciale cuore di Ade, tanto da convincerlo a restituirgli Euridice; la condizione imposta dal dio dei morti, tuttavia, non lascia scampo: durante l'ascesa dal Tartaro <b>Orfeo sarebbe stato seguito dall'anima della sua sposa, ma non si sarebbe mai dovuto voltare indietro per guardarla o per parlarle</b>, finché Euridice non avesse raggiunto la luce del Sole. Per tutto il viaggio la ragazza segue il suono della lira di Orfeo, ma appena l'eroe intravede una luce si volta per assicurarsi che l'amata sia con lui ed è così che la perde per sempre.</div><div class="separator" style="clear: both; font-size: medium; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><br />
</b></i></div><div class="separator" style="clear: both; font-size: medium; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Ulisse & Penelope</span></b></i></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh_gMDThn-f0Jz1kRz6AtjVBW5u3208J84-sIX4p7Hlm5YQjidFjAGOuOpTD6gkS44CQXPtuEG88sZZ6I7JzP75XT63JBJ2VTK1mXbiBcOSnYZX6qs7zJc2WRjxHMEAB0FZTO_GFXyflc/s1600/ULISSE+PENELOPE.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh_gMDThn-f0Jz1kRz6AtjVBW5u3208J84-sIX4p7Hlm5YQjidFjAGOuOpTD6gkS44CQXPtuEG88sZZ6I7JzP75XT63JBJ2VTK1mXbiBcOSnYZX6qs7zJc2WRjxHMEAB0FZTO_GFXyflc/s1600/ULISSE+PENELOPE.png" /></a></b></i></div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></i></b>: <i>Ulisse</i> o Odisseo, originario di Itaca, è uno degli eroi Achei descritti e narrati da Omero ne l'Iliade e l'Odissea. <b>E' per antonomasia l'uomo affascinato dall'ignoto</b>. Ingegnoso e astuto, Ulisse ha la peculiarità di non gettarsi mai a capofitto nelle battaglie e nelle imprese che il Fato gli impone sul cammino, ma non riesce a resistere al fascino della conoscenza che lo porta a sfidare più volte la volontà divina. La sua figura non solo è legata ai miti pagani della Grecia antica, ma viene ripresa anche da <b>Dante</b> nella <i>Commedia</i> e da <b>Pascoli</b>, che ne descriveranno la morte, entrambi per naufragio. </div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: figlia di Icario e di Policaste, moglie di Ulisse e madre di Telemaco è sicuramente una delle più celebri figure femminili della mitologia greca. <b>Prende il nome dal mito riguardante la sua infanzia</b>: ancora in fasce viene gettata dal padre in mare, ma viene salvata da alcune anatre che, tenendola a galla, la riconducono sulla spiaggia. Riaccolta dai genitori dopo l'evento, le verrà dato il nome di Penelope che, appunto, significa "<i>anatra</i>".</div></div><div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Aldilà delle celeberrime imprese che vedono come protagonista Ulisse, narrate mirabilmente da Omero nell'Odissea, è interessante osservare l'aspetto dell'Amore che lega questi due protagonisti e che, velatamente, costituisce il motore di tutte le vicende. Certamente <b>la prova di affetto maggiore è dimostrata da Penelope che per vent'anni attende ad Itaca il marito</b>, disperso fra mille tentazioni e peripezie. Penelope rimane fedele alla memoria del suo sposo, rifiutando di scegliere uno dei Proci pretendenti la sua mano, con il celeberrimo stratagemma della tela: di giorno l'eroina tesseva il sudario per Laerte, padre di Ulisse, e di notte lo disfaceva, rimandando all'infinito il termine delle scelta, in base alla quale al termine del lavoro avrebbe dovuto scegliere un nuovo marito. <b>Penelope</b> all'interno dell'Odissea <b>rappresenta l'ideale di donna omerico</b>, modello di comportamento per qualsiasi fanciulla innamorata. Ella è infatti bellezza, regalità, pudore e astuzia, il perfetto alter ego dell'eroico marito.</div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Tristano & Isotta</span></b></i></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc_NsNmbQn6d3zkj3EOOspdxNnFPnAFHtL-24gxiBUOMOzgJyfP82R078ueRj9a9fKKFu_PDigmStBn6TZ2lT_HhJ2yVfFVkCQgC33k23r1_01ddcOfnYYF-ou_6lJKcu8a3piI6AKsew/s1600/TRISTANO+ISOTTA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc_NsNmbQn6d3zkj3EOOspdxNnFPnAFHtL-24gxiBUOMOzgJyfP82R078ueRj9a9fKKFu_PDigmStBn6TZ2lT_HhJ2yVfFVkCQgC33k23r1_01ddcOfnYYF-ou_6lJKcu8a3piI6AKsew/s1600/TRISTANO+ISOTTA.png" /></a></b></i></div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></i></b>: cresciuto dallo zio Re Marco, il quale è sottoposto a pagare un gravoso tributo al Re d'Irlanda, una volta diventato <b>un giovane guerriero</b>, decide di liberare la Cornovaglia da tale sottomissione. Riesce a uccidere il gigante Moroldo, fratello del Re, ma viene ferito da una spada avvelenata che rischia di ucciderlo.</div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: figlia del Re d'Irlanda, cura Tristano, non sapendo che ha ucciso lo zio, dopodiché lo lascia partire per la Cornovaglia. Diventa il sogno d'Amore di Re Marco che, trovando un suo capello d'oro portato dal mare da un uccello, chiede a Tristano di ritrovarla e portarla con sè. </div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">La vicenda travagliata e comandata dal Fato, porterà Tristano a combattere contro un drago e a rimanere ferito, per essere poi curato di nuovo dalla bella Isotta che, riconoscendolo come l'assassino di suo zio, però rinuncerà alla vendetta, acconsentendo di sposare Re Marco per portare la pace fra i due regni.</div><div style="text-align: center;"> Si imbarca con Tristano, ma per errore <b>i due protagonisti si ritrovano a bere un filtro magico che li porterà ad innamorarsi perdutamente l'uno dell'altra</b>. Isotta sposerà comunque Re Marco, ma al matrimonio seguiranno mesi di incontri clandestini, di trucchi e menzogne, che porteranno i due amanti sull'orlo del baratro, a rischio di essere scoperti, ingannati da baroni invidiosi e nani malvagi. </div><div style="text-align: center;">Alla fine smascherati e condannati a morte, fuggono nella foresta del Morrois, dove tuttavia non sopportano la vita allo stato selvaggio e decidono di ritornare. Isotta la Bionda verrà restituita al legittimo marito, mentre Tristano sposerà Isotta dalle Bianche Mani, con la quale però non consumerà mai il matrimonio.</div><div style="text-align: center;"><b>L'epilogo delle vicende culmina con la morte dei due amanti</b>; Tristano, ferito gravemente, capisce che solo la sua antica amante può guarirlo e la manda a chiamare, chiedendo che siano messe vele bianche alla nave con cui verrà, se ella accetterà, oppure vele nere qualora rifiutasse. La moglie, folle di gelosia, mente al marito riferendo di aver visto vele nere e Tristano, credendosi abbandonato dal suo unico vero grande amore si lascia morire; Isotta, giunta al capezzale dell'amato troppo tardi, muore di dolore a sua volta. </div><div style="text-align: center;">I due amanti verranno seppelliti vicini in Cornovaglia e le piante che cresceranno sulle loro tombe, rispettivamente nocciolo e caprifoglio, si intrecceranno così saldamente che nessuno, per l'eternità, sarà in grado di separarle.</div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><br />
</b></i></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><b><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Amleto & Ophelia</span></i></b></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4SI9YrO3-yXjpNBdDmq0q4G-jyXD1asYmeKtPs80QDT-20OhoabfzMQYgS7OILlN0IpMvo5Qqdj5B3Qb_vMRhqGRdWHK0eLB88V_ozXyVeiYQcadfvrmlldzZg51O2IGMmhgROA02aEU/s1600/AMLETO+OPHELIA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4SI9YrO3-yXjpNBdDmq0q4G-jyXD1asYmeKtPs80QDT-20OhoabfzMQYgS7OILlN0IpMvo5Qqdj5B3Qb_vMRhqGRdWHK0eLB88V_ozXyVeiYQcadfvrmlldzZg51O2IGMmhgROA02aEU/s1600/AMLETO+OPHELIA.png" style="cursor: move;" /></a></b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></b></i>: e' il <b>principe di Danimarca</b>. Tornato in patria al termine dei suoi studi, scopre che suo zio Claudio ha sposato la madre Gertrude ed ora è Re. Sconcertato per la perdita del padre e disturbato per il matrimonio incestuoso di sua madre, Amleto inizia a provare odio verso il mondo intero e verso le donne. Le vicende prendono una svolta inaspettata quando il fantasma del Re appare ad Amleto, rivelandogli di essere stato ucciso avvelenato dal fratello assetato di potere e chiede al figlio di vendicarlo. Amleto accoglie senza indugio la richiesta.</div><div style="text-align: center;"><i><u><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></b></u></i>: <b>figlia del consigliere di corte del Re di Danimarca Polonio</b> e sorella di Laerte, è una giovane ragazza aristocratica ma non appartiene alla stirpe reale. La possibilità di risiedere nel castello di Elsinore le è permessa solo a causa della carica ricoperta dal padre.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><b>Il ruolo di Ophelia è quello di vittima degli eventi</b>; inizialmente corteggiata da Amleto con numerose lettere d'Amore, Ophelia presta fede alle dichiarazioni del principe, ma viene messa in guardia dal padre Polonio sulla sincerità del suo sentimento. Il corso degli eventi cambierà infatti Amleto che, temendo di essere ucciso dallo zio, decide di fingersi pazzo; il suo comportamento diviene improvvisamente insensato, a tratti euforico e appresso malinconico e i suoi discorsi, un tempo pieni di spirito e di ingegno, risultano ora oscuri e sconnessi.</div><div style="text-align: center;">Ophelia all'oscuro dei progetti di Amleto attribuisce il comportamento incostante dell'amante alla follia, il quale tuttavia continuerà ad alimentare le speranze della fanciulla manifestandole i suoi sentimenti.</div><div style="text-align: center;">Per errore Amleto arriverà ad uccidere Polonio e questo porterà Ophelia stessa alla follia. Diviene a sua volta svagata e assente e <b>prende a cantilenare canzoni d'amore e di morte, pronunciando frasi senza alcun senso, che alludono al tradimento d'Amore subito e alla perdita del padre che ormai giace sottoterra.</b> </div><div style="text-align: center;">Un giorno, durante uno dei suoi vagabondaggi, la fanciulla giungerà nei pressi di un torrente sul quale si specchia un salice piangente; con le margherite e ranuncoli raccolti per i prati le viene l'idea di adornare i rami dell'albero, ma nel tentativo di arrampicarsi cade nel ruscello, tenendo ancora in grembo le ghirlande di fiori. Le ampie vesti rigonfie la tengono a galla per qualche minuto, ma insensibile a quanto le sta accadendo, Ophelia continua a cantilenare vecchie canzoni, fino a quando i suoi abiti appesantiti dall'acqua la trascinano sul fondo fangoso del torrente, spegnendo per sempre il suo melodioso canto.</div><div class="separator" style="clear: both; font-size: medium; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: -webkit-auto;"><span style="font-style: normal; font-weight: normal;"><span style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal;"><br />
</span> </span></span></div><div class="separator" style="clear: both; font-size: medium; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><i><b>Giulietta Capuleti & Romeo Montecchi</b></i></span></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWiDAwL6L9fueVlf6g4SCka_86hrZvYZXoKRgVLFy70EqfbXrYz6grGDUfWkwYdH8GwpyBNDPAPNPlXPNTMkrSMvwjTf6WozSrTcNmoEPXIpuo14KkDlbY2I_Y4xYMAwEZKQL_tTz9VNI/s1600/proVA+VERT.png" imageanchor="1"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWiDAwL6L9fueVlf6g4SCka_86hrZvYZXoKRgVLFy70EqfbXrYz6grGDUfWkwYdH8GwpyBNDPAPNPlXPNTMkrSMvwjTf6WozSrTcNmoEPXIpuo14KkDlbY2I_Y4xYMAwEZKQL_tTz9VNI/s1600/proVA+VERT.png" style="cursor: move;" /></a></div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></i></b>: erede della famiglia <b>Montecchi</b> di Verona, all'inizio dell'Opera shakespeariana che lo vede protagonista soffre per un amore non corrisposto, quello di Rosalina. Per tirarlo su di morale il cugino Benvolio e l'amico Mercuzio lo portano, sotto mentite spoglie, ad una festa dove incontrerà e si innamorerà perdutamente di Giulietta.</div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: promessa sposa di Paride, un giovane nobile, è l'unica figlia quattordicenne del capostipite dei <b>Capuleti</b>, da generazioni famiglia rivale dei Montecchi. Tuttavia Giulietta non penserà due volte ad innamorarsi della persona che più avrebbe dovuto odiare, ossia Romeo, il legittimo erede dei propri nemici.</div></div><div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Al momento del loro incontro i due ragazzi si scambiano solamente un lungo e intenso sguardo e poche parole, ma tutto ciò è sufficiente a farli innamorare. Rischiando la vita, Romeo si intrattiene nel giardino dei Capuleti dopo la festa e dichiara il proprio amore a Giulietta affacciata al balcone della propria camera, <b>promettendole di sposarla in segreto</b>, cerimonia che effettivamente verrà celebrata dal francescano Frate Lorenzo, confessore personale della fanciulla. </div><div style="text-align: center;">La situazione precipiterà quando <b>Tebaldo</b>, giovane Capuleti di temperamento iracondo e cugino di Giulietta, sfiderà Romeo a duello, che si rifiuterà di combattere contro di lui, provocando tuttavia l'accidentale morte di Mercuzio. Romeo in preda all'ira più furiosa uccide Tebaldo e scappa in esilio. Prima di andarsene per sempre da Verona, Romeo riesce a passare la sua prima e ultima notte d'amore con l'amata Giulietta, per poi fuggire al mattino al canto dell'allodola. </div><div style="text-align: center;"><b>Giulietta</b>, che dovrebbe sposare Paride, grazie all'aiuto di Frate Lorenzo, esperto in pozioni e erbe medicamentose, <b>decide di inscenare una morte apparente</b>, chiamando nel frattempo Romeo perché la venga a riprendere, per poi fuggire insieme. Il Fato però, ancora una volta, gioca uno scherzo crudele: Romeo venuto accidentalmente a sapere della morte dell'amata, folle di dolore ritorna a Verona in gran segreto, penetra nella cripta dei Capuleti e <b>decide di ricongiungersi per l'eternità a Giulietta avvelenandosi con dell'arsenico</b>. Quando Giulietta si risveglia, rendendosi conto della tragedia, decide di porre anch'ella fine ai suoi giorni, <b>trafiggendosi spontaneamente il cuore con il pugnale di Romeo</b>.</div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><b><i></i></b></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><span class="Apple-style-span" style="font-weight: 800;"><i>Lancillotto & Ginevra</i></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><b><i></i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; font-size: medium; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><b><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIFCirxqQIIjjhvPKsLVOFOBz7vgbiXTWC1PtjjDgij6ACDipFBRb6U4W9SSOrJgwV3jkHcfQzwVK2dv0lIxOYaCvj7OD08PUw79CKX37c9Sn-4yuuAnLc7UNXaHvZeSJMOYcaQHEYjNM/s1600/LANCILLOTTO+GINEVRA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIFCirxqQIIjjhvPKsLVOFOBz7vgbiXTWC1PtjjDgij6ACDipFBRb6U4W9SSOrJgwV3jkHcfQzwVK2dv0lIxOYaCvj7OD08PUw79CKX37c9Sn-4yuuAnLc7UNXaHvZeSJMOYcaQHEYjNM/s1600/LANCILLOTTO+GINEVRA.png" style="cursor: move;" /></a></i></b></span></div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></i></b>: è uno dei<b> Cavalieri della Tavola Rotonda</b>. Nella maggior parte dei romanzi francesi viene presentato come il cavaliere più valoroso e fidato di Re Artù. Nell'immaginario moderno corrisponde allo stereotipo del guerriero perfetto, valoroso e carismatico, condannato però dall'amore catastrofico per la "<i>belle dame sans merci</i>" Ginevra.</div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: è <b>la leggendaria consorte di Re Artù</b>. Fanciulla di straordinaria bellezza, viene descritta dai lineamenti leggeri, i capelli scuri e gli occhi verdi, capace sia di affascinare Re Artù che il suo guerriero più valoroso, Lancillotto. L'amore fra quest'ultimo e la soave Ginevra è stato assurto a simbolo dell'amor cortese medievale.</div></div><div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Le versioni in prosa della celebre opera di <b>Chretien de Troyes</b>, narrano di come Lancillotto, in una delle sue numerose imprese, salvi Ginevra prigioniera nel castello di Meleagant. La passione fra i due scoppia prorompente, ma il valoroso cavaliere viene di nuovo sedotto dalla figlia del <i>Re Pescatore</i> e con lei concepisce <b>Galahad</b>, il leggendario vincitore del Graal. La furiosa gelosia di Ginevra lo rende folle e lo costringe all'esilio, dove <b>prende parte, invano, alla ricerca del Santo Graal</b>, riuscendo solo a intravederlo.</div><div style="text-align: center;">La sua relazione con Ginevra verrà poi successivamente scoperta da Artù e, sorpreso insieme alla regina, Lancillotto fuggirà di nuovo, mentre Ginevra verrà condannata al rogo. Per impedire la morte della sua amata, Lancillotto ritorna e attacca Artù in <b>un'epica battaglia in cui moriranno molti Cavalieri della Tavola Rotonda</b>. L'epilogo delle vicende vede Lancillotto eremita e in odore di santità, sopravvissuto alla morte di Artù, di Ginevra e alla distruzione della Tavola Rotonda.<br />
<br />
</div><div class="separator" style="clear: both; font-size: medium; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Paolo & Francesca</span></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHyx2IUPC7XEiFVrqwSvEkIHHQZcuzUFL7sawKjug246aTlWB2rbXb-GZALqrMTUNs2zQFdBhRGqlbYAa1YznZBvakZqVEZmvPysuddTJFLUurjaOYuFplXxySveEl8bWRyr12d-F5OKQ/s1600/PAOLO+FRANCESCA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHyx2IUPC7XEiFVrqwSvEkIHHQZcuzUFL7sawKjug246aTlWB2rbXb-GZALqrMTUNs2zQFdBhRGqlbYAa1YznZBvakZqVEZmvPysuddTJFLUurjaOYuFplXxySveEl8bWRyr12d-F5OKQ/s1600/PAOLO+FRANCESCA.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><i><u><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></b></u></i>:<b> Paolo Malatesta</b>, detto <i>Il Bello</i>, futuro capostipite dei Malatesta di Giaggiolo. Secondo la tradizione Paolo viene ritratto come u<b>na figura romantica e sognatrice, poco incline alle questioni di potere</b>, ma piuttosto ai piaceri della vita e alla cultura. Recenti indagini hanno invece svelato una natura giovane, attenta alla politica e ai giochi di potere del tempo.</div><div style="text-align: center;"><i><b><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></b></i>: <b>Francesca</b>, figlia di Guido da Polenta, signore di Rimini. Quand'ella aveva solo 15-16 anni fu data in sposa dal padre a Gianciotto Malatesta, fratello maggiore di Paolo, un matrimonio celebrato non per Amore, ma <b>per suggellare un'alleanza fra le due potenti famiglie romagnole</b>.</div></div><div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><b>Gianciotto Malatesta</b> era anziano, zoppo, rozzo, quanto di più lontano potesse affascinare una fanciulla nobile di fine '200. </div><div style="text-align: center;">Tuttavia per guadagnare l'approvazione della giovane Francesca al matrimonio, la tradizione imponeva che questo avvenisse per procura; fu così che come procuratore fu scelto Paolo "<i>Il Bello</i>", <b>del quale Francesca si invaghì immediatamente per un banale malinteso, credendo in realtà che fosse lui il vero sposo.</b></div></div><div><div style="text-align: center;">L'epilogo delle vicende amorose non è storicamente provato, ma viene tramandato alla storia dalla <i>Commedia</i> di <b>Dante Alighieri</b>, all'epoca delle vicende appena ventenne. Dante inserisce infatti Paolo e Francesca nel primo cerchio dei peccatori infernali, quello dei lussuriosi, corrispondente al Canto V dell'Inferno, momento in cui il poeta si trova a superare la prima tentazione, con grande sforzo e con straziante partecipazione emotiva, che lo porta a perdere i sensi al termine del canto. </div><div style="text-align: center;">L'Amore di Paolo e Francesca, infatti, secondo quanto narrato dalla poesia dantesca, condusse i due amanti ad una terribile morte. Sorpresi a scambiarsi un "<i>bacio tremante</i>" nel mezzo della lettura di un romanzo cortese, narrante, guarda caso, <b>la passione fra Lancillotto e Ginevra</b>, Gianciotto uccide entrambi per sua mano, trafiggendoli con la spada. Da allora le anime dei due amanti sono condannate alla pena dei lussuriosi e degli adulteri, che li porta ad affrontare uniti la tempesta infernale che li trascina nella violenza del loro sentimento, per l'eternità.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><b><i>Dante Alighieri & Beatrice Portinari</i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_2q-ogRtHqydm54Fh-NNpQinOHDFFaxw2jo4Ay6B7QhvY6W2tn4bV3bMlagUt-iClvxp5XylPWMi9Wa4gYSAjafHxwRwzvVtW72vjCKmio2ipd_UhzomjPcP9szGeHvWPj-n8U7iIPec/s1600/dante+beatrice.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_2q-ogRtHqydm54Fh-NNpQinOHDFFaxw2jo4Ay6B7QhvY6W2tn4bV3bMlagUt-iClvxp5XylPWMi9Wa4gYSAjafHxwRwzvVtW72vjCKmio2ipd_UhzomjPcP9szGeHvWPj-n8U7iIPec/s1600/dante+beatrice.png" style="cursor: move;" /></a></div><div style="text-align: center;"><i><u><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></b></u></i>: non ha bisogno di presentazioni. Il <b>Sommo Poeta</b>, il <b>padre della lingua italiana</b>, l'autore della <b><i>Commedia</i></b> conosciuta con ai più con l'aggettivo di "<i>Divina</i>", universalmente considerata la più grande opera italiana e uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale.</div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: <b>Beatrice Portinari</b>, detta Bice, identificata dalla tradizione come la donna amata follemente da Dante. Documenti certi sulla sua vita sono, tutt'ora, molto scarsi. Fra le più attendibili fonti viene annoverata la <b><i>Vita Nuova</i></b> di Dante Alighieri, opera in cui il poeta descrive l'idillio celestiale fra lui e la sua amata.</div><div style="text-align: center;">Figlia di un banchiere fiorentino e sposa appena adolescente di Simone, detto Mone, è senza dubbio la prima donna a lasciare una traccia indelebile nella nascente letteratura italiana; sarà poi seguita dalla ugualmente celebre <i>Laura de Noves</i>, amata dal <b>Petrarca</b>, e dalla <i>Fiammetta</i> di <b>Boccaccio</b>.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Ne la <i><b>Vita Nuova</b></i>, Dante narra di incontrare Beatrice per la prima volta a nove anni, numero rappresentante il miracolo, e da qui inizierà la "<b>tirannia d'Amore</b>" che l'immagine della sua amata gli imporrà per il resto della sua vita. Rivedrà poi la fanciulla esattamente nove anni dopo, all'età di diciott'anni e in seguitò sognerà la morte della stessa, protagonista di una visione in cui il Dio Amore la sorreggerà fra le braccia e ne mangerà il cuore. </div><div style="text-align: center;">Per non compromettere l'onore di Beatrice, già sposata, Dante, nelle successive occasioni di incontro, fingerà di corteggiare altre donne, indicategli da Amore stesso come dello "schermo". La ragazza, venuta tuttavia a conoscenza delle "noie" arrecate dal poeta al sesso femminile, sdegnata decide di togliergli il suo saluto salvifico. </div><div style="text-align: center;">Prima che Dante trovi il coraggio di svelarle i propri sentimenti, Beatrice muore giovanissima, dando avvio a uno dei periodi di massima disperazione del poeta, generante in lui una profonda crisi spirituale e il morboso avvicinamento ad un'altra "donna gentile", la Filosofia. Tuttavia la stessa Beatrice apparirà in sogno a Dante e gli rammenterà come, <b>soltanto amandola, il poeta potrà raggiungere Dio e la Salvezza eterna</b>.</div><div style="text-align: center;">Nella <i><b>Divina Commedia</b></i> Beatrice subirà un processo di spiritualizzazione, fungerà ad allegoria della Fede e <b>accompagnerà Dante nel suo pellegrinaggio in Paradiso</b>.</div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Renzo Tramaglino & Lucia Mondella</span></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3hX2dXgRBRsCJxYUfBKCW3XYJlBY6q9dVyTtfgkJny1Tjazrpc82Z3gJKAgEyUGWpeOR31tIK7_9e2suJSANrdAa8Xt7wdWf0hJ-wQto_EmtRRh_Vp6RzNRdqh1YMxPVtKX64xpmb8kY/s1600/RENZO+LUCIA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3hX2dXgRBRsCJxYUfBKCW3XYJlBY6q9dVyTtfgkJny1Tjazrpc82Z3gJKAgEyUGWpeOR31tIK7_9e2suJSANrdAa8Xt7wdWf0hJ-wQto_EmtRRh_Vp6RzNRdqh1YMxPVtKX64xpmb8kY/s1600/RENZO+LUCIA.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></i></b>: non era facile, per il <b>Manzoni</b>, trarre dalla figura così poco romanzesca del "contadino" un personaggio letterario destinato a passare alla storia. <b>Renzo</b> o, per meglio dire, Lorenzo Tramaglino, è un giovane cresciuto nei limitati confini di un paese di provincia e <b>conosce la vita nei suoi aspetti più semplici ma fondamentali, come la fatica del lavoro e l'affetto della famiglia</b>. Rimasto solo al mondo in giovanissima età, dimostra tutto il vigore dei vent'anni, un animo onesto e un temperamento impetuoso, incline a scatti di ribellione improvvisi.</div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: rispecchia l'aspetto più puro della società contadina seicentesca timorata di Dio. Dalla sincera e profondissima religiosità, Lucia affronterà i travagli impostigli dal destino con una costante e immutabile fede nella "<i><b>divina Provvidenza</b></i>" e più volte, grazie alla sua dolcezza e al suo candore saprà calmare i bollenti spiriti dell'amato Renzo.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">La familiarità scolastica che ogni studente italiano ha con i personaggi di Renzo e Lucia e con la mastodontica Opera che li vede protagonisti, spesso appiattisce la potenza morale di entrambi i personaggi e dell'inteso Amore che li lega. Non è un sentimento scandaloso, prorompente e ardente, non coinvolge direttamente i sensi e per questo viene visto come un Amore minore, minuscolo a confronto dei tormenti e dei sacrifici patiti da altre coppie celebri. <b>Eppure è proprio in questo profondo pudore e in tale inviolabile intimità che il Sentimento si eleva e si sublima. </b></div><div style="text-align: center;">L'affetto che Renzo prova per Lucia è acceso, incrollabile, veemente, tenace e nella sua amata il ragazzo concentra tutto il bisogno di calore umano rimasto, fino a quel momento, insoddisfatto. Lucia, invece, spesso esaltata nel suo aspetto "piagnone", sobrio, temperante e virtuoso, al contrario delle più superficiali aspettative, vive un Amore penetrante e inviolabile, di così fondamentale importanza per lei da rinunciarvi, con un voto alla Madonna, nel momento di maggior pericolo, come atto di totale devozione.</div><div style="text-align: center;"><b>D'altronde solo un sentimento veramente autentico e appassionato sarebbe stato in grado di sopravvivere alle tumultuose peripezie dei due promessi sposi</b>, che tanto affannano il liceale del nuovo millennio.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><b><i>Elizabeth Bennet & Fitzwilliam Darcy</i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIn1eeBlnq5A4wDX_MIAzcuJfnVzXcafZ9daDw0NHK4thyvsDfi0xE_3iDwbryHz4Zv3wMz3Umr0wURejqMvD53adLpCHhBTONopFpdaF7t3VAVqKF51bF0qYYdaR1dWHJbsjr1eSHXws/s1600/ELIZABETH+DARCY.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIn1eeBlnq5A4wDX_MIAzcuJfnVzXcafZ9daDw0NHK4thyvsDfi0xE_3iDwbryHz4Zv3wMz3Umr0wURejqMvD53adLpCHhBTONopFpdaF7t3VAVqKF51bF0qYYdaR1dWHJbsjr1eSHXws/s1600/ELIZABETH+DARCY.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><i><u><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></b></u></i>: l'archetipo del bello e maledetto, il sogno proibito di ogni lettrice dalla vena romantica. Ricchissimo gentiluomo del Derbyshire, intelligente, altezzoso, orgoglioso, onesto e introverso. Alla sua prima apparizione cattura l'antipatia di tutti gli astanti, compresa quella della prorompente Lizzy Bennet, ma ben presto si scoprirà che la sua alterigia altro non è che disagio nei confronti degli eventi mondani e della loro frivolezza. Di animo profondo e integerrimo, <b>si dimostrerà un uomo generoso e soprattutto in grado di ammettere e porre rimedio ai propri errori, dimenticando l'orgoglio e mettendo in gioco i propri sentimenti.</b></div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: l'eroina moderna per eccellenza, la personalità che ogni lettrice dalla vena romantica vorrebbe incarnare. Secondogenita della famiglia Bennet, nonostante la sua giovane età -non ha ancora compiuto ventun anni- è molto intelligente, acuta, dotata di una personalità esplosiva e di un'ironia tagliente, tanto da farla preferire dal padre alle sue frivole e più convenzionali sorelle. <b>Un perfetto mix di sensibilità, razionalità e fermezza</b>, Elizabeth dimostra sovente anche sentimenti di ribellione nei confronti della società classista di cui si ritrova a far parte e, conseguentemente, lascerà spesso fuorviare il proprio giudizio da un'irrefrenabile emotività.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Non era facile, neppure per quel bellimbusto di Darcy, riuscire a conquistare il cuore di una ragazza come Elizabeth, un personaggio dotato di una forza morale e di un'intelligenza tali da farsi stimare sia da uomini che da donne e capace di zittire anche i più petulanti prelati e le più altezzose nobildonne. <b>Femminilità e indipendenza si fondono in una donna indimenticabile</b>, seppur peccante in pregiudizio, caratteristica che la porterà a scontrarsi direttamente con l'amato Darcy. L'intimo conflitto compiuto da quest'ultimo non sarà, d'altronde, indifferente: a faccia a faccia con una forza della natura in gonnella e sconvolto da una passione irrefrenabile, sarà costretto a combattere una feroce battaglia interiore fra l'orgoglio di classe (inizialmente dovrà persino ingoiare, suo malgrado, l'amaro rifiuto di lei!) e l'Amore. </div><div style="text-align: center;"><b>Senza dubbio Lizzy e Darcy costituiscono la prima grande coppia moderna</b>, lontani sia dall'amor cortese che dalla lascivia classica, arrivando a incarnare invece la passione più attuale e il fascino dell'unione fra due anime nobili e brillanti. Indimenticabili.</div><div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><b><i>Catherine Earnshaw & Heathcliff</i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7Ch35ipi1ztvlgvKZhDUeHzrq7XHuixavgywjquse2N89CvUHdGoBUe7pekRzEAlyWP4GUHOqLa3n4GQroYyGMpwDT8JJasCwY2YkU3J35-iEwbZxu3JH0rfeBnXUDKCbzE4-9-WAyEA/s1600/CATHERINE+HEATHCLIFF.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7Ch35ipi1ztvlgvKZhDUeHzrq7XHuixavgywjquse2N89CvUHdGoBUe7pekRzEAlyWP4GUHOqLa3n4GQroYyGMpwDT8JJasCwY2YkU3J35-iEwbZxu3JH0rfeBnXUDKCbzE4-9-WAyEA/s1600/CATHERINE+HEATHCLIFF.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></i></b>: è l'archetipo dell'<b>eroe maledetto torturato dalle passioni</b>, le quali lo condurranno alla propria inarrestabile distruzione e a quella di coloro che gli stanno vicino. Ingiurioso, negletto e beffardo, è maggiormente conosciuto per il suo Amore per Catherine, piuttosto che per i suoi vendicativi anni terminali, in cui si tramuta in un personaggio amaro e in un uomo posseduto, ben lontano dalla figura di eroe romantico che la tradizione vuole tramandare. <b>La sua complicata, fascinosa e bizzarra Natura lo rendono un personaggio atipico</b>, soprattutto per l'epoca, dai connotati sia eroici sia furfanteschi. </div><div style="text-align: center;"><b><u><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></i></u></b>: cresciuta nella tenuta di <b>Wuthering Heights</b>, fin da bambina colpisce per la propria personalità forte e determinata e affascina gli astanti per il suo bell'aspetto e per i suoi occhi, i tipici e indimenticabili occhi degli Earnshaw. Maliziosa, orgogliosa e capricciosa, subirà un cambiamento radicale dopo la permanenza a <i>Thrushcross Grange</i>, acquisendo maggior contegno e compostezza.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><b>La passione provata da Heathcliff</b>, il misterioso trovatello gitano dalla pelle bruna,<b> per Catherine è a tal punto violenta e sinistra da portare alla completa distruzione della famiglia Earnshaw</b>. L'incidente che costringe Catherine alla tenuta Grange e che muta radicalmente il suo carattere, renderà ancora più marcato il contrasto fra la sua nuova natura di posata signorina e di moglie devota e quella del suo amato, ormai decaduto nella rozzezza più totale. L<b>'epilogo ricorda le più conturbanti tragedie greche</b>: Catherine caduta in preda alla follia, morirà durante il parto della sua unica figlia e infesterà Wuthering Heights come un fantasma capriccioso, spezzando il cuore di Heathcliffe che, nel disperato tentativo di mettersi in contatto con lei, si uccide. </div><div style="text-align: center;">Al termine del romanzo i due folli spiriti, che tanto dolore patirono in vita, si uniranno per l'eternità nelle brughiere di Wuthering Heights.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Rossella O'Hara & Rhett Butler</span></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtC7EBO3xjNSwWj0muvW0UX7lxN5vMa_TCLLl3qXVGW-oAyN7Ev13XB0bt91UZgBEmftTV4kiBxtYO_Cwhr-vPZx6ce131SI-x7-Bm99yhzeDfs_qDj4_ZD3quOvFEnncHGI5RTt0kGN8/s1600/RHETT+ROSSELLA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtC7EBO3xjNSwWj0muvW0UX7lxN5vMa_TCLLl3qXVGW-oAyN7Ev13XB0bt91UZgBEmftTV4kiBxtYO_Cwhr-vPZx6ce131SI-x7-Bm99yhzeDfs_qDj4_ZD3quOvFEnncHGI5RTt0kGN8/s1600/RHETT+ROSSELLA.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lui</span></u></i></b>: dopo essere stato diseredato dal padre, diventa un giocatore d'azzardo professionista, lasciandosi coinvolgere dalla febbre dell'oro californiana, in cui si guadagna una bella cicatrice da lama sullo stomaco. Il Rhett romanzesco è molto istruito, in grado di disquisire abilmente su qualsiasi argomento, dall'intero canone shakespeariano alla storia classica, fino ad arrivare alla filosofia tedesca.<b> Riesce a comprendere la natura umana a fondo</b>, al contrario dell'ottusa Rossella, a cui spesso e volentieri fornisce perspicaci prospettive sulle personalità che la circondano. <b>Sexy e intraprendente, vanta una grandiosa conoscenza delle donne, sia fisicamente che psicologicamente, ed esercita sovente le proprie sottili e fascinose arti di seduzione</b>. La comprensione della Natura umana, da parte di Rhett, si estende anche ai bambini e si dimostra essere un genitore molto migliore di quanto riuscirà mai ad esserlo Rossella.</div><div style="text-align: center;"><b><i><u><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lei</span></u></i></b>: è <b>un'eroina che penetra la pelle del lettore come una spina</b>, che conquista e che rimane indimenticabile. Laddove le eroine per antonomasia sono perfette, lei è debole; dove le altre donne agiscono con decisione, lei è volubile. Spreca una vita intera al seguito di uno strampalato amore per un uomo insignificante, maltratta i figli e allontana l'affetto di tutte le persone di maggior conto.<b> Eppure ogni lettrice è ossessionata dalla sua lotta per la terra, dalla sua vita e dal suo ridicolo amore</b>, così come ella lo è della propria sopravvivenza.</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">La Guerra Civile descritta da <b>Margaret Mitchell</b> è nulla in confronto alla battaglia che Rossella combatte per sè stessa. Nata nell'ozio e nel lusso, inadatta a qualsiasi tipo di fatica, è l'ultima persona che potremmo immaginare di vedere tirarsi su la gonna per partorire o trascinarsi per chilometri in una strada fangosa, alla ricerca della salvezza. <b>Rhett Butler ha capito tutto quando afferma che Rossella non è mai così tanto attraente come quando è costretta in un angolo</b>. Rossella insegue il risultato, si addossa il fardello della vita e prende decisioni senza compromessi. Indomabile, rimane senza risorse solo nel celeberrimo finale, quando quel mascalzone di Rhett, abbandonando Tara e la sua amata, esce di scena con una scrollata di spalle e quell'indimenticabile battuta tranchant: "<i><b>Francamente, me ne infischio</b></i>".</div></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-66219016731980464822011-04-23T08:12:00.000-07:002011-05-10T12:21:20.539-07:00•Recensione: BERNARDIN DE SAINT-PIERRE: Paul et Virginie<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK3F5g6gNF-nqMTpsE9sWEPpHoKIazu4qeXJjI5JbvXdYaFZc6mVYSydwx6ERD7FzjFREYIwUo0sMrbp9bu0hjVu2zAtuuXiT5WsLjjsLcUglw2SInx0CmnlQ71dtP63JNm_HS90YjAhk/s1600/banner.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK3F5g6gNF-nqMTpsE9sWEPpHoKIazu4qeXJjI5JbvXdYaFZc6mVYSydwx6ERD7FzjFREYIwUo0sMrbp9bu0hjVu2zAtuuXiT5WsLjjsLcUglw2SInx0CmnlQ71dtP63JNm_HS90YjAhk/s320/banner.png" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><b>•Il Libro: «<i>N'aie pas peur, je me seas bien fort avec toi.</i>»</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsh363sgYGFeoWi2rFdlG_xcDEI3GyxyY8YUGLiQOaDVBismYT0AkeCSmPPsHVhRJgFmjpk57SY5j71grBwv4vjA5hXhRLpfNw_DrjtG_DupWiTBEKjL-Pfpe0rU9S1Ia-035d81TRsto/s1600/paul+et+virginie.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsh363sgYGFeoWi2rFdlG_xcDEI3GyxyY8YUGLiQOaDVBismYT0AkeCSmPPsHVhRJgFmjpk57SY5j71grBwv4vjA5hXhRLpfNw_DrjtG_DupWiTBEKjL-Pfpe0rU9S1Ia-035d81TRsto/s320/paul+et+virginie.jpg" width="211" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Paul et Virginie - <b>William Calder Marshall</b></i></td></tr>
</tbody></table><b>Hans Axel Von Fersen</b> era un uomo che di certo non passava inosservato.<br />
Alto ben un metro e novanta, atletico, spalle larghe e volto aperto, colpiva i cuori delle nobildonne di tutta Europa con i suoi brillanti occhi azzurri, ornati da lunga ciglia nere, e la sua aria misteriosa e riservata, che gli avevano fatto guadagnare l'appellativo di <i>Le Beau Fersen</i>. L'indiscusso fascino che lo accompagnava fin dalla più giovane età colpirono in particolare il cuore di una delle regine più famose della storia, <b>Maria Antonietta</b>, che lo conobbe a soli diciotto anni durante un ballo in maschera.<br />
L'amore appassionato, platonico o fisico che fosse, che sbocciò fra la Delfina di Francia e il bel svedese era cosa nota anche all'epoca: contemporanei sostennero che Maria Antonietta era addirittura incapace di dominarsi al cospetto del conte, principiando a tremare chiaramente alla presenza inaspettata del suo amante.<br />
<br />
Nonostante le numerose relazioni amorose delle quali Maria Antonietta venne tacciata, di certo la più plausibile rimane quella con Fersen, che le rimase vicino anche nei tremendi momenti del Grande Terrore.<br />
Leggenda vuole, infatti, che nel 1791, prigioniera dei rivoluzionari nelle Tuileries, Maria Antonietta sentisse l'esigenza di comunicare con il suo fascinoso amante, ma braccata dai propri persecutori necessitasse di un codice. Le venne quindi in mente di usare come cifrario un libro, una storia romantica che entrambi, come due novelli Paolo e Francesca, avevano grandemente amato. Si trattava di un racconto uscito pochi anni prima, di straordinario successo e con<b> l'eccezionale potere di far palpitare i cuori e lacrimare gli occhi di tutta la Francia</b>: il celeberrimo romanzo di <b>Bernardin de Saint Pierre</b>, <i><b>Paul et Virginie</b></i>.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEh6jd0GuZf7cBjg_xuVo4C5okQcSZ9KFq-uv_QHE0KOZjbdi_GWRoQGAjfsFJBEnOHtvYGRLhrBr2Iw3my-rCZFjJI5FnWAG0xu9rIOsqB4dASiHfdnzLQttCo0HNTtANYVHdKOFC78I/s1600/portrait.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEh6jd0GuZf7cBjg_xuVo4C5okQcSZ9KFq-uv_QHE0KOZjbdi_GWRoQGAjfsFJBEnOHtvYGRLhrBr2Iw3my-rCZFjJI5FnWAG0xu9rIOsqB4dASiHfdnzLQttCo0HNTtANYVHdKOFC78I/s200/portrait.jpg" width="198" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Bernardin de Saint-Pierre</i></td></tr>
</tbody></table>Pubblicato al tramonto del Secolo dei Lumi, <i>Paul et Virginie</i> è considerato il capolavoro di Saint-Pierre e <b>una delle perle più pregiate della letteratura settecentesca francese</b>.<br />
<br />
Fin dal principio la tragica e straziante storia d'amore fra i protagonisti, <b>Paul </b>e <b>Virginie</b> appunto, scosse l'intera Francia lettrice: migliaia di bambini furono battezzati con i nomi dei due celebri amanti e l'<b>isola Mauritius</b>, idilliaca ambientazione del romanzo, li elesse come proprio simbolo. Si tratti di un albergo, una statua o una citazione, per l'odierno turista a cui capiterà (per sua fortuna) di aggirarsi per le strade di Port Luis non sarà di certo difficile incappare in un'opera dedicata ai due amanti, come il monumento a Curepipe o la sua copia esposta al Blue Penny Museum.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRcU-AgRwMI0-qVl-aiAGNAzlJfSGxfnjEl-3SMZLRu9s39uP6OwuTtlrfEEb-axccmXcvU8dXMI8s_7pWGtsOT2GyeOxUvjrHTJtU_yc3c37g4gEDyXDq9uzRehSB_TRyCpYU9Da-37k/s1600/pierre+auguste+the+storm.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRcU-AgRwMI0-qVl-aiAGNAzlJfSGxfnjEl-3SMZLRu9s39uP6OwuTtlrfEEb-axccmXcvU8dXMI8s_7pWGtsOT2GyeOxUvjrHTJtU_yc3c37g4gEDyXDq9uzRehSB_TRyCpYU9Da-37k/s320/pierre+auguste+the+storm.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"> <i>La Tempête - <b>Pierre Auguste Cot</b></i></td></tr>
</tbody></table>Il principale motivo di successo del romanzo -un racconto lungo a tutti gli effetti, di neppure 150 pagine- è da ricercare senza dubbio nella figura di <b><i>Virginie de la Tour</i></b>, indimenticabile protagonista femminile delle vicende. Dolce fanciulla illibata, Virginie incarna mirabilmente, nelle intenzioni dell'autore, quell'<b>Amore insieme platonico e cristiano</b> che, dalla letteratura quattrocentesca al Romanticismo, ha assunto un ruolo decisivo nella cultura occidentale.<br />
Neppure il più cinico dei lettori sarebbe in grado di rimanere impassibile di fronte alla purezza angelica e all'ancestrale ingenuità della fanciulla che, per l'intera sua breve esistenza, infranta dal contatto con la corrotta e crudele civiltà europea, ama con tutto il cuore Paul e si spende senza riserve per ogni creatura di Dio.<br />
<br />
L'Amore elegiaco, intenso e purissimo provato dai due giovani segnò fortemente molte personalità della letteratura del vecchio continente, destinate a passare alla storia: fra questi <i>Goethe</i>, <i>Manzoni</i>, <i>Balzac</i> e <i>Gozzano</i>. A colpire, inoltre, era il fascino sapiente delle scrittura di Bernardin De Saint-Pierre, in grado di comporre in pochi tratti un classico lieve e profondo, impegnato come non mai sul versante etico e spirituale.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPMzfy0PYNWxXXulYs6PIhqHZ26iX5P89TBnDbeUVwLlb_gtRkfmCiXiI2VuH-iWYJqWLtCNOzA_0JCsgGGv-N8tcY9ZmRRDylfOMaaa5fwK6msTrO4-AAvOtOunnU-dpQB7bStYqFxSU/s1600/imm.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPMzfy0PYNWxXXulYs6PIhqHZ26iX5P89TBnDbeUVwLlb_gtRkfmCiXiI2VuH-iWYJqWLtCNOzA_0JCsgGGv-N8tcY9ZmRRDylfOMaaa5fwK6msTrO4-AAvOtOunnU-dpQB7bStYqFxSU/s1600/imm.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Le Printemps - <b>Pierre Auguste Cot</b></i></td></tr>
</tbody></table>Il tragico idillio di Paul e Virginie, trova il proprio palcoscenico in <b>un ambiente naturale esotico e selvaggio</b>, facilmente identificabile con "<i>la terra della felicità perduta</i>" rousseauiana. Del pensiero di <b>Rousseau</b>, non a caso amico intimo dell'autore, <i>Paul et Virginie</i> richiama, infatti, molti aspetti: il mito tipicamente settecentesco di una condizione di naturale innocenza, la figura del "buon selvaggio",<b> l'ideale di un'umanità eccellente</b>, libera da costrizioni e pregiudizi, <b>affrancata da ogni malvagità ed egoismo e completamente in armonia con la Natura in cui si trova immersa</b>.<br />
Paul e Virginie si amano fin dall'infanzia e nel bucolico paesaggio tropicale vivono un'esistenza dominata dalla felicità più candida. La semplicità e la naturalezza della vita sull'Isola Mauritius si riflette anche nell'amicizia che lega la madre di Virginie, la nobile Madame de la Tour, e quella di Paul, Marguerite, una contadina bretone, entrambe accomunate da un tragico destino che le ha portate a rinnegare le proprie origini e a "rinascere" nella colonia francese. L'intenso e apparentemente inscalfibile idillio fra i protagonisti giunge al termine dal momento in cui una ricca e dispotica zia chiama improvvisamente Virginie in Francia per darle un educazione. Con l'imbarco della fanciulla il legame con Paul è destinato a infrangersi, fino a quando la morte non riunirà i due amanti, separati e tormentati da una civilità straniera, avversa e sconosciuta, ormai molto lontana dall'umanità autentica.<br />
<br />
<i>Paul et Virginie</i> non è in sè solo un testo poetico e struggente, ma è in grado di sfruttare i registri dell'immaginazione fino a raggiungere una vera e propria meditazione metafisica.<br />
Infatti Bernardin de Saint-Pierre scrive <i>Paul et Virginie</i> con «<i>Lo scopo d'indicare la natura e, approssimativamente, l'estensione dei cambiamenti indotti dall'azione dell'uomo nelle condizioni fisiche del globo che abitiamo; mostrare i pericoli che può produrre l'imprudenza, e la necessità di precauzione in tutte quelle opere che, in grandi proporzioni, s'interpongono nelle disposizioni spontanee del mondo organico ed inorganico; suggerire la possibilità e l'importanza del ristabilimento delle armonie perturbate, e il miglioramento materiale di regioni rovinate ed esaurite; e illustrare incidentalmente il principio che <b>l'uomo è</b>, tanto nel genere quanto nel grado,<b> una potenza di un ordine più elevato che non sia qualunque altra forma di vita animata che al pari di lui si nutre alla mensa della generosa natura</b></i>».<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk6m2VuQMCwpDyDQjgqC-mYhavDsDwvOkf26EnO3iZybykovxvcsjKOMbzROMux9klvEOQkZYj4NQK7MqZynj6GmQYZSLWj_WZVzjrpEhZTNDycIrPrktSlDOkNMCEv2zTWmxBOJ_pJbo/s1600/le+naufrage+vernet.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk6m2VuQMCwpDyDQjgqC-mYhavDsDwvOkf26EnO3iZybykovxvcsjKOMbzROMux9klvEOQkZYj4NQK7MqZynj6GmQYZSLWj_WZVzjrpEhZTNDycIrPrktSlDOkNMCEv2zTWmxBOJ_pJbo/s320/le+naufrage+vernet.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Le Naufrage - <b>Claude Joseph Vernet</b></i></td></tr>
</tbody></table>I veri meriti di <i>Paul et Virginie</i>, tuttavia, sono quelli proprio di una storia raccontata in lingua semplice, naturale e vera, capace di toccare il cuore comune del mondo. E' in questa accezione che <i>Paul et Virginie</i> diventa un opera classica preminente, popolarissima al momento della pubblicazione ma, oggi, quasi dimenticata.<br />
Perfino <b>Guido Gozzano</b>, toccato dalla profonda purezza stillante dalle pagine di Saint-Pierre, decide di rendere omaggio alla sventurata vicenda di Paul e Virginie, componendo una delle sue poesie più tragiche e commoventi, dedicata ai "<i><b>figli dell'infortunio</b></i>", amanti miserabili di una "<i>giocosa aridità larvata di chimere</i>".<br />
<br />
<div style="text-align: center;">I<i>o fui Paolo già. Troppo mi scuote</i></div><div style="text-align: center;"><i>il nome di Virginia. Ebbro e commosso</i></div><div style="text-align: center;"><i>leggo il volume senza fine amaro;</i></div><div style="text-align: center;"><i>chino su quelle pagine remote</i></div><div style="text-align: center;"><i>rivivo tempi già vissuti e posso</i></div><div style="text-align: center;"><i>piangere (ancora!) come uno scolaro...</i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i>Virginia ride al limite del bosco</i></div><div style="text-align: center;"><i>e trepida saluta...</i></div><div style="text-align: center;"><i>Risorge chiara dal passato fosco</i></div><div style="text-align: center;"><i>la patria perduta</i></div><div style="text-align: center;"><i>che non conobbi mai, che riconosco...</i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i><b>Virginia, ti rammenti</b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b>di quella sempiterna primavera?</b></i></div><div style="text-align: center;"><i>Rammenti i campi d'indaco e di the,</i></div><div style="text-align: center;"><i>e le Missioni e il Padre e il Viceré,</i></div><div style="text-align: center;"><i>quel Tropico rammenti, di maniera,</i></div><div style="text-align: center;"><i>un poco falso, come piace a me?...</i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i><b>Ti chiamavo sorella, mi chiamavi</b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b>fratello.</b> Tutto favoriva intorno</i></div><div style="text-align: center;"><i>le nostre adolescenze ignare e belle.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Era la vita semplice degli avi,</i></div><div style="text-align: center;"><i>la vita delle origini, il Ritorno</i></div><div style="text-align: center;"><i>sognato da Gian Giacomo ribelle.</i></div><div style="text-align: center;"><i><b>Di tutto ignari: delle</b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b>Scienze e dell'Indagine che prostra</b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b>e della Storia, favola mentita</b></i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i>Immuni dalla gara che divampa</i></div><div style="text-align: center;"><i>nel triste mondo, crescevamo paghi</i></div><div style="text-align: center;"><i>dei beni della rete e della freccia;</i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i><b>Era la nostra vita come quella</b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b>dei Fauni e delle Driadi felici</b>.</i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i>Ma giunse l'ora che non ha conforto.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Seco ti volle nei suoi feudi vasti</i></div><div style="text-align: center;"><i>la zia di Francia, perfida in vedetta.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Il Viceré ti fece trarre al porto</i></div><div style="text-align: center;"><i>dalle sue genti barbare! E lasciasti</i></div><div style="text-align: center;"><i>lacrimando la terra benedetta,</i></div><div style="text-align: center;"><i>ogni cosa diletta</i></div><div style="text-align: center;"><i>più caramente, per la nave errante!</i></div><div style="text-align: center;"><i>Solo, malcerto della mia sciagura,</i></div><div style="text-align: center;"><i>vissi coi negri e le due madri affrante;</i></div><div style="text-align: center;"><i>ti chiamavo; nei sassi e nelle piante</i></div><div style="text-align: center;"><i>rivedevo la tua bianca figura</i></div><div style="text-align: center;"><i>che non avrei rivista...</i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i>Appaiono le vele</i></div><div style="text-align: center;"><i>del San Germano al balenar frequente,</i></div><div style="text-align: center;"><i>stridono procellarie gemebonde,</i></div><div style="text-align: center;"><i>albàtri cupi. <b>Il mare si confonde</b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b>col cielo apocalittico.</b> La gente</i></div><div style="text-align: center;"><i>guata la nave tra il furor dell'onde.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Tutto l'Oceano Indiano</i></div><div style="text-align: center;"><i>ribolle spaventoso, ulula, scroscia,</i></div><div style="text-align: center;"><i>ma sul fragore s'alza un grido umano</i></div><div style="text-align: center;"><i>terribile d'angosca:</i></div><div style="text-align: center;"><i>- Virginia è là! Salvate il San Germano!... -</i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i>Il San Germano affonda. I marinai</i></div><div style="text-align: center;"><i>tentano indarno il salvataggio. Tutti</i></div><div style="text-align: center;"><i>balzano in mare, da che vana è l'arte.</i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i>Virginia ecco in disparte</i></div><div style="text-align: center;"><i>pallida e sola!... Un marinaio nudo</i></div><div style="text-align: center;"><i>tenta svestirla e seco darsi all'onda;</i></div><div style="text-align: center;"><i>si rifiuta Virginia pudibonda</i></div><div style="text-align: center;"><i>(retorica del tempo!) e si fa scudo</i></div><div style="text-align: center;"><i>delle due mani... <b>Il San Germano affonda;</b></i></div><div style="text-align: center;"><i>il San Germano affonda... Un sciabordare</i></div><div style="text-align: center;"><i>ultimo, cupo, mozzo:</i></div><div style="text-align: center;"><i>e non rivedo al chiaro balenare</i></div><div style="text-align: center;"><i>la nave!... <b>Il mio singhiozzo</b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b>disperde il vasto singhiozzar del mare.</b></i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div><div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i>Era l'alba e il tuo bel corpo travolto</i></div><div style="text-align: center;"><i>stava tra l'alghe e le meduse attorte,</i></div><div style="text-align: center;"><i>placido come in placido sopore.</i></div><div style="text-align: center;"><i>Muto mi reclinai sopra quel volto</i></div><div style="text-align: center;"><i>dove già<b> le viole della morte</b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b>mescevansi alle rose del pudore...</b></i></div><div style="text-align: center;"><i>[...]</i></div><div style="text-align: center;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: center;"><i><b>Morta giacevi col tuo sogno intatto,</b></i></div><div style="text-align: center;"><i><b>tornavi morta a chi t'amava tanto!</b></i></div><div style="text-align: center;"><i>Nella destra chiudevi il mio ritratto,</i></div><div style="text-align: center;"><i>con la manca premevi il cuore infranto...</i></div><div style="text-align: center;"><i>- Virginia! O sogni miei!</i></div><div style="text-align: center;"><i>Virginia! - E ti chiamai, con occhi fissi...</i></div><div style="text-align: center;"><i>- Virginia! Amore che ritorni e sei</i></div><div style="text-align: center;"><i>la Morte! Amore... Morte... - <b>E più non dissi.</b></i></div></div></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-66650701983425551202011-04-12T03:54:00.000-07:002011-05-10T12:21:48.094-07:00•Recensione: NEIL GAIMAN - American Gods<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE4z5UEoUSxpSABUT1KEPchQVDddGF1-LcEFBBoaHJ8qbVkiUwcmVWXvHW3QPYePIw5-pCgv-7G5D4T7PdC5FzO9d6C4mM1tKx6UFt-mDFolNjtUSD8rDt5y725TWzQ8vAYdiB4aiI6bc/s1600/banner.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE4z5UEoUSxpSABUT1KEPchQVDddGF1-LcEFBBoaHJ8qbVkiUwcmVWXvHW3QPYePIw5-pCgv-7G5D4T7PdC5FzO9d6C4mM1tKx6UFt-mDFolNjtUSD8rDt5y725TWzQ8vAYdiB4aiI6bc/s1600/banner.jpg" /></a></div><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">•Il Libro:<i> l'America non è terra per gli dèi</i>.</span><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRI5NMwlscF15X4bUGQkwFbLGyp6wrf6snVGhCjiRve6FQJf_SyIre_j_TdWwzyEE-IwPA3oaJwkzgNJStwlBzn2eGkAqbpxcoUH3qGQ1d8n2SFh-PcgN66wbizNEfVuWe_bRO6IbQ9Wg/s1600/American_Gods.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRI5NMwlscF15X4bUGQkwFbLGyp6wrf6snVGhCjiRve6FQJf_SyIre_j_TdWwzyEE-IwPA3oaJwkzgNJStwlBzn2eGkAqbpxcoUH3qGQ1d8n2SFh-PcgN66wbizNEfVuWe_bRO6IbQ9Wg/s320/American_Gods.jpg" width="209" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">Cover di American Gods</span></i></td></tr>
</tbody></table>Se oggigiorno esistono ancora autori fantasy con qualche idea originale per la testa, beh, uno di questi è proprio <b>Neil Gaiman</b>.<br />
Divenuto celebre internazionalmente come fumettista, autore della serie cult <i>The Sandman</i>, punta di diamante della <i>Vertigo</i>, Gaiman consacra la propria carriera di scrittore di romanzi per adulti con <i><b>American Gods</b></i>, forse la sua più celebre e premiata opera.<br />
<br />
Vi sono numerosi aspetti sconcertanti in <i>American Gods</i>, che disorientano l'ignaro lettore che si aspetta un trattamento tradizionale della materia, ma sono proprio questi aspetti dissestanti che rendono il libro più innovativo e interessante di quanto sarebbe stato altrimenti.<br />
<i>American Gods</i> è essenzialmente una <b>gothic novel</b> dalle premesse molto ambiziose, ma che svolge la propria intricata matassa narrativa in una successione di episodi e digressioni che sfidano apertamente le convezioni di un romanzo gotico o horror. L'azione non è serrata, la suspense è praticamente inesistente nella quasi totalità del racconto, c'è poca violenza, poco sangue e poco interesse per i particolari più raccapriccianti e disgustosi. La vera anima goticizzante del titolo, infatti, come già scritto, non rispetta i canoni e non si realizza nell'azione, bensì nell'<b>abilità dell'autore di ricreare immagini e atmosfere tali da rimandare ad un universo noir e melancolico</b>, un'America fredda e inospitale popolata da personaggi in scala di grigi, bloccati in un passato a cui nessuno può e deve fare ritorno. Infatti <i><b>l'America non è terra per gli dèi</b></i>.<br />
<br />
La trama del romanzo può essere sintetizzata nel "<i>lungo vagare</i>" del protagonista <b>Shadow</b> per il Midwest americano più squallido e dimenticato, via via affiancato da compagni occasionali, inusuali e "divini"; tra Wisconsin, Illinois, Kansas e South Dakota, perseguendo una missione fino alle ultime battute ignota anche a egli stesso, Shadow si destreggerà fra attese, rapimenti e misteri, alla ricerca di gigantesche giostre di paese, lavorando per agenzie di pompe funebri e pernottando in malsani motel, miserabili riserve indiane e idilliaci paesini celanti terrificanti segreti.<br />
<br />
<div style="text-align: right;"></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYhKo1d5k-TmTSCtSR0BDnx1ua9nLJjZGPeSEpu9QoarCUYJm-3jSj2_qiPgOCfCt7qOitifqfBk9Y737SvVW5-rcCC7G8g_cYLGHwyxY0RZeJQRtWuAovtOK2ANqPMZLyAGfRHtgOhyphenhyphenw/s1600/gaiman_american_gods.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYhKo1d5k-TmTSCtSR0BDnx1ua9nLJjZGPeSEpu9QoarCUYJm-3jSj2_qiPgOCfCt7qOitifqfBk9Y737SvVW5-rcCC7G8g_cYLGHwyxY0RZeJQRtWuAovtOK2ANqPMZLyAGfRHtgOhyphenhyphenw/s1600/gaiman_american_gods.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il baldo Neil con una copia di American Gods</i></td></tr>
</tbody></table>Niente è quello che sembra e il senso di perdizione e di ignoto domineranno l'animo del lettore fin dalla prima pagina, inizialmente impreparato ad identificarsi nella figura di un protagonista dai contorni troppo sfumati. Un uomo sfuggevole, apparentemente incapace di provare un qualsiasi slancio umano, dal passato incerto, dai pochi pensieri e dalla psicologia inesistente, e che infatti non prende alcun altro nome se non quello di Shadow, "ombra".<br />
Uscito di prigione dopo tre anni, Shadow scopre che la moglie Laura è morta in un incidente stradale e che, ancor peggio, negli anni della sua assenza, aveva instaurato una relazione con il suo migliore amico, morto insieme a lei, nel bel mezzo di una performance di sesso orale. La reazione di Shadow è gelida, come può essere solo quella di un uomo che in pochi attimi scopre di non avere più un motivo per stare al mondo; ed è proprio in questo frangente che appare facile accettare la proposta di <b>Mr. Wednesday</b>, bevitore, truffatore, seduttore di ragazzine, che gli propone di lavorare per lui come guardia del corpo. Infatti "<i>la tempesta è vicina</i>", un terrificante cataclisma che in realtà è una guerra di dimensioni epiche, una battaglia che va oltre qualsiasi conflitto umanamente concepibile: <b>dèi antichi contro dèi moderni</b>.<br />
<br />
Wednesday, infatti, altri non è che <i><b>Odino</b></i>, il dio delle forche, Grinmir, il Padre Universale, emigrato in America come tutti gli altri dèi celtici, norreni, slavi e mediterranei, attraverso le credenze e i culti dei primi colonizzatori. Dimenticati nei loro vecchi mondi, le antiche divinità restano immortali, ma sono destinate ad un inesorabile declino fisico e morale se non nutriti dall'adorazione dei fedeli e da costanti sacrifici. I gloriosi dèi sono quindi ridotti a ombre di sé stessi e sono costretti a sopravvivere intraprendendo i mestieri più umili, come i popoli che un tempo li adoravano.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMt7DL9CfvVBlKKS_qujbMvYXNe5idyb52kJ6W8zYrh7watyQxt3h18_0Y5ifssHOX6PVRLmSO47po4BATHl5udxZoBCPtbpJiA4QHH5qI0Te1lCyE_SROt9GkdkWtqrpBoRRSHq2k7gM/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMt7DL9CfvVBlKKS_qujbMvYXNe5idyb52kJ6W8zYrh7watyQxt3h18_0Y5ifssHOX6PVRLmSO47po4BATHl5udxZoBCPtbpJiA4QHH5qI0Te1lCyE_SROt9GkdkWtqrpBoRRSHq2k7gM/s1600/images.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>The House on the Rock (Wisconsin)<br />
uno dei luoghi chiave di American Gods</i></td></tr>
</tbody></table>Ma altri pericoli sono in agguato: gli <b>idoli del nuovo millennio</b>, infatti, vogliono scatenare la "tempesta", una terribile guerra per togliere di mezzo i loro antichi rivali una volta per tutte. Questi nuovi dèi non sono altro che la televisione, i mass media, Internet e le nuove tecnologie, bellissimi, sfavillanti e opulenti, in quanto adorati dall'intero popolo occidentale. Sono espressione della paranoia americana, del consumismo e della globalizzazione, apparentemente invincibili, ma spaventati a morte dal futuro, dalle nuove divinità che inevitabilmente li soverchieranno.<br />
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Visionario, metafisico e spirituale, <i>American Gods</i> si dimostra una letteratura intrigante per il suo onirico e lento vagare. La scrittura di Gaiman non lascia nulla al caso e ogni assurdità verrà a tempo debito spiegata. La lettura scorre affascinante, ma intorpidita dalla, a volte, eccessiva pesantezza del percorso narrativo, eredità dell'esordio fumettistico dell'autore che, in mancanza di tavole illustrative, si dilunga in descrizioni e divagazioni.<br />
Il genio e l'inventiva di Gaiman sono, tuttavia, oltremodo indubbie; il dipinto onirico realizzato da Gaiman, che ci illustra la realtà moderna, fondata sulla contrapposizione fra vecchio e nuovo, materialismo e spiritualità, per poi ricavarne l'essenza, è indimenticabile.Un'opera da avere in libreria e un autore da monitorare.<br />
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<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">•Gli Dèi.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Come già scritto, gli dèi sono i principali protagonisti di <i>American Gods</i>. </span><br />
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">«<i>Venendo in America la gente ci ha portato con sé. […] Siamo arrivati fin qui viaggiando nelle loro menti, e abbiamo radici. Abbiamo viaggiato con i coloni, attraversato gli oceani, verso nuove terre. […] Ben presto la nostra gente ci ha abbandonato, ricordandosi di noi soltanto come creature del paese d'origine, creature che credevano di non aver portato nel nuovo mondo. I nostri fedeli sono morti, o hanno smesso di credere in noi, e siamo stati lasciati soli, smarriti, spaventati e spodestati, a cavarcela con quel poco di fede o venerazione che riuscivamo trovare. […] Vecchi dèi, in questa nuova terra senza dèi.</i>»<br />
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Il puzzle narrativo di Neil Gaiman, tuttavia, troppo spesso impedisce al lettore di percepire chiaramente di quale divinità si sta parlando o a quale pantheon occorre riferirsi, per cui è opportuno stilare<b> un elenco dei principali idoli che compaiono nel corso della lettura</b>, per una migliore comprensione.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEXCKGWd6GlddC2artIMYtwRVp8zVbOaosGR4gOzqCSY4JxopgK6ffPGI-hbeX9LH4porqjMhMNdquksur4mn3i1OUDzcsJLtxUw_dsnPD775gSHsBEAGmveZZmUTTr7pj_OCtXbFezcA/s1600/Senza+titolo-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEXCKGWd6GlddC2artIMYtwRVp8zVbOaosGR4gOzqCSY4JxopgK6ffPGI-hbeX9LH4porqjMhMNdquksur4mn3i1OUDzcsJLtxUw_dsnPD775gSHsBEAGmveZZmUTTr7pj_OCtXbFezcA/s1600/Senza+titolo-1.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><i><b>Odino as Wednesday.</b></i></span><br />
Co-protagonista insieme a Shadow, <u>Mr. Wendsday</u> si rivelerà la divinità norrena <u>Odino</u>, dio della guerra, della magia, della sapienza e della poesia. Figlio di Borr, è il <b>Padre Universale</b>, creatore di altre divinità come Thor, Baldr e Vàli.<br />
In <i>American Gods</i> sarà proprio Odino ad arruolare le antiche divinità per combattere la guerra finale, in accordo con la mitologia nordica che lo vede guida degli dèi e degli uomini contro le forze del caos durante la fine del mondo, nella quale il dio sarà ucciso inghiottito dal terribile lupo Fenrir.<br />
Odino si presenta in questo modo a Shadow:<br />
«<i>Mi chiamano Felice-della-Guerra, Spietato, Furore e Terzo. Sono Monocolo, l'Altissimo, e colui che Vede il Vero. Mi chiamano Grinmir, sono l'Incappucciato. Sono il Padre Universale, e sono Gondlir, portatore del bastone. Ho tanti nomi quanti sono i venti, tanti titoli quanti sono i modi per morire. I miei corvi sono Hugin e Munin, Pensiero e Memoria; i miei lupi sono Freki e Geri; il mio cavallo è la forca.</i>»<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSGlJB5Ff8yavE8QxsVSX7t_m-6cCdfO14Fkt2dbcaRKS8VkC97pVjKcui57fNVOF10Qe4gMiz8TAtsQmQsf_tsQxogW6Q_-xJCvdWsPWlLivvLhxUXtK28oREin_h5Jn7ggp5Q6yIdPM/s1600/anansi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSGlJB5Ff8yavE8QxsVSX7t_m-6cCdfO14Fkt2dbcaRKS8VkC97pVjKcui57fNVOF10Qe4gMiz8TAtsQmQsf_tsQxogW6Q_-xJCvdWsPWlLivvLhxUXtK28oREin_h5Jn7ggp5Q6yIdPM/s1600/anansi.jpg" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><i><b>Anansi as Mr Nancy.</b></i></span><br />
<u>Anansi</u> è una delle divinità più importanti appartenenti alla mitologia delle popolazioni occidentali dell'Africa. E' a metà strada fra il dio ingannatore e l'eroe culturale. Viene sovente descritto come <b>un ragno gigantesco</b>, un uomo con tre paia di braccia o una combinazione dei due. Per questo motivo spesso viene ricordato come il dio ragno.<br />
Shadow lo descrive in questo modo:<br />
«<i>[...] e allo stesso tempo, nello stesso punto, vedeva un ragno ingioiellato grande come un cavallo, gli occhi una nebulosa smeraldina, che lo fissava tronfio e impettito, e contemporaneamente un uomo di altezza incredibile con la pelle color tek e tre paia di braccia […] e vedeva anche un ragazzino nero vestito di stracci, il piede sinistro gonfio e pieno di mosche; per ultimo, dietro tutte queste cose, Shadow vedeva un minuscolo ragno nero nascosto sotto una foglia appassita d'ocra.</i>» <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_qKfhyphenhyphenWCIN95i8hfom0iV_MUaRwheg0IVyK3qv56lBcv4WvQd0KkJ_9rjLW5CyYIP2Ri59iJPDxehg6zemswEu-Sqoy1WHzOVMVjlQcpTEubs4LUnUDJI-GkjRjdTRapz80EatRED_4U/s1600/anubi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_qKfhyphenhyphenWCIN95i8hfom0iV_MUaRwheg0IVyK3qv56lBcv4WvQd0KkJ_9rjLW5CyYIP2Ri59iJPDxehg6zemswEu-Sqoy1WHzOVMVjlQcpTEubs4LUnUDJI-GkjRjdTRapz80EatRED_4U/s1600/anubi.jpg" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit; font-size: large;"><b><i>Anubi as Jacquel.</i></b></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Anubi nella </span>reincarnazione<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> terrena di <i>American Gods</i> esegue autopsie, come in tempi remoti si occupava dell'imbalsamazione dei morti. <b>Prima divinità dell'Oltretomba</b>, proteggeva le necropoli e accompagnava l'anima del defunto davanti al tribunale supremo degli dèi, come recitato nel <i>Libro dei Morti</i>.</span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR-0icUqilzFWTPUWt0aKBa8X4TLGzw6EoQmDlB_a1OrD1RLGPCwhvSphwetP0csHemYXjCCV2jWw4TM_cYzlkToJJNjw6V0de5cLl1TzxnNnVbGuGBWLAowMIa3DADdjv0Yqt1RMWTvc/s1600/thot.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR-0icUqilzFWTPUWt0aKBa8X4TLGzw6EoQmDlB_a1OrD1RLGPCwhvSphwetP0csHemYXjCCV2jWw4TM_cYzlkToJJNjw6V0de5cLl1TzxnNnVbGuGBWLAowMIa3DADdjv0Yqt1RMWTvc/s1600/thot.jpg" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"></span>Anubi viene sovente raffigurato come un uomo gigantesco dotato di una lugubre testa di sciacallo.<br />
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<i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Thot as Mr. Ibis.</span></b></i><br />
Il <u>Signor Ibis</u>, che Shadow incontra a Cairo (Illinois) insieme a Jacquel, è in realtà la divinità egizia con la testa di ibis <u>Thot</u>. Insieme a Jacquel dirige un efficentissima agenzia di pompe funebri.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIygwbvAd5alUdpI3OC98NNQ8-ajz_mvJ_4NujSOaXE_Awq8dZdZSDJRGjQ3JeST82VmzcFb9K-yjgeKKl1rB7plMki3b5-Dvb0qBEWK7gwDZYj350UqrlgWTqxZ5szEiJV4cSJcyygCQ/s1600/chernobog.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIygwbvAd5alUdpI3OC98NNQ8-ajz_mvJ_4NujSOaXE_Awq8dZdZSDJRGjQ3JeST82VmzcFb9K-yjgeKKl1rB7plMki3b5-Dvb0qBEWK7gwDZYj350UqrlgWTqxZ5szEiJV4cSJcyygCQ/s1600/chernobog.jpg" /></a>Secondo la mitologia Thot è la divinità della luna, della sapienza, della scrittura e della magia. Segretario e visir di Ra, è <b>patrono di tutti gli scribi</b> e, infatti, in <i>American Gods</i> tiene un taccuino in cui raccoglie le testimonianze dell'arrivo di ogni divinità nel continente americano. Quattro suoi racconti intervalleranno la lettura del romanzo.<br />
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<b><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Chernobog.</span></i></b><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcYVbJZks1U1lunG6fTz-GOk_smA1d6lIgPWR-qjyYBkXXF7o3cs7_PIiyXME6H9js2DREaXM32jM6jeZgBNGmOKR3xX5Rkw_CHNoy1DfA9Ledp9NwsPMl7nG7yTIo2qOwnVqZU8PsPBI/s1600/eostre.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcYVbJZks1U1lunG6fTz-GOk_smA1d6lIgPWR-qjyYBkXXF7o3cs7_PIiyXME6H9js2DREaXM32jM6jeZgBNGmOKR3xX5Rkw_CHNoy1DfA9Ledp9NwsPMl7nG7yTIo2qOwnVqZU8PsPBI/s1600/eostre.jpg" /></a>In questo caso la divinità e l'incarnazione umana hanno lo stesso nome. Misconosciuta e antichissima divinità slava, <u>Chernobog</u> è un dio oscuro e maligno, che uccide con il suo martello. Non a caso, in <i>American Gods</i> verrà presentato come ex-uccisore di bovini, prima del macello. E' un dio bivalente, che presenta la propria controparte positiva nel "fratello" <u>Bielebog</u>.<br />
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<i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Eostre as Easter.</span></b></i><br />
La dea germanica <u>Eostre</u> viene descritta come una donna formosa, dai capelli candidi e dell'età indefinibile. Secondo la mitologia è la divinità simboleggiante il <b>rinnovarsi della vita</b>, della primavera e della fertilità. Da essa deriva la liturgia tradizionale della <b>Pasqua</b>. Infatti i popoli che l'adoravano erano soliti ad identificarla con la lepre per la rapidità di riproduzione dall'animale (da qui il coniglio pasquale) e, durante la sua festa, uova, prima di serpente o poi di gallina, venivano decorate e poi regalate come simbolo di fertilità.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXkVDm4mXyB7hexvBqewx9NRSlVyP5xIHXwYFf_vxcO_eAcDxTH8Z88NbzVEpri55E3CCUoul7S4KpnsX1pYxQWFtsrIjgyX__YTYoetT6bbzU10blQyKFUs7KGaoGKEFR2UTkGYQf9L8/s1600/leprecauno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXkVDm4mXyB7hexvBqewx9NRSlVyP5xIHXwYFf_vxcO_eAcDxTH8Z88NbzVEpri55E3CCUoul7S4KpnsX1pYxQWFtsrIjgyX__YTYoetT6bbzU10blQyKFUs7KGaoGKEFR2UTkGYQf9L8/s1600/leprecauno.jpg" /></a><br />
<b><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Leprechaun as Mad Sweeney.</span></i></b><br />
Il <u>leprechaun</u> è una sorta di gnomo, dai capelli rossi e dall'abito verde, tipico del folklore irlandese, dedito alle burle e agli scherzi. Secondo la tradizione i leprechaun sono creature innocue e schive, calzolai del popolo delle fate e <b>possessori di ricchezze smisurate</b>; se catturati spesso rivelano il luogo in cui sono nascosti i propri tesori, ma in seguito trovano il modo di confondere chi ha ottenuto tale informazione, in modo subdolo e scaltro, proteggendo il proprio oro in extremis.<br />
<u>Mad Sweeney</u> è descritto da Gaiman come uno <b>spiantato ubriacone</b>, grande bevitore di whiskey e altri alcolici, ma mai di birra irlandese. E' in grado di eseguire giochi di prestigio, facendo comparire dal nulla monete d'oro, per poi farle svanire magicamente nell'aria.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwj5dk5jnSsIcnRyMATXOaP5pdVtUIkVHhI_Y6hmkYGtkfa_MuiRyl2ZlZQUDQ1osE-kInlEUfl2vCLBpsSnDUxCC1OGDVp1-RfLkRGXkukmsh8jyNFUpnvHlGDBMEu1IeqEAAT8WxdZ8/s1600/regina+di+saba.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwj5dk5jnSsIcnRyMATXOaP5pdVtUIkVHhI_Y6hmkYGtkfa_MuiRyl2ZlZQUDQ1osE-kInlEUfl2vCLBpsSnDUxCC1OGDVp1-RfLkRGXkukmsh8jyNFUpnvHlGDBMEu1IeqEAAT8WxdZ8/s1600/regina+di+saba.jpg" /></a><br />
<i><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">La Regina di Saba as Bilquis.</span></b></i><br />
<u>Bilquis</u> non interviene mai nelle avventure di Shadow, ma possiamo seguire le sue vicende in una sorta di storia parallela. E' la reinvenzione del leggendario personaggio della <u>Regina di Saba</u>, citata nel primo libro dei Re, nel secondo libro della Bibbia, nel Corano e nel Kebra Nagast, libro sacro della tradizione etiope.<br />
In <i>American Gods</i> è rappresentata come una <b>prostituta che "batte" per le periferie di Los Angeles</b> sfruttando i proprio clienti che, grazie all'atto sessuale, si ritrovano ad adorare la dea che letteralmente li inghiottisce assorbendone l'essenza, mantenendosi in questo modo giovane e bellissima.<br />
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Vi sono molte altre divinità citate da Gaiman, che dimostra una documentazione in merito molto efficace e approfondita. Fra i vari personaggi compaiono anche <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Loki_(mitologia)">Loki</a> il dio del caos (mitologia norrena), la dea <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Kal%C3%AC">Kalì</a> (mitologia induista), Wisakedjiak e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/John_Chapman">John Chapman</a> (mitologia dei nativi americani), le tre sorella Zarya (mitologia slava), <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bast">Bastet</a> e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Horus">Horus</a> (mitologia egizia) e perfino <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ges%C3%B9">Gesù</a> che se la passa piuttosto bene, visto la moltitudine di fedeli, ma che in Afghanistan è costretto a fare l'autostop.<br />
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<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">•Who is NEIL GAIMAN?</span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDgZMoTyd1RWOQO0Wj9ZlSDMTgC17cUIS2FNwctBRnVutRWBuUC0HFLW2EJcWPcNVvYEKkb5uamC6N6tSJeUSSrn71IZVkfMjzDPQJ1nJeu5b9HuBKE1hXsF3tUTzVJCs0J0x3fLJ0y2A/s1600/gaiman1.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDgZMoTyd1RWOQO0Wj9ZlSDMTgC17cUIS2FNwctBRnVutRWBuUC0HFLW2EJcWPcNVvYEKkb5uamC6N6tSJeUSSrn71IZVkfMjzDPQJ1nJeu5b9HuBKE1hXsF3tUTzVJCs0J0x3fLJ0y2A/s1600/gaiman1.JPG" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Neil Gaiman (Portchester, 1960)</i></td></tr>
</tbody></table><b>Neil Richard Gaiman</b> (<i>Portchester</i>, 1960) giornalista, scrittore, sceneggiatore di fumetti, ma anche televisivo e radiofonico.<br />
Padre di tre figli e padrone di sette gatti, comincia la sua carriera come giornalista. Scrive racconti di fantascienza per riviste erotiche e sceneggiature per fumetti. Arriva alla <b>Dc Comics</b> durante l'invasione britannica degli anni '80 e debutta con <i><b>Black Orchid</b></i> un'oscuro personaggio del Dc Universe che Neil trasforma completamente. Ottiene la consacrazione come sceneggiatore di fumetti grazie a <b>Sandman</b>, noto personaggio della linea Vertigo, sotto-etichetta della DC Comics. Il numero 19 di <i>The Sandman</i> dal titolo "<i>A Midsummer Night's Dream</i>" vinse il <b>premio Nebula nel 1990</b>, come miglior racconto breve di fantascienza. <br />
Gaiman ha scritto anche romanzi, sceneggiature televisive, favole e storie per l'infanzia, drammi radiofonici e testi per canzoni. Tra i suoi romanzi si ricordano <i><b>Neverwhere</b></i>, nato come serie televisiva, edito in Italia da Fanucci con il titolo di <i>Nessun dove</i>, <i><b>Stardust</b></i>, anche questo uscito per la Magic, e <i><b>Good Omens</b></i>, scritto a quattro mani con <b>Terry Pratchett</b>. Molte delle sue storie brevi sono state raccolte in <i><b>Smoke and Mirrors: Short Fictions and Illusions</b></i>. Il suo ultimo romanzo, <i><b>American Gods</b></i>, pubblicato da Mondadori, viene premiato con un Hugo quale miglior romanzo.<br />
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<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">•Curiosità.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">1</span> Da qualche mese circola in rete, e non solo la notizia, dell'<b>imminente realizzazione di un film</b> tratta proprio da <i>American Gods</i>. Le notizie sono ancora molto incerte, ma pare che Gaiman abbia già venduto i diritti per il progetto e che presto incontrerà il regista per definire le potenzialità della pellicola. Incrociamo le dita! Per maggiori informazioni vi rimando a <a href="http://www.comingsoon.net/news/movienews.php?id=75641">comingsoon.net</a>.<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">2</span> <i>American Gods</i>, oltre ad essere acclamato da pubblico e fan di Gaiman, ha ricevuto <b>numerosi apprezzamenti anche dalla critica</b>, in particolare aggiudicandosi i prestigiosi <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Nebula_Award">Nebula Award</a> e <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Hugo_Award">Hugo Award</a>.Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-85061747032567182342011-04-03T11:33:00.000-07:002011-04-24T09:44:21.459-07:00•NAIL: Nuovi amici in libreria (Aprile 2011)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8GHwU9c5E_9BMWRJ_qiOj3-KXaM6_Yb671DI4ZMjUaHkoX4aJxMZ53kbnfAyNur5GaCqj0Z4ErbkWPVOMdZgz_WcCFiHsdADk3ynj_nU-xlGFTGa7CW3seBNce7wWwL-ahQHeLdBLBI/s1600/3041293.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8GHwU9c5E_9BMWRJ_qiOj3-KXaM6_Yb671DI4ZMjUaHkoX4aJxMZ53kbnfAyNur5GaCqj0Z4ErbkWPVOMdZgz_WcCFiHsdADk3ynj_nU-xlGFTGa7CW3seBNce7wWwL-ahQHeLdBLBI/s1600/3041293.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">1 </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Titolo</b>: Il tormento e l'estasi</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Autore</b>: Irving Stone</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Editore</b>: Corbaccio (<i>I grandi scrittori</i>)<br />
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit; font-size: x-small; font-style: italic;">"I miei lineamenti non sono ben disegnati", pensò il fanciullo tredicenne, immerso in una seria concentrazione. "La testa è sproporzionata, con la fronte che sopravanza la bocca e il mento. Qualcuno avrebbe dovuto usare un filo di piombo." Così comincia la biografia romanzata del grande Michelangelo, la storia della sua vita tormentata e burrascosa, segnata da sofferenze e umiliazioni ma anche da grandi trionfi. Il suo amore per Vittoria Colonna, la sua passione per il marmo, il tormento di fronte al blocco informe, l'estasi per la vita infusagli. Il Davide, la Pietà, il Mosè, la Cappella Medicea, la volta della Sistina e il Giudizio universale, la Basilica di San Pietro, la Pietà Rondanini.</span><br />
<br />
<b>Perché ho acquistato questo libro?</b></span><br />
La prima volta che vidi questo libro era nelle mani di un mio carissimo amico che, completamente assorto e appassionato dalla lettura, si portava il consistente tomo (843 pagine!) a scuola, per leggere nelle pause fra una lezione e l'altra. L'entusiasmo con cui me ne parlava mi fecero immediatamente innamorare di questo libro, data anche la mia viscerale passione per l'arte, per i personaggi oscuri e controversi e per le biografie storiche. Insomma, quel libro doveva essere mio! Sfortunatamente quando mi decisi a comprarlo lo trovai fuori catalogo, per cui immaginatevi la mia gioia nello scoprire che la Corbaccio aveva deciso di ripubblicarlo dotandolo addirittura di una nuova veste grafica. Non ho perso tempo e l'ho acquistato, nonostante il prezzo non molto accessibile (20euro!).<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVZ_CxPo2bPZin6V1BD0PmuvzL2K6yWAhCkeqA0suPBzc2EczPtr2hX9876-KTZ2zGbXagALpVG-KnzHPhf6HZ_5nw88iQdLNi3B60_rqGZfZITtReuLWkXfEjnwimG3dZKVn-3dtmYr8/s1600/2286359.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVZ_CxPo2bPZin6V1BD0PmuvzL2K6yWAhCkeqA0suPBzc2EczPtr2hX9876-KTZ2zGbXagALpVG-KnzHPhf6HZ_5nw88iQdLNi3B60_rqGZfZITtReuLWkXfEjnwimG3dZKVn-3dtmYr8/s1600/2286359.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">2 </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Titolo</b>: Amore liquido. <i>Sulla fragilità dei legami affettivi</i>.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Autore</b>: Zygmunt Bauman</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Editore</b>: Laterza (<i>Economica Laterza</i>)<br />
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><i>"La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una relazione, puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia". I protagonisti di questo libro sono gli uomini e le donne nostri contemporanei, che anelano la sicurezza dell'aggregazione e una mano su cui poter contare nel momento del bisogno. Eppure sono gli stessi che hanno paura di restare impigliati in relazioni stabili e temono che un legame stretto comporti oneri che non vogliono né pensano di poter sopportare.</i></span><br />
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Perché ho acquistato questo libro?</b></span></span></span><br />
Il sottotitolo, in questo caso, spiega tutto. Sto attraversando un periodo molto particolare della mia vita, sia dal punto di vista umano che sentimentale, definibile molto chiaramente con la parola "fragile". Per cui questo saggio mis-sconosciuto, che avevo adocchiato da tempo, ha trovato il suo momento di entrare a far parte della mia libreria. Non so se lo leggerò subito o lo lascerò un pò decantare aspettando un momento di ispirazione. L'importante è che ci sia e questo è già un conforto!<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkgKuX92CRzw66F7BV9OMqyIoRPGM9NKcK3eaqlNJ1595w3ZH2q5WF5FhonVJIj4U_NzHgNMjqJqhcFL7tpmVO0398BcdZwSdwTS5R5lsYhUcs3N433F67O8N1aiHAT8HZFja1y78OqGM/s1600/2984774.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkgKuX92CRzw66F7BV9OMqyIoRPGM9NKcK3eaqlNJ1595w3ZH2q5WF5FhonVJIj4U_NzHgNMjqJqhcFL7tpmVO0398BcdZwSdwTS5R5lsYhUcs3N433F67O8N1aiHAT8HZFja1y78OqGM/s1600/2984774.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">3 </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Titolo</b>: Ancora dalla parte delle bambine</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Autore</b>: Loredana Lipperini</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Editore</b>: Feltrinelli (<i>Universale Economica. Saggi</i>)<br />
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit; font-size: x-small;"><i>Le eroine dei fumetti le invitano a essere belle. Le loro riviste propongono test sentimentali e consigli su come truccarsi. Nei loro libri scolastici, le mamme continuano ad accudire la casa per padri e fratelli. La pubblicità le dipinge come piccole cuoche. Le loro bambole sono sexy e rispecchiano (o inducono) i loro sogni. Questo è il mondo delle nuove bambine. Negli anni settanta, Elena Gianini Belotti raccontò come l'educazione sociale e culturale all'inferiorità femminile si compisse nel giro di pochi anni, dalla nascita all'ingresso nella vita scolastica. Le cose non sono cambiate, anche se le apparenze sembrano andare nella direzione contraria. Ad esempio, libri, film e cartoni propongono, certo, più personaggi femminili di un tempo: ma confinandoli nell'antico stereotipo della fata e della strega. Sembra legittimo chiedersi cosa sia accaduto negli ultimi trent'anni, e come mai coloro che volevano tutto (il sapere, la maternità, l'uguaglianza, la gratificazione) si siano accontentate delle briciole apparentemente più appetitose. E bisogna cominciare con l'interrogarsi sulle bambine: perché è ancora una volta negli anni dell'infanzia che le donne vengono indotte a consegnarsi a una docilità oggi travestita da rampantismo, a una certezza di subordine che persiste, e trova forme nuove persino in territori dove l'identità è fluida come il web.</i></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit; font-size: x-small;"><i><br />
</i></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Perché ho acquistato questo libro?</b></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Altro saggio "puntato" da tempo, ho colto l'occasione al balzo scoprendo per caso che la Feltrinelli lo aveva ripubblicato in versione economica. Sono molto sensibile all'argomento trattato, che mi appartiene e mi interessa fortemente. E' l'inizio di un percorso di lettura personale, molto costruttivo, che partirà da questo saggio per approdare poi in altri lidi, come quelli di <i>Sii Bella e stai zitta</i> di <b>Michela Marzano</b> o <i>Il corpo delle donne</i> di <b>Lorella Zanardo</b>, per non dimenticare il recentissimo <i>Non è un paese per vecchie,</i> sempre della Lipperini!<br />
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</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqVBHtmuNGOAkeq7R_pqVOesAVX4KRhYFtuskJg8dwP4nB6GHbfN8XTFnL735JwPaYeHx3UmJWEvmkmENFzhOxHwjKuK-wFF6MkUT4r_UZMKHfaWRcLrO-KiLO-1X990ndvjJvut-ACbg/s1600/2549868.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqVBHtmuNGOAkeq7R_pqVOesAVX4KRhYFtuskJg8dwP4nB6GHbfN8XTFnL735JwPaYeHx3UmJWEvmkmENFzhOxHwjKuK-wFF6MkUT4r_UZMKHfaWRcLrO-KiLO-1X990ndvjJvut-ACbg/s1600/2549868.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">4 </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Titolo</b>: Grotesque</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Autore</b>: Natsuo Kirino</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Editore</b>: Neri Pozza (<i>Bloom</i>)<br />
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><i>Due prostitute di Tokyo, Yuriko e Kazue, sono state uccise, e la loro morte ha lasciato un mistero che va oltre la necessità di scoprire il loro assassino. Chi erano queste due giovani donne, quali eventi hanno condotto la loro vita verso un destino tremendo? La sorella maggiore di Yuriko racconta parte della storia tornando indietro nel tempo, quando le due ragazze uccise erano studentesse di una scuola prestigiosa dominata da una rigida gerarchia sociale. Una è figlia di madre giapponese e di padre svizzero, dotata di bellezza quasi sovrannaturale che le rende tutto facile, l'altra deve invece lottare per ogni risultato, forte di una caparbia determinazione, mai del tutto consapevole della propria costante impopolarità. Nel corso degli anni le loro esistenze si scontrano con le convenzioni sociali, perché entrambe scoprono che per essere davvero libere dovranno trasformarsi in donne "grottesche", mostri di perversione ed eccessi, di irriducibile volontà di indipendenza.</i></span></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><br />
<b>Perché ho acquistato questo libro?</b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Ho una smodata passione per la letteratura e la cultura giapponese in generale. Natsuo Kirino è un'autrice che manca nella mia libreria e ho deciso di celebrare la sua comparsa con uno dei suoi romanzi più consistenti e discussi, anche se non fra i più conosciuti. Molti appassionati hanno trovato la lettura abbastanza ostica non solo per il volume (928 pagine!), ma anche e sopratutto per i contenuti e l'attitudine cinica e disperata che domina l'intera vicenda. Io amo le sfide e sono ben contenta di intraprendere questo inquietante e grottesco viaggio insieme alle protagoniste di <i>Grotesque</i>! Forse avrei dovuto cercare un approccio un pò più "soft" con l'autrice, magari attraverso <i>Le Quattro Casalinghe di Tokyo</i>, <i>Morbide Guance</i> o <i>Real World</i>, ma constatando che <i>Grotesque</i> era andato fuori catalogo per diversi mesi e temendo di non trovarlo più in commercio, ho deciso di acquistarlo immediatamente ritornato disponibile!<br />
</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoAuhdwQ3TYZIQnCSZRg6iycxYK81FftGqrUpAV1n7CsveccLqM2fKSCgiKiElDI1OpnabUB_yfic0H2GEOFbMHtMqVSc9yUA3L-mYJva3B39f6zEZ7fvEoAYNs5fV1QV-KG257fpqsAg/s1600/2930671.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoAuhdwQ3TYZIQnCSZRg6iycxYK81FftGqrUpAV1n7CsveccLqM2fKSCgiKiElDI1OpnabUB_yfic0H2GEOFbMHtMqVSc9yUA3L-mYJva3B39f6zEZ7fvEoAYNs5fV1QV-KG257fpqsAg/s1600/2930671.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">5 </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Titolo</b>: Precious</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Autore</b>: Sapphire</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Editore</b>: Fandango Libri<br />
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit; font-size: x-small;"><i>Con il suo linguaggio illetterato e sconnesso, Claireece Precious Jones racconta la sua storia. Ha 16 anni ma ne dimostra almeno 30, è nera, povera e grassa. A scuola, dove si reca testardamente ogni giorno, è preda degli scherzi cattivi dei compagni per la sua mole e perché è rimasta indietro nelle classi. Tutti la credono ritardata e si disinteressano di lei finché non si accorgono che è incinta e la puniscono con l'espulsione. Precious è incinta, per la seconda volta, di suo padre: a 12 anni ha messo al mondo una bambina down, frutto dell'incesto. Sua madre non è da meno: gelosa, la schiavizza abusando a sua volta sessualmente di lei. Ma Precious, pur semianalfabeta, è intelligente, curiosa, percettiva: la sua ostinazione a continuare gli studi è in qualche modo dettata dalla coscienza che l'istruzione è la chiave per sfuggire alla violenza e all'emarginazione, è ciò che la renderà visibile al mondo, non più "una macchia di unto nero da lavare via". La sua insegnante, Miss Rain, le insegnerà a leggere e a scrivere incitandola a tenere un diario. È l'inizio di un inferno, ma anche di una redenzione: le prime, incerte parole che Precious faticosamente mette insieme compongono un quadro di indicibile violenza e povertà, ma nello stesso tempo materializzano sogni, sentimenti e desideri. Sapphire, pseudonimo di Ramona Lofton, è un'autrice americana. Ha insegnato per dieci anni a leggere e scrivere nelle scuole di Harlem e del Bronx: da questa esperienza scaturisce la materia di questo suo primo romanzo.</i></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><br />
<b>Perché ho acquistato questo libro?</b></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Questo romanzo era introvabile in Italia fino a qualche tempo fa, precisamente fino a quando la Fandango non ne acquisisce i diritti e decide di pubblicarlo. Lo aspettavo con grande trepidazione e finalmente mi sono decisa ad acquistarlo. La prima volta che ho sentito parlare di Clareece "Precious" Jones era circa un anno fa, in occasione degli Oscar, quando l'attenzione del mondo era puntata sulla giovanissima Gabourey Sidibe candidata all'oscar come Migliore Attrice Protagonista a fianco di personalità di alto calibro come Meryl Streep e Sandra Bullock (l'effettiva vincitrice). Non ho ancora avuto l'occasione di vedere il pluri-premiato film tratto da questo libro, per cui ho deciso di testare personalmente l'origine della drammatica storia di Precious che ha commosso e continua a commuovere l'America e il mondo intero. Spero che la narrazione di Sapphire sappia mantenere le aspettative.<br />
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqJCljfgfIzCmdCqKoOZC2KiG2FPVtI2hLeD65BIJHQEPKzhql8FtHfGtW7R8Xg9WvyuJXtHFReFbnb8rYj-HP9cXXsMetCmZeuXnm02m86-Ij14ukdM2IkgzeSy754Qz3KmfdfaK32AI/s1600/720246.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqJCljfgfIzCmdCqKoOZC2KiG2FPVtI2hLeD65BIJHQEPKzhql8FtHfGtW7R8Xg9WvyuJXtHFReFbnb8rYj-HP9cXXsMetCmZeuXnm02m86-Ij14ukdM2IkgzeSy754Qz3KmfdfaK32AI/s1600/720246.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">6 </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Titolo</b>: Racconti di pioggia e di luna</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Autore</b>: Ueda Akinari<br />
<b>Editore</b>: Marsilio (<i>Mille gru</i>)<br />
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">Nove storie di fantasmi nelle quali Ueda Akinari (1734-1809) riprende spunti cinesi e motivi del folclore, del romanzo e del teatro giapponesi, rielaborandoli in situazioni originali. Ma questi elementi sono solo parte dell'intuizione poetica e della capacità dell'autore di trasformare le sue sue storie in racconti dove il ricorso al soprannaturale è soprattutto in funzione estetica, la paura è mitigata dalla poesia, e quando "cantano i fagiani e combattono i draghi" il brivido dell'orrore si accompagna all'emozione della bellezza.</span></i><br />
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Perché ho acquistato questo libro?</b></span></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Tanto per non smentirsi, un altro acquisto "nipponico". Era da tempo memorabile (almeno due o tre anni) che desideravo questo libro, ormai introvabile, perla rarissima e splendente della storica tradizione letteraria giapponese. Chissà se un giorno riuscirò ad avere fra le mie mani <i>Racconti della pioggia di primavera</i> in modo da completare il "dittico Akinari". Per adesso mi accontento di annoverare nella mia collezione questa meraviglia. Sia benedetta la Marsilio e la collana Mille Gru! :P<br />
</span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5lVID0owRA3COC8kejpjRn74YROoJzwbaJBQUAxzXQv6KOF0JZNEMKpCh0gJUmK7JnjXrOS7GlYhLFtTM5ALFhDFwLNKbLS_V9GkNUpwMgiT2tP0nzTU_Q8uP7wDkXvmhX7400Qb9aVk/s1600/765234.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5lVID0owRA3COC8kejpjRn74YROoJzwbaJBQUAxzXQv6KOF0JZNEMKpCh0gJUmK7JnjXrOS7GlYhLFtTM5ALFhDFwLNKbLS_V9GkNUpwMgiT2tP0nzTU_Q8uP7wDkXvmhX7400Qb9aVk/s1600/765234.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">7 </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Titolo</b>: Le vie dei canti</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Autore</b>: Bruce Chatwin</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Editore</b>: Adelphi (<i>Gli Adelphi</i>)<br />
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">"La domanda cui cercherò di rispondere è la seguente: Perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all'altro?" (Bruce Chatwin a Tom Maschler, 1969).</span></i><br />
<br />
<b>Perchè ho acquistato questo libro?</b></span></span><br />
Come forse ho già avuto occasione di dirvi amo la letteratura di viaggio, in particolare quella che tratta di luoghi lontani e inaccessibili. Una delle soddisfazioni maggiori che traggo dalla lettura, infatti, è quella di scoprire mondi e culture che non mi appartengono, viaggiare, anche solo con la mente, e potermi arricchire di nuove conoscenze ed esperienze. Bruce Chatwin costituisce un must da questo punto di vista e <i>Le vie dei canti </i> è, forse, uno dei suoi romanzi/saggi più conosciuti. Per cui ho deciso di iniziare la conoscenza di questo scrittore partendo dall'Australia, dai boschi di eucalipto e dalle imperiture tribù di indio aborigeni.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrQZAESH2u1IMc3efqYy_abnY-AcYvsbSr3Ygdvse_nXEUqTE-AbeIP05ElTq-tMnVsgnYetW6YUYVS0AO29sPaUUeRGkkXk22GTID8CBP6I16XvS7-35zTDvBb-bmIUB6yXOK-WNLIH0/s1600/3084272.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrQZAESH2u1IMc3efqYy_abnY-AcYvsbSr3Ygdvse_nXEUqTE-AbeIP05ElTq-tMnVsgnYetW6YUYVS0AO29sPaUUeRGkkXk22GTID8CBP6I16XvS7-35zTDvBb-bmIUB6yXOK-WNLIH0/s1600/3084272.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">8 </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Titolo</b>: L'amaca rossa</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Autore</b>: Jean-Luc Payen</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> <b>Editore</b>: E/O (<i>Dal Mondo</i>)<br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">Luc vive in una casa piena di animali con una madre sciamannata, un patrigno prepotente, una sorella mite e un fratello scapestrato. Costruiscono la casa sugli alberi, ascoltano dischi, assistono alle assordanti scenate coniugali e, divertimento supremo, bighellonano in scorribanda nella fabbrica di clacson di famiglia. Sfilano gli anni e si susseguono i piccoli e grandi eventi della vita: si scopre l'orrore nei racconti della nonna reduce di Auschwitz, si guarda dalla finestra il maggio '68, eterno rimpianto di chi è troppo piccolo per poter partecipare, si parte per il Sudamerica a conoscere una moltitudine di zii e cugini emigrati. E poi un brutto incidente di salute, gli amori, le scelte esistenziali... Fino all'amaca rossa del titolo, la tentazione sempre costante di dare le dimissioni da tutto e rintanarsi nel dolce far niente. Tutto questo in uno stile pacato, ma anche con brio e a tratti con poesia. Con piacere si accompagnano i protagonisti nella loro quotidianità, con divertimento e partecipazione se ne seguono le vicende nel corso degli anni, quasi con serenità si guarda a questo libro una volta calato il sipario.</span></i><br />
<br />
<b>Perché ho acquistato questo libro?</b></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">In realtà non c'è un vero perché, in quanto questo libro mi è stato inaspettatamente <b><u>regalato</u></b> (dalla mia mami♥). Ammetto la mia ignoranza scrivendo di non aver mai sentito parlare di questo autore, né tanto meno di questo libro. Ma sono in parte giustificata: sebbene in patria (Francia) Payen sia molto conosciuto, <i>L'amaca rossa</i> è il suo esordio in Italia, oltretutto fresco fresco di stampa. La trama mi </span>incuriosisce<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> molto e non vedo l'ora di imparare a conoscere questo nuovo autore che, dalle premesse, promette davvero bene. </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">[<i>Il libro ha un odore adorabile. Adoro il profumo della carta appena stampata!</i>]</span> Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-58753375001533259902011-04-02T11:12:00.000-07:002011-04-03T04:54:31.258-07:00•Anteprima: BARBARA BARALDI - La bambola dagli occhi di cristallo<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-wdCsg07JI1VoR1ydM0VwIqucgvnkaEAAbl5zM1raXCTErw7hMvqX-76sZ6A_bEGrfH9IYjL5v_89MfsW3qwHXEC6fVn8Ghie2KHlZbBe_smp_t6b6XfanZY5tmzK8B8TcHjXxKdS43M/s1600/Bambola-cover-600.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-wdCsg07JI1VoR1ydM0VwIqucgvnkaEAAbl5zM1raXCTErw7hMvqX-76sZ6A_bEGrfH9IYjL5v_89MfsW3qwHXEC6fVn8Ghie2KHlZbBe_smp_t6b6XfanZY5tmzK8B8TcHjXxKdS43M/s320/Bambola-cover-600.jpg" width="220" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: xx-small;"><i>Cover Italiana de La Bambola dagli Occhi di Cristallo<br />
(Castelvecchi)</i></span></td></tr>
</tbody></table><blockquote><span class="Apple-style-span" style="color: #333333; line-height: 18px;"><em style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">«Le dita infilate nel guanto di raso nero battono sul tavolo e riempiono la stanza di un suono basso. Una melodia soffocata che si perde nel vuoto intorno a lei. Che aspetta.»</span></em></span></blockquote>Un altro post! Concedetemelo: è il giorno di inaugurazione del blog!<br />
Questa volta voglio parlarvi di un <b>anteprima</b> che non ho visto (stranamente!) pubblicizzata in nessun blog che seguo: si tratta de <i><b>La bambola dagli occhi di cristallo</b></i> di <b>Barbara Baraldi</b>.<br />
Per gli appassionati del genere e i fans di Barbara, questo titolo non dovrebbe suonare nuovo... bravi geeks, non vi state sbagliando!<br />
Infatti questo nuovo succulento romanzo, dalla copertina inquietante anche se non molto originale (<i>Paranormal Activity</i> docet!), che uscirà nelle nostre librerie il <b>6 Aprile</b> grazie alla casa editrice <b>Castelvecchi</b> non è altro che il <i>remake</i> di un racconto breve dall'omonimo titolo pubblicato dalla Mondadori nel lontano 2008 e, attualmente, introvabile in commercio. Quindi se possiedi una copia della vecchia edizione in scala di grigi targata Giallo Mondadori, bene... sei un figo! E' un pezzo rarissimo, quindi ti consiglio di tenertelo stretto!<br />
<i>La Bambola dagli occhi di cristallo</i> <b>2011 version</b>, non solo è ampliata di ben 50 pagine (per un totale di 224), ma è stato revisionata e modificata dall'autrice nelle parti già esistenti, per portare alla luce un prodotto molto più completo e maturo!<br />
<u>Aneddoto interessante</u>: prima di essere pubblicato in Italia <i>La Bambola</i> è già stato testato dai lettori anglosassoni con il titolo di <i><b>The girl with the crystal eyes</b></i> (eh, ma và!) riscuotendo un discreto successo, tanto da annoverare <b>Bologna</b> (città dove il thriller è ambientato) fra le "<u>Top 10 Crime Location</u>". Lo scrittore e editor <b>Maxim Jakubowski </b>sulle pagine del <i>The Guardian</i>, infatti, afferma: «<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="color: #333333; line-height: 18px;"><em style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Le città italiane non sono solo chiese e monumenti mozzafiato. Il serial killer della Baraldi è agghiacciante alla maniera dei “gialli” </em></span><span class="Apple-style-span" style="color: #333333; line-height: 18px;"><em style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">di <strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Dario Argento</strong> e trasforma gli acciottolati di Bologna in una cupa sinfonia da brivido. L’intera città si trasforma in un universo gotico di ombre al calar della notte, un posto in cui Hannibal Lecter e Hitchcock si sentirebbero a casa.»</em></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #333333;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;">Meglio di così, cosa si può volere!</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #333333;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;"><br />
</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #333333;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">•<b>SINOSSI</b></span> <b><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">(fà più figo di "trama")</span></b></span></span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdyg-8YJszPgbiRNG_vBGh2AixlLlVURLvDbcy6HaMK_q0TYcLJsPWVujVq6FnjCm796RGG1x2db0ER5ZTqhfmrL_iX4aRQGCHuXHgMrR33tbgBAI0E5jNZg-DaMsZKLQpnvcQ4ap_xaw/s1600/promo-bambola.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdyg-8YJszPgbiRNG_vBGh2AixlLlVURLvDbcy6HaMK_q0TYcLJsPWVujVq6FnjCm796RGG1x2db0ER5ZTqhfmrL_iX4aRQGCHuXHgMrR33tbgBAI0E5jNZg-DaMsZKLQpnvcQ4ap_xaw/s200/promo-bambola.jpg" width="131" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Promo de <br />
La Bambola dagli occhi di Cristallo</i></td></tr>
</tbody></table><span class="Apple-style-span" style="color: #333333;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><i>Tra le tortuose vie del centro o sotto i portici, a Bologna nulla è davvero come sembra. Le notti dell’ispettore Marconi, un giovane sbirro con l’istinto di un mastino, lo confermano. Davanti agli occhi dell’investigatore, scene di inaudita violenza: feroci delitti che non offrono nessun indizio se si esclude il sesso delle vittime – rigorosamente uomini – e strane impronte di tacchi a spillo rinvenute vicino ai cadaveri. Mentre sale la tensione, le indagini avvolgono l’ispettore Marconi e la sua squadra in una spirale di eventi: un torbido vortice di passioni che lega alla morte i locali più glamour della città delle Torri. Soltanto Viola, una giovane medium tormentata dalle sue visioni e da un fidanzato violento, compromesso con la droga, appare in grado di squarciare il velo del letale mistero che insanguina Bologna: un gioco perverso dove la vita si confonde con il suo opposto e dove la seduzione diventa un’arma affilata come la scrittura di Barbara Baraldi, regina indiscussa del nuovo romanzo gotico italiano</i></span>.</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #333333;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;"><br />
</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #333333;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">•<b>Who is BARBARA BARALDI?</b></span></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #333333;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: normal;"></span></span></span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; font-family: inherit; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKh-wmCtlQuB31Wthg6jlIOQzCoopCScinOz_3fFYAJdfEHbPEgezXLtwaO_HMg5B1WmmhE_sWxDMQfFjh_ACIysY6Sy7vDdQ6pV9v1BcOUgX2VZEpxJlOjOTUd6DLkmSC50fpINZM-IM/s1600/197124_1938693273936_1440525572_3971806_3059882_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKh-wmCtlQuB31Wthg6jlIOQzCoopCScinOz_3fFYAJdfEHbPEgezXLtwaO_HMg5B1WmmhE_sWxDMQfFjh_ACIysY6Sy7vDdQ6pV9v1BcOUgX2VZEpxJlOjOTUd6DLkmSC50fpINZM-IM/s320/197124_1938693273936_1440525572_3971806_3059882_n.jpg" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Barbara Baraldi</i></td></tr>
</tbody></table><br />
<div style="line-height: 18px; margin-bottom: 18px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="color: #333333;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><b>Barbara Baraldi </b>è soprannominata «<i>la regina del gotico italiano</i>».<br />
I suoi romanzi sono tradotti in vari paesi stranieri, tra cui gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Germania.<br />
Il suo esordio in narrativa avviene col romanzo <strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">«La ragazza dalle ali di serpente»</strong> (Zoe, 2007), pubblicato sotto pseudonimo e di grande successo negli ambienti alternativi. Per PerdisaPop, in una collana a cura di Luigi Bernardi, già fondatore con Carlo Lucarelli della collana Einaudi Stile Libero Noir, esce nel 2007 la fiaba oscura <strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">«La collezionista di sogni infranti»</strong> a cui segue nel 2009 <strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">«La casa di Amelia»</strong>.<br />
Tra il 2006 e il 2009 vince alcuni premi letterari, tra cui il Mario Casacci (2006 e 2007), Orme gialle (2009) e il prestigioso Gran giallo città di Cattolica nel 2007. Nel 2008 «La collezionista di sogni infranti» è finalista nella cinquina del pubblico al Premio Scerbanenco.<br />
Il romanzo <strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">«La bambola di cristallo»</strong> (Il Giallo Mondadori, 2008) la consacra come rivelazione del thriller gotico italiano, ed è pubblicato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti dall’editore di best seller John Blake. Il seguito <strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">«Bambole pericolose»</strong> esce a febbraio 2010 nella collana “Il Giallo Mondadori”.<br />
Il suo romanzo <strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">«Lullaby – La ninna nanna della morte»</strong> inaugura nel marzo 2010 la nuova collana Le Torpedini dell’editore Castelvecchi.<br />
<strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">«Scarlett»</strong> (Mondadori), urban fantasy/supernatural romance ambientato a Siena, esce a maggio del 2010 nella collana Shout dedicata agli Young adults; prima ancora della sua uscita italiana, il romanzo è stato venduto all’estero.<br />
Nel 2010 è stata protagonista del film <strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">«Italian noir»</strong> insieme a Andrea Camilleri, Massimo Carlotto, Giancarlo de Cataldo e Carlo Lucarelli.</span></span></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4008599174938739120.post-83612056067898874562011-04-02T04:32:00.000-07:002011-04-24T09:42:48.662-07:00•Recensione: SAM SAVAGE - Firmino: avventura di un parassita metropolitano<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;"><b><br />
</b></span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir8jnOsQPHpf_EpigMt5GpKRmlU8iMyY0hz_T5ffSrGH1NKmA1ROC9WUOJfa0BqtH7noEvYKkOLRtPLDfFYlyWDW-Afx1JJ8ZXujcRYtkp-vanEtzVEvChZRNet0KXZJDjGBKOZ0K6tFU/s1600/sam-savage-firmino2%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir8jnOsQPHpf_EpigMt5GpKRmlU8iMyY0hz_T5ffSrGH1NKmA1ROC9WUOJfa0BqtH7noEvYKkOLRtPLDfFYlyWDW-Afx1JJ8ZXujcRYtkp-vanEtzVEvChZRNet0KXZJDjGBKOZ0K6tFU/s320/sam-savage-firmino2%255B1%255D.jpg" width="208" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">Copertina Italiana Firmino (Einaudi)</span></i></td></tr>
</tbody></table>Indecisa sull'argomento da trattare nel primo post del blog e vogliosa di sperimentare, vi presento il libro che ho terminato di leggere giusto ieri sera, ovvero "<b>Firmino: </b><i style="font-weight: bold;">Avventura di un parassita metropolitano" </i>di <b>Sam Savage</b>, romanzo d'esordio e autentico best-seller.<br />
La storia della sua nascita è curiosa: edito per la prima volta nel 2006 dalla casa editrice no-profit <i>Coffee House Pres</i>s, che ne stampò inizialmente solo un migliaio di copie, finì per trasformarsi in un autentico caso letterario. Accolto da critiche e entusiasmi da parte di stampa e pubblico (pubblicato in Italia da <i>Einaudi - Stile Libero</i>, con più di 400.000 copie vendute in brevissimo tempo), in patria conquista premi letterari a cascata:<br />
• <b>Miglior Libro dell'Anno</b> dall'<i>American Library Association</i><br />
• <b>Miglior Esordio</b> da <i>Barnes and Noble</i><br />
• <b>Miglior Debutto</b> dal <i>Library Journal</i><br />
Insomma, una clamorosa escalation di successi e conquiste per un libro d'esordio.<br />
Quello che, a questo punto, sorge spontaneo chiedersi è come un libello di neppure 200 pagine, scritto da un ex-professore di filosofia quasi settantenne in una notte di veglia e inizialmente pubblicato senza nessuna particolare aspettativa, possa conquistare il mondo dell'editoria internazionale in così breve tempo.<br />
Cerchiamo di scoprirlo.<br />
<br />
•<b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Who is SAM SAVAGE?</span></b><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgTdGfth0IdNkFM-AyBrF7VTz3WIKfbNWnpJhENoY1_YFiPJ12K6CVhcup43GbPMch970gamGnbQ2O4WCEY6NobZbSvGQMvfZN6ugLmvG_nFQa_dg-R6IUD33PM3jvrv7GdofmdeCusos/s1600/sam-savage.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgTdGfth0IdNkFM-AyBrF7VTz3WIKfbNWnpJhENoY1_YFiPJ12K6CVhcup43GbPMch970gamGnbQ2O4WCEY6NobZbSvGQMvfZN6ugLmvG_nFQa_dg-R6IUD33PM3jvrv7GdofmdeCusos/s200/sam-savage.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">Sam Savage (Camden,1940)</span></i></td></tr>
</tbody></table>Sam Savage: <b>ex-professore di filosofia</b>, insegna per qualche tempo infelicemente a Yale, senza intravedere nessun radioso futuro per la propria scelta professionale. Infatti, come riportato nella biografia dell'ormai defunto sito dell'autore, gli anni '70 erano quel malaugurato periodo dove "<i>non esistevano veri problemi filosofici, ma solo veri puzzle linguistici</i>". Abbandonato l'insoddisfacente mondo dell'insegnamento, Savage ritorna nel Sud Carolina, sua terra madre, e si dedica alla più umile delle vite nella piccola McClellanville (400 abitanti), dove abiterà per ben 23 anni, lavorando come <b>falegname</b> prima, come <b>pescatore </b>poi e infine come <b>grafico di pressa</b>. Il sostentamento economico gli deriva da un'eredità in costante e precipitosa diminuzione, mentre lo spirito trova ristoro e speranza nell'attività di scribacchino, esercitata nei momenti di bonaccia fra una fatica e l'altra. Fra tentativi e insuccessi scrive diversi libercoli, che però incontreranno vita breve. Nel 2003 ritorna al Nord, questa volta a Madison nel Wisconsin dove tutt'ora vive e dove la favola amara di Firmino viene data per la prima volta alle stampe.<br />
<br />
•<b><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Firmino: </span>avventura dolce-amara di un parassita metropolitano</b><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGcx6tld0m9Uhcvn6ZMzCPHrIuxOLxWHH2F9_QMfFu1-O_2Fem6ggUEijZwXQCG0rLIJVA76JRdcVP4xAi8Fwv86arrsKegRo93Mkth01it7kdS0iwOQltzmCDfUiX6n_J4PC7h1_UrMA/s1600/firmino306.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGcx6tld0m9Uhcvn6ZMzCPHrIuxOLxWHH2F9_QMfFu1-O_2Fem6ggUEijZwXQCG0rLIJVA76JRdcVP4xAi8Fwv86arrsKegRo93Mkth01it7kdS0iwOQltzmCDfUiX6n_J4PC7h1_UrMA/s200/firmino306.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Firmino by Fernando Krahn</i></td></tr>
</tbody></table><i></i><br />
<i></i><br />
<i>«Tutta la vita ho battagliato con la scrittura, </i><br />
<i>e non c'è niente che abbia affrontato con più coraggio</i><br />
<i> - sì, questa è l'espressione esatta, <b>coraggio</b>.»</i><br />
<i></i><br />
<i> </i><br />
<b>Firmino</b> è l' "<i>uomo pelo</i>", il topo <i>civilizzato</i>, il ributtante mostriciattolo umanizzato, sintesi dell'artista avido e del lettore incompreso che sognano un mondo diverso, ma non hanno le possibilità (o il coraggio) di attuarlo. Teme di essere guardato, ma non di guardare. E' perfettamente consapevole di ciò che è: istruito, colto, geniale e un tantino pervertito; tredicesimo figlio di una pantegana alcolizzata, cresce nella solitaria consapevolezza della propria diversità, alla perenne ricerca del "<i>tredicesimo capezzolo</i>". E' proprio questa lucidità ad arrecargli dolore, ponendolo davanti alla sua abissale disparità: <b>una testa troppo grande</b> per essere sostenuta da un corpo troppo fragile, <b>un'intelligenza smisurata</b> contrapposta alla beata ignoranza degli altri ratti, <b>un animo fondamentalmente umano</b>, ma incapace di esprimersi come tale. Non sente la natura "rattesca" scorrere nelle sue vene, non percepisce il pulsare dell'istinto di auto-conservazione: preferisce ammirare le Bellezze nude del grande schermo, glabre e magnifiche, piuttosto che avventarsi sulla prima topastra di passaggio e accoppiarsi. Questo malessere, manifestato in ogni frammento della storia di Firmino, dal tentativo di provare a parlare e cantare -concretizzatosi solo in qualche stridente e sgraziato squittio- fino a quello di comunicare con gli umani, accompagna il lettore di pagina in pagina.<br />
Lo <b>spleen</b> e le <i><b>mal de vivre</b></i> regnano sovrani in tutta la lettura, che unisce chiaroscuri burtoniani, a una lenta e sfumata narrazione da cinema muto, con vaghe reminiscenze dickensiane e un retrogusto sarcastico alla Daniel Pennac, il tutto, ovviamente, impastato con <b>una valanga di classici</b>, continuamente citati, di cui Firmino (e molto probabilmente anche Savage) si sono nutriti nel corso della loro vita.<br />
Sam Savage scrive delicatamente, con una prosa moderna e soffusa, ma che <b>non riesce a concretizzare appieno le aspettative del lettore</b>, preceduto da una valanga di commenti e recensioni entusiastiche: la lettura procede lenta e imperfetta e non aggiunge niente di veramente originale al diffusissimo e ricorrente topos del "<i>topo di biblioteca</i>".<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiudRFbmIbFdanPZCpA573MK-EHq14Of7uX2Dv_M19VaO6qFnuRUEC28wZRL8VtqJHQX23IS6AFcgwASliNrKjpvq67NLPO5CmD6583ZYA7KJMDVKFLnO0EslskH48q8KyA-j6kvboAfJ0/s1600/Scollay1880s.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiudRFbmIbFdanPZCpA573MK-EHq14Of7uX2Dv_M19VaO6qFnuRUEC28wZRL8VtqJHQX23IS6AFcgwASliNrKjpvq67NLPO5CmD6583ZYA7KJMDVKFLnO0EslskH48q8KyA-j6kvboAfJ0/s320/Scollay1880s.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Scollay Square nel 1880</i></td></tr>
</tbody></table>L'aspetto più interessante è senza dubbio l'<b>ambientazione</b>: una fumosa e uggiosa Boston degli anni '60, dipinta dal microscopico punto di vista di Firmino, che intravede la fine del mondo nella distruzione -realmente avvenuta- del quartiere di <b>Scollay Square</b>. Le vicende si dipanano in un micro-cosmo di rovine e decadenza, ma che agli occhi di un ratto appaiono il miglior mondo in cui nascere e vivere; dalla Casa del Prurito (al lettore il piacere di scoprire di cosa si tratta!) al seminterrato della libreria di Shine, dall'appartamento di un artista bohémien sulla via del tramonto fino all'imponenza gotica dell'Old Howard Theater, Firmino conduce il lettore nella malinconia di un universo in declino, dove la bellezza del passato cede drammaticamente il passo all'imponente modernità, incarnata in un nuovo e impietoso piano edilizio.<br />
<br />
•<span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><b>La Polemica: TOPI VS TARME</b></span><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3tizpZ0jV1f1rPAowkasNF6hFivela7JpJN427U3l1Rb8Vj9lY4xvFTFPJZhhx9I2s82xh-aIx_iOIsYvCcG8jkMrdgKMPbuECGe1FnHmvbpYwqVQKrp6VayKYB69uSIoKLQclU4Ei9M/s1600/00166371_b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3tizpZ0jV1f1rPAowkasNF6hFivela7JpJN427U3l1Rb8Vj9lY4xvFTFPJZhhx9I2s82xh-aIx_iOIsYvCcG8jkMrdgKMPbuECGe1FnHmvbpYwqVQKrp6VayKYB69uSIoKLQclU4Ei9M/s200/00166371_b.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Marta la Tarma by Luca Dalisi</i></td></tr>
</tbody></table>Credo sia opportuno fare un accenno anche alle polemiche seguite all'arrivo in Italia di <i>Firmino</i>. Infatti tale <b>Claudio Ciccarone</b>, 48 anni, giornalista e operatore del TG3 Campania, nel 2008 avanzò contro Savage l'accusa di plagio con conseguenze legali, riferendosi alla propria opera pubblicata otto anni prima dal titolo "<b>La Bibliotecaria: <i>la vera storia di Marta la Tarma</i></b>", per l'occasione ri-pubblicato -sempre nel 2008- dalla Fanucci.<br />
Firmino è un topo che inizia a nutrirsi di libri fino al punto da iniziare ad amare spasmodicamente la lettura e, di conseguenza, sviluppando una notevole affinità verso la specie umana. La storia imbastita da Ciccarone è pressoché identica, con una tarma invece che un topo come protagonista. Le somiglianze diverrebbero ancora più marcate confrontando perfino i più apparentemente insignificanti e marginali particolari della trama: in entrambi i libri, infatti, si parlerebbe di attrazione dei protagonisti per le proprie sorelle, di fantascienza, della seconda guerra mondiale e della distruzione di un mondo.<br />
<b>Verità o bufala</b> imbastita ad arte per attirare l'attenzione su un testo che, all'epoca, vendette non più di mille copie? Non mi permetto di giudicare, non avendo letto entrambi i libri e non conoscendo neppure l'esito della vicenda legale. A un occhio attento emergono numerose somiglianze: volute o frutto del caso, non sta a me deciderlo. Per maggiori delucidazioni vi rimando a <a href="http://www.wuz.it/articolo-libri/2339/savage-ciccarone-firmino-marta.html">questo</a> link!<br />
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Misaki 2.0</i></div>Misaki2.0http://www.blogger.com/profile/03276686608487851808noreply@blogger.com0