Copertina Italiana Firmino (Einaudi) |
La storia della sua nascita è curiosa: edito per la prima volta nel 2006 dalla casa editrice no-profit Coffee House Press, che ne stampò inizialmente solo un migliaio di copie, finì per trasformarsi in un autentico caso letterario. Accolto da critiche e entusiasmi da parte di stampa e pubblico (pubblicato in Italia da Einaudi - Stile Libero, con più di 400.000 copie vendute in brevissimo tempo), in patria conquista premi letterari a cascata:
• Miglior Libro dell'Anno dall'American Library Association
• Miglior Esordio da Barnes and Noble
• Miglior Debutto dal Library Journal
Insomma, una clamorosa escalation di successi e conquiste per un libro d'esordio.
Quello che, a questo punto, sorge spontaneo chiedersi è come un libello di neppure 200 pagine, scritto da un ex-professore di filosofia quasi settantenne in una notte di veglia e inizialmente pubblicato senza nessuna particolare aspettativa, possa conquistare il mondo dell'editoria internazionale in così breve tempo.
Cerchiamo di scoprirlo.
•Who is SAM SAVAGE?
Sam Savage (Camden,1940) |
•Firmino: avventura dolce-amara di un parassita metropolitano
Firmino by Fernando Krahn |
«Tutta la vita ho battagliato con la scrittura,
e non c'è niente che abbia affrontato con più coraggio
- sì, questa è l'espressione esatta, coraggio.»
Firmino è l' "uomo pelo", il topo civilizzato, il ributtante mostriciattolo umanizzato, sintesi dell'artista avido e del lettore incompreso che sognano un mondo diverso, ma non hanno le possibilità (o il coraggio) di attuarlo. Teme di essere guardato, ma non di guardare. E' perfettamente consapevole di ciò che è: istruito, colto, geniale e un tantino pervertito; tredicesimo figlio di una pantegana alcolizzata, cresce nella solitaria consapevolezza della propria diversità, alla perenne ricerca del "tredicesimo capezzolo". E' proprio questa lucidità ad arrecargli dolore, ponendolo davanti alla sua abissale disparità: una testa troppo grande per essere sostenuta da un corpo troppo fragile, un'intelligenza smisurata contrapposta alla beata ignoranza degli altri ratti, un animo fondamentalmente umano, ma incapace di esprimersi come tale. Non sente la natura "rattesca" scorrere nelle sue vene, non percepisce il pulsare dell'istinto di auto-conservazione: preferisce ammirare le Bellezze nude del grande schermo, glabre e magnifiche, piuttosto che avventarsi sulla prima topastra di passaggio e accoppiarsi. Questo malessere, manifestato in ogni frammento della storia di Firmino, dal tentativo di provare a parlare e cantare -concretizzatosi solo in qualche stridente e sgraziato squittio- fino a quello di comunicare con gli umani, accompagna il lettore di pagina in pagina.
Lo spleen e le mal de vivre regnano sovrani in tutta la lettura, che unisce chiaroscuri burtoniani, a una lenta e sfumata narrazione da cinema muto, con vaghe reminiscenze dickensiane e un retrogusto sarcastico alla Daniel Pennac, il tutto, ovviamente, impastato con una valanga di classici, continuamente citati, di cui Firmino (e molto probabilmente anche Savage) si sono nutriti nel corso della loro vita.
Sam Savage scrive delicatamente, con una prosa moderna e soffusa, ma che non riesce a concretizzare appieno le aspettative del lettore, preceduto da una valanga di commenti e recensioni entusiastiche: la lettura procede lenta e imperfetta e non aggiunge niente di veramente originale al diffusissimo e ricorrente topos del "topo di biblioteca".
Scollay Square nel 1880 |
•La Polemica: TOPI VS TARME
Marta la Tarma by Luca Dalisi |
Firmino è un topo che inizia a nutrirsi di libri fino al punto da iniziare ad amare spasmodicamente la lettura e, di conseguenza, sviluppando una notevole affinità verso la specie umana. La storia imbastita da Ciccarone è pressoché identica, con una tarma invece che un topo come protagonista. Le somiglianze diverrebbero ancora più marcate confrontando perfino i più apparentemente insignificanti e marginali particolari della trama: in entrambi i libri, infatti, si parlerebbe di attrazione dei protagonisti per le proprie sorelle, di fantascienza, della seconda guerra mondiale e della distruzione di un mondo.
Verità o bufala imbastita ad arte per attirare l'attenzione su un testo che, all'epoca, vendette non più di mille copie? Non mi permetto di giudicare, non avendo letto entrambi i libri e non conoscendo neppure l'esito della vicenda legale. A un occhio attento emergono numerose somiglianze: volute o frutto del caso, non sta a me deciderlo. Per maggiori delucidazioni vi rimando a questo link!
Misaki 2.0
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